Formula 1

Il lato oscuro di Max Verstappen

Quando ci si abitua a vincere non poi è facile “maneggiare” la sconfitta. Nel momento della gioia, nell’attimo del trionfo, nei giorni della gloria è tutto più semplice ed emotivamente gestibile. Se sei la stella intorno alla quale ruotano pianeti più o meno importanti, tornare ad essere uno dei tanti, anche per una sola gara di F1, non è compito agevole. Anche per Max Verstappen che, pur essendo un grandissimo campione che null’altro ha da mostrare in termini di driving, ha ormai una manifesta ed incelata difficoltà nell’affrontare le fasi che deviano dallo schema mentale preordinato che conduce all’essere sempre e sistematicamente il migliore della classe.

Che il weekend paulista potesse rappresentare un’insidia per il mondo Red Bull lo si era compreso dalla sprint race e soprattutto dalle parole dei “bibitari”. Esternazioni votate alla preoccupazione dopo cento chilometri conditi da sconosciuta sofferenza. I due piloti avevano messo in guardia i naviganti: la RB18 avrebbe sottoperformato (rispetto agli standard stagionali) anche con gomma Soft. La scelta della mescola media, quindi, non era una discriminante nelle prestazioni della vettura. Sembravano frasi di circostanza ed invece il gran premio ha messo a nudo problematiche inedite che sono state acuite da decisioni del muretto errate e da un Max peggiore di quello visto a Singapore, dove non aveva brillato.

L’impatto tra Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG) nel Gp del Brasile 2022

F1. Max Verstappen: un Gp del Brasile da dimenticare

La gara dell’olandese ha preso una piega sinistra sin dalle buttate iniziali. Già quando, alla ripartenza successiva al rientro della safety car la cui delibera è stata necessaria dopo il contatto tra Ricciardo e Magnussen, il pilota vede l’opportunità di infilare e Hamilton. E’ una riproposizione in scala del duello andato in scena per tutto il 2021. Dopo un campionato trascorso a duellare in maniera dura ma pulita, esaltando tra l’altro le doti cavalleresche di Charles Leclerc, Verstappen scava nel suo Es e ritrova quella ferocia che sovente si attiva quando il rivale guida una Mercedes e risponde al nome di Lewis Hamilton.

L’alfiere della Red Bull va per la sua strada, apre nella Esse di Senna e quasi “fa fuori” il collega. Nel post gara dichiarerà, con immacolato candore, che non era sua intenzione lasciar strada al competitor. E così è stato col risultato di rovinare la sua gara e di condizionare negativamente quella di Lewis che s’è dovuto “accontentare” della piazza d’onore rinunciando a lottare per la vittoria meritatamente agguantata da un sontuoso George Russell.

Non ho capito perché ho preso la penalità – ha detto Verstappen cadendo letteralmente dal pero – Io ero all’esterno di Hamilton e lui non mi ha lasciato spazio. Stavamo lottando fianco a fianco, ma se non mi lasci lo spazio è chiaro che ci scontreremo. Ci siamo toccati con le ruote, non con le fiancate. Alla fine la mia gara non contava tanto, non avevo passo.  A lui invece che l’incidente è costato la vittoria“.

Chiosa a pungente e provocatoria, come a voler sottolineare che la manovra, giustamente sanzionata dai commissari, ha rotto le uova nel paniere di Lewis che, dopo la gara, ha replicato con un certo aplomb alludendo al fatto che l’olandese, forse, si comporta duramente quando duella con lui a causa – e citiamo – dei “trionfi che porta in petto“.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG) nel momento dell’impatto alla Esse di Senna durante il Gp del Brasile 2022

F1. Red Bull: si teme una regressione prestazionale nel 2023?

Schermaglie mediatiche che stavolta sono figlie di un contatto che poteva avere conseguenze più serie e che sembrano essere l’antipasto di un 2023 in cui Mercedes vuole ritornare a fare la voce grossa anche in virtù di un finale di stagione davvero convincente. E forse, volendo forzare la mano, questa inquietudine per un futuro che non si vede roseo – anche a causa della penalità arrivata dopo lo sforamento del budget cap – inizia a produrre qualche sinistro scricchiolino in un team che fino a poco fa sembrava essere la casa all’armonia e della pace.

Milton Keynes, terminata l’ebbrezza dei bagordi post vittorie iridate, pare aver smarrito la serenità. Ieri, la cosa più logica da fare per Max, era favorire Sergio Perez nella corsa al secondo posto in classifica. Si sarebbe trattato di un sacrificio veniale. Un sesto posto tramutato in settimo. Pochissimi punti persi che non avrebbero intaccato record già acquisti e demoliti.

Ve l’ho già detto l’ultima volta. Non dovete più chiedermi cose del genere. Sono stato chiaro? Ho già dato le mie ragioni e continuo ad essere coerente”.  Questo il team radio oggettivamente brutto, irricevibile e sopra le righe di Verstappen. Uno schiaffo in faccia a Perez, una spallata allo spirito di squadra. Atteggiamento al quale, però, hanno contribuito anche Marko e Horner che l’olandese lo hanno coccolato e difeso troppo, anche a fronte di topiche evidenti.

Atteggiamento poco amichevoli da parte di Max Verstappen e Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing) al termine del Gp Brasile del 2022

Qualcuno, dati e telemetrie alla mano, sostiene che la reazione smodata del driver di Hasselt dipenda da una manovra deliberata di Perez. Il messicano, nel GP di Monaco che poi ha vinto, avrebbe commesso un errore volontario per mettersi in posizione di vantaggio rispetto al compagno a fine qualifiche. Non potremmo mai sapere la verità, al di là di ciò che raccontano algidi grafici. Ma pure se fosse, Checo ha dimostrato grande spirito di abnegazione offrendo i suoi servigi al caposquadra senza fiatare e rinunciando a punti e possibili vittorie.

La mente corre ad Abu Dhabi 2021, a quello stoico duello con Lewis che è valso mezzo campionato di Verstappen. Per rimanere più nel recente ricordiamo Barcellona 2022 quando, dopo l’errore non forzato del pilota olandese, il team chiede a Perez di lasciare strada per favorire la vittoria del compagno. E’ nei fatti che il messicano ha confermato di essere un uomo squadra, un pilota corretto e un professionista dall’etica spiccata.

Sergio Perez rintuzza gli attacchi di Lewis Hamilton nel Gran Premio di Abu Dhabi edizione 2021

F1. Vestappen vittima di un complotto interno che non esiste

Con la squadra avevo già discusso tutto prima di venire qui – ha commentato Verstappen – io ho spiegato le mie ragioni. Ovviamente capisco la delusione di Checo, ma anche loro devono capire i motivi per cui non ho lasciato la posizione. E questa non è la prima volta che me l’hanno chiesto. Ora guardiamo avanti. Credo che sia molto importante che ci siamo ritrovati tutti insieme per parlare dell’accaduto. Adesso tutti insieme possiamo andare avanti. Se Checo avrà bisogno di aiuto ad Abu Dhabi glielo darò“.

La chiosa non chiude il caso. Max vive un’inspiegabile sindrome da accerchiamento interno che non si fonda su basi fattuali. Red Bull ha fatto di tutto per metterlo al centro del progetto. Lo ha difatti soddisfatto da punto di vista remunerativo e contrattuale. Ma anche costruendogli una macchina intorno che è stata sviluppata esaltando le sue caratteristiche e mortificando quelle di Perez. Non ultimo, i vertici gli piazzato accanto un compagno meno veloce, con obblighi inderogabili di dare precedenza e senza la facoltà di vincere se non quando Max, rarissimamente, non è in condizioni di farlo.

L’armonia che è trapelata in questi due anni di convivenza si è tramutata in dissonanza. Il vertici della scuderia sanno in grado di riaccordare l’orchestra facendola suonare all’unisono? Difficile dirlo, ma la pausa invernale potrebbe servire in tal senso. Ad oggi restano le parole di Perez che sono un mix di delusione e di incredulità.

U pensieroso Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing Team) durante il weekend del Gran Premio del Belgio 2022

Non so perché si Max comporti così, non capisco le sue ragioni, se è un due volte campione del mondo lo è grazie a me“. E poi un durissimo e serafico: “Sta dimostrando quello che è realmente“. Volano stracci e vasi cadono dalle mensole in quel di Milton Keynes. Ora Charles Leclerc e Segio Perez sono appaiati in classifica a 290 punti. In virtù delle tre vittorie (una in più del messicano) è il ferrarista ad essere secondo in graduatoria. Ad Abu Dhabi la spunterà chi fa un punto in più e Max potrebbe essere prezioso nel realizzare questo scenario.

E’ nei fatti che il bi-iridato può dimostrare auspicabili e necessari segnali di redenzione dopo una domenica mediaticamente nera. Sempre che il suo intento sia quello di vedere il collega di casacca alla sue spalle nella classifica finale. Un team mate terzo allontanerebbe l’idea – da molti condivisa – che il titolo sia stato più frutto del genio di Adrian Newey che delle “giocate” del pilota che, va sottolineato per evitare strumentali fraintendimenti, ha guidato in maniera sublime. A voler essere cattivi, Max avrebbe da guadagnare da un Leclerc piazzato…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, Mercedes AMG
Oracle Red bull Racing

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Diego Catalano