F1. Il pagellone semiserio dell’ottovolante del Froldi
Binotto s’è dato otto. Bè, ad essere precisi ha dato otto alla sua squadra, la Ferrari. Ma poiché lui guida quella squadra, per proprietà transitiva anche Binotto, per Binotto, sarebbe da otto. Otto a scuola si dà se non ai migliori del lotto, a quelli che potrebbero facilmente esserlo. Insomma, otto è davvero un gran bel voto. Ecco, però quell’otto non sono sicuro che John Elkann lo darebbe a Binotto. Forse nei mitici (o famigerati) Sessanta, magari nel sessantotto, un docente avrebbe potuto dare otto a Binotto.
Erano tempi in cui i voti, pure l’otto, avevano un valore relativo e ridotto. E per tornare a Binotto, che si fa di quest’otto? Riuscirà il nostro eroe a mangiare il pan-biscotto per Natale o Capodanno? Riuscirà la Ferrari a vincere un titolo prima del duemilaventotto? Riuscirà a fare almeno una volta filotto? Sono quesiti esistenziali… che credete, non sono mica solo un tifosotto? Che fare di Otto, Binotto, un quarantotto oppure?
Mentre stavo elucubrando sui numeri, che vorticavano veloci nella mia testa di ex ottentotto, un mio collega, esimio insegnante di matematica (ciao Antonio), ha svelato l’arcano. Basta mettere l’otto in orizzontale, coricarlo… che significa infinito in matematica (e non solo lì), poi poiché Binotto è uno (non ancora trino anche se pieno di ruoli e incarichi), lui sta sotto l’infinito.
Dunque potremmo dire che Binotto sta all’infinito, quindi fratto, quindi uno diviso infinito… in matematica si spiega che tende allo zero. Zero! Credo che abbiamo risolto l’enigma! Viva Antonio!
Leclerc. Voto: 9. Non dieci perché, purtroppo è diventato solo vicecampione, che è quella cosa che Enzo Ferrari ci avrebbe detto non serve a nulla. E aveva ragione. Quando mai si sente dire… “Ah quel tale è stato vicecampione”. Si ricorda solo chi vince. E spesso neanche come.
Se Leclerc non fosse stato ciò che è, sarebbe un Sainz qualunque, che è comunque un bel pò sopra Perez e via discorrendo. Ma, nella solitudine infinita che mi è parso di vedere negli occhi di questo campione votato al titanismo (perché restare in Ferrari, in questa Ferrari, è atto titanico, con tutte le conseguenze del caso), si vede anche una nobiltà gigantesca.
Lui è la variabile umana in un mondo iper-tecnologico, che batte pure gli ingegneri (compreso Binotto). Si può anche perdere. Charles ha perso bene, la sua squadra meno, ma ci arriviamo.
Bin8. Voto: Crozza. Cosa volete che vi dica… ad un certo punto l’irrisione irrispettosa del tifoso che il nostro team principal sparge a piene mani, prima o poi te lo fa diventare pure poco simpatico. E allora… meglio Crozza no?!
Perez. Voto: Spiace (no, non è vero). Non so a voi, ma a me Checo lascia un pochino perplesso. Quello che magari lo vedi nel paddock, gli chiedi l’autografo e tira dritto facendo finta che non ci sei. Non sembra un gran simpaticone. Non che debba esserlo per forza, sia chiaro.
Mercedes. Voto: 5. Insomma, ci aspettavamo il grande sorpasso, c’era pure chi se lo augurava anche se ferrarista (della serie, tanto peggio, tanto meglio). Invece la monoposto anglo-teutonica ha palesato tutti i suoi limiti. In più pure magagne meccaniche per Hamilton. Meglio così.
Gran complotto per arrivare terzi della Mercedes. Voto: scie chimiche.
Hamilton. Voto: 5. Stagione e gara non certo da incorniciare e prima volta in carriera da quando è diventato campione, che non porta a casa almeno una vittoria. Che dire, coinvolto anche lui nell’annata storta della Mercedes.
Russell. Voto: 6. Anche per lui, e per la gara, vale quanto scritto sopra.
Vettel. Voto: mancherà. Non sono d’accordo con tutte le battaglie di Seb, ma sono certo che la F1 abbia perso un grande campione (4 titoli non si vincono per caso) e un grande uomo. Un uomo che è cambiato come gli sono ricresciuti i capelli (la “colpa” è di Hamilton).
Sogno nel cassetto. Voto: Vettel super consulente Ferrari. Ne gioverebbe la rossa. Eccome!
Ricciardo. Voto: la grande tristezza. Mi è parso per tutta la stagione un ex pilota.
Coraggio, per dirla con il duo Boldi-De Sica, “E anche questo mondiale…”
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: Scuderia Ferrari