F1. Il Gran Premio del Brasile aveva fatto deflagrare una bomba all’interno del team Red Bull. I rapporti apparentemente idilliaci tra Max Verstappen e Sergio Perez si sono rivelati di colpo problematici, tesi, disarmonici. La mancata concessione della posizione da parte del due volte iridato al collega messicano ha scatenato un rimpallo di dichiarazioni che hanno scoperchiato il Vaso di Pandora che in queste ore sia i piloti che i vertici della scuderia hanno provato a richiudere a mandata tripla.
Il clima diventa rovente durante qualifiche del Gran Premio di Monaco, quando si verifica l’evento che scatena l’astio tra gli alfieri della franchigia austriaca. Nel sabato dell’appuntamento rivierasco qualcosa di anomalo era effettivamente successo. Perez, al Portier, si rese protagonista di due cose “strane”. La prima fu andare sul gas in anticipo rispetto a Verstappen pigiando il pedale in modo piuttosto brusco. La seconda fu non effettuare alcun movimento con il volante durante la dinamica che lo portò la RB18 a scontrarsi con il guard rail (ulteriori dettagli potete trovarli nel nostro focus telemetrico: leggi qui).
Senza dubbio l’atteggiamento dell’ex Racing Point è risultato sospetto. Specie se consideriamo che un pilota di F1 è istintivamente portato a correggere le traiettorie impostate dalla monoposto quando quest’ultima perde aderenza. I tecnici di Milton Keynes, dati alla mano, avevano immediatamente compreso le finalità della manovra del messicano interpretando la telemetria e arrivando alla conclusione che la seconda guida Red Bull aveva provocato la bandiera rossa.
Abbiamo spiegato che l’agire del messicano, più o meno direttamente, ha condizionato la Ferrari che è stata vittima di quella scelta non proprio adamantina. A Monaco il muretto rosso si produsse in una strategia molto penalizzante per Charles Leclerc. Piano tattico che nacque proprio dalle mosse anticipate di Red Bull e di Perez. Se il messicano fosse partito dalle retrovie a seguito di una penalità possibile, quella catena di eventi non si sarebbe attivata e oggi, con soli 26 punti in palio, il monegasco avrebbe potuto gestire in scioltezza l’ipotetico vantaggio.
Ora, a distanza di sei mesi dal “fattaccio”, si comincia a parlare di review. Si inizia, insomma, a ritenere che ciò che noi di FormulaUnoAnalisiTecnica avevano sostenuto a commento di questa vicenda non sia poi così campato in aria (leggi per approfondire). E’ ormai evidente che sia necessario aprire ad una riflessione sulle modalità decisionali in vigore nella massima categoria del motorsport. In epoca di sale var, review in real time e interconnessioni tra più soggetti coinvolti nel processo decisionale/sanzionatorio, la F1 potrebbe strutturarsi meglio per deliberare in maniera più fulminea.
Su questa lunghezza d’onda si è più o meno sintonizzato il numero uno della FIA, Mohammed Ben Sulayem che, un po’ a sorpresa, ha aperto all’idea di rivalutare quanto successo a Montecarlo con la possibilità di riscrivere gli esiti di quella gara. “Se c’è qualcosa da indagare siamo più che felici di farlo. Una cosa che vorrei veramente dire – ha tuonato il manager emiratino – è che non sono timido e non ho paura di condurre un’indagine o di approfondirla se c’è un problema. Non mi nasconderò. Alzerò anche la mano e dirò che c’è un problema con la FIA, altrimenti non migliorerai mai e non ti evolverai mai. Questo lo posso garantire“.
Le intenzioni sono nobili, ma è difficile che la classifica del Gran Premio di Monaco venga stravolta. Innanzitutto, Place de la Concorde non può attivare una procedura se non giunge una protesta formale da parte di uno dei team. E, ad oggi, nessuno s’è fatto avanti per chiedere una riapertura del caso. In secondo luogo, è il timing che gioca un ruolo chiave.
Che senso avrebbe rimettere mano ad una gara chiusa e archiviata sei mesi or sono? Se venisse provata la colpevolezza di Sergio Perez non potrebbe che scattare una squalifica dalla gara. Atto che sarebbe sproporzionato rispetto ad un arretramento in griglia di partenza, provvedimento più coerente e che andava applicato in tempo reale e non in maniera così differita.
Positivo è che se ne parli. Da accogliere con favore è che chi governa la Formula Uno sia aperto all’idea di punire atteggiamenti presunto fraudolenti (la colpevolezza va provata sempre al di là di ogni ragionevole dubbio). Ovviamente è necessaria una riscrittura delle norme sportive per consentire ai commissari di gara di attivare certe indagini al netto dello stimolo di una qualsiasi scuderia. Il caso Perez-Monaco, con tutta probabilità, è morto e sepolto. Ma lo scalpore che ne è scaturito può essere quel deterrente che frena certe manovre che, in un futuro prossimo, potrebbero essere pesantemente e giustamente sanzionate.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG, FIA