Nel giorno in cui si celebra il quattordicesimo anniversario della vittoria del suo primo titolo iridato si parla del prosieguo di una carriera costellata di trionfi e record. Lewis Hamilton e la F1: un rapporto ancora solidissimo e che non mostra segni di incrinatura. Il sette volte titolato ha però un legame ancor più forte di quello che si configura con la classe regina. Alludiamo ovviamente all’intesa con Mercedes.
Tutta la storia iridata del trentasettenne di Stevenage si è consumata sotto l’ala protettrice della Stella a Tre Punte. Una confortevole ombra sotto la quale il ragazzino è diventato uomo e il novello conducente si è trasformato in un monolite della F1. Non c’è gran premio dei 103 ottenuti senza un motore prodotto a Brixworth a spingerlo. Non c’è podio dei 190 raccolti in quindici anni che non sia stato firmato dal supporto degli ingegneri della casa di Stoccarda.
E’ nella stagione delle difficoltà – perché il 2022 è stato un anno che gli anglo-tedeschi ricorderanno più per le frustrazioni che per le sparutissime gioie – che si sente più forte il desiderio di stringersi e di compattarsi. Lewis Hamilton ha contribuito a portare per mano la W13 fuori dalla sabbie mobili del porpoising che producevano prestazioni scadenti e non in linea con le ambizioni di una scuderia reduce da otto anni di trionfi che avevano portato 15 titoli totali.
Il plurititolato pilota di Stevenage ha accettato di sobbarcarsi la squadra sulle spalle mettendo in preventivo un’annata difficile e avara di soddisfazioni. Un “lavoro sporco” che nella testa del campione ha una data di scadenza: 20 novembre 2022, giorno del Gran Premio di Abu Dhabi che chiude il campionato. Da quel momento Lewis inizierà a programmare l’operazione titolo 2023. Perché il vero obiettivo non è la vittoria di tappa che potrebbe non arrivare più da qui al termine, bensì quell’ottava corona d’alloro sfumata in circostanze molto discutibili.
Per realizzare ciò serve prolungare il legame per sentire ancora più fiducia intorno a sé. Perché la sfera psicologica, in uno sport così al limite come la F1, fa la differenza. Ed essere nella piena e totale comfort zone significa limare decimi, prodursi in sorpassi più azzardati, muoversi in manovre difensive più solide. Insomma, sentirsi protetti per alzare l’asticella e mettersi in modalità cacciatore: “Hammertime“.
Hamilton, nei giorni scorsi, ha rotto gli indugi affermando che nei prossimi mesi sarà raggiunta un’intesa per il prolungamento contrattuale con Mercedes. Azione che precederà quindi l’avvio del campionato 2023 che non sarà disputato con la spada di Damocle della scadenza a pendere sul capo.
“Il mio obiettivo è continuare a correre con la Mercedes. Sono con loro da quando avevo 13 anni, è la mia famiglia. Mi sono stati vicini nella buona e nella cattiva sorte. Come quando, ad esempio, sono stato espulso da scuola. Sono rimasti con me quando ho fatto errori e quando la stampa ha scritto stronzate. Sono stati al mio fianco negli alti e nei bassi. Credo davvero in questo marchio e nelle persone che fanno parte dell’organizzazione. Voglio essere il miglior compagno di squadra possibile per loro perché penso che possiamo rendere il marchio ancora migliore, più accessibile e più forte di quanto lo sia già ora. E credo di poter essere parte integrante di tutto ciò“.
Una dichiarazione d’amore in pieno stile quella del britannico che trova sponda a supporto nel co-proprietario e team principal di Mercedes AMG F1, Toto Wolff: “Non abbiamo ancora iniziato a parlare con Lewis, ma la nostra intenzione è quella di finire la stagione e poi trovare un po’ di tempo, nel corso dell’inverno, per iniziare a trattare con Lewis che per noi molto più di un pilota. Anche se non è un driver a fine carriera parleremo anche del suo ruolo di ambasciatore della Mercedes e dei numerosi sponsor che abbiamo in comune. Ma anche dell’impatto che può avere sul nostro pubblico“.
L’arco temporale dell’imminente intesa è molto ampio. Lewis, nel medio termine, sarà ancora il pilota che in pista difenderà i colori del colosso automobilistico di Stoccarda. Al suo fianco ci sarà ancora George Russell il cui contratto spira a fine 2023. Un documento legale la cui riscrittura è più che scontata, specie dopo una 2022 solidissimo. Hamilton, che potrebbe prorogare la scadenza al 2025, diventerà poi un vero e proprio ambasciatore del marchio tedesco che, dal canto suo, intende continuare a supportare il pilota nelle sue iniziative di inclusione e tutela delle minoranze come quelle sublimate nella commissione che reca il suo nome.
La carriera del britannico, dunque, non è destinata a terminare a breve come qualcuno aveva preconizzato dopo i fatti di Abu Dhabi 2021 che, probabilmente, dopo lo shock iniziale, sono stati benzina in quel potentissimo motore che è la brama di riscatto. Ma anche quando arriverà il momento di appendere il casco al chiodo, Hamilton rimarrà nell’ecosistema Mercedes continuando ad imporre la sua visione delle cose grazie ad un team cresciuto in simbiosi col pilota.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG