Ma che cosa è stata questa Austin. God bless F1!
Starà di certo sorridendo Dieter Mateschitz: quel sogno che per mano sua nasceva nel lontano 1984, ad oggi è diventato una formidabile realtà. Max Verstappen vince di forza il gran premio degli Stati Uniti d’America, apponendo contestualmente un sigillo tutto Red Bull sulla conquista del mondiale costruttori, dopo ben 9 anni di digiuno.
Secondo classificato Lewis Hamilton (il ritorno del celebre hammer time) e terzo posto per Charles Leclerc, chiamato a quella annunciata rimonta pazzesca, che per un attimo lo ha anche portato a credere di avere davvero il colpo per la vittoria in canna.
Basti pensare che al 14esimo giro era già in terza posizione, e sfruttando il regime di safety car innescato da Valtteri Bottas piantato nella ghiaia di curva 19, è rientrato ai box per sostituire la gomma gialla con la bianca, uscendo in quarta posizione alle spalle di Sergio Perez.
Da qui una serie di sorpassi emozionanti, tra bloccaggi di entrambi ed un lungo di Charles che permetterà a Checo di prendere un po’ d’aria, salvo poi essere definitivamente preso dal monegasco al trentesimo.
Ulteriore sosta più in là per Leclerc in coppia con Verstappen (entrambi poi su gomme medie), ma qualcosa per quest’ultimo va storto: la pistola della sua anteriore sinistra non sembra voler collaborare, ed il suo pit stop si tramuta presto in un incubo durato una decina di secondi.
Usciranno dai box insieme, con il monegasco che cerca di tenere dietro l’olandese sin dove può, dando vita ad una serie di appassionanti sorpassi e rincorse che vedranno chiudere definitivamente Charles alle spalle di Max al 39esimo.
Notte fonda invece per Carlos Sainz: il poleman di Austin costretto al ritiro immediato a causa di una forte collisione con George Russell. La sua partenza “pattinante” non è stata di certo ottimale, e qualche metro più avanti un avventato George si è fiondato nella sua fiancata sinistra, costringendolo ad un testacoda in cui viene toccato anche da Lewis Hamilton, seppur in maniera lieve.
L’esito sarà di ritiro immediato per un guasto all’idraulica: il crash deve aver leso un punto sensibile della monoposto (presumibilmente il radiatore), e le alte temperature hanno complicato un quadro già compromesso, anche dalla foratura.
L’espressione di Charles nonostante il buon risultato, lascia intendere un’indubbia insoddisfazione e forse anche un filo di frustrazione: evidente che nella vittoria ci credesse, malgrado tutto.
Il suo commento difatti è stato: “Per certi versi sono soddisfatto perché ero partito dalla dodicesima posizione, e raggiungere il podio è un bel risultato: alla fine un terzo posto partendo dodicesimo non è male.
Però se guardiamo la gara, è un po’ deludente: avevamo il passo, ma poi abbiamo avuto un po’ troppo degrado durante la gara… Ci lavoreremo”.
Nel complesso delle criticità poi spiega: “È una gara tra le più dure perché c’erano tante forze G, e quando le gomme vengono a mancare è ancora più difficile. Però è stata una bella gara, con grandi battaglie con Checo e con Max… Ma dobbiamo continuare a lavorare per cercare di dar loro più filo da torcere verso la fine delle gare”.
Infine, con uno sguardo al Messico il prossimo weekend, annuncia: “Non ci sono aggiornamenti in programma, però cercheremo di sfruttare al massimo il pacchetto che abbiamo”.
Nel post gara di Carlos (che poi gara non è stata), c’è spazio solo per rabbia e scomode verità: “Sono decisamente molto arrabbiato e deluso per questa seconda gara consecutiva senza fare un giro, senza imparare, senza competere, che è quello che piace a me. Oggi ero nel mezzo di una battaglia con Max ed arriva uno che non è neanche nella battaglia che ti spinge fuori, ed è frustrante”.
Sulla penalità di 5 secondi comminata a quell’ “uno” che non chiama nemmeno col suo nome, confronta irritato: “Se lo compari con il mio DNF sicuro che non è sufficiente… Ma non vado a valutare le penalità della FIA”.
Infine sulla sua partenza di certo non brillante, molto lucidamente ammette e spiega: “Sappiamo che quest’anno con questa macchina abbiamo un problema in partenza. A questo somma anche che ad Austin chi parte in P2 va meglio di chi parte in P1, per qualsiasi ragione che non capiamo bene.
Ma io rispetto alla Mercedes non sono partito molto peggio, è stato Max che è partito velocissimo”.
Insomma, amarezza e delusione di entrambi i piloti a parte, di positivo c’è che la Ferrari ha dato segni di vita: la F1-75 c’è, e potenzialmente può anche reggere delle belle battaglie. Sarà in grado di concretizzarlo durante il prossimo imminente appuntamento messicano?
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Foto: F1TV, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG