Uno degli spunti del finale di stagione della F1 2022 consiste nel duello a distanza ravvicinata tra Ferrari e Mercedes legato alla classifica riservata ai costruttori. Nella prima parte del campionato i punteggio del team di Brackley è stato figlio dell’incredibile affidabilità del mezzo e della consistenza del duo Russell/Hamilton.
Viceversa le prestazioni della W13 B non lasciavano spazio ad alcuna velleità di poter raggiungere Red Bull e Ferrari. Il primo acuto delle frecce di argento è stata la pole position di George all’Hungaroring e i primi giri della gara condotti in testa, in modo autorevole, dal giovane talento inglese.
Nonostante la F1-75 si fosse dimostrata nettamente superiore alla monoposto tedesca, i numerosi inconvenienti tecnici unitamente a marchiani errori strategici, hanno contribuito a contenere il distacco nella classifica costruttori tra le due squadre entro limiti inferiori al reale potenziale delle rispettive auto.
Dopo la lunga pausa estiva, le frecce d’argento hanno continuato a manifestare evidenti difficoltà sul giro secco, tuttavia, in maniera progressiva, le performance in gara hanno consentito agli alfieri Mercedes di poter combattere con la Ferrari prima e Red Bull poi.
Le ultime due tappe oltreoceano, Austin e Città del Messico, hanno riproposto il duello molto atteso dai fan tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. Merito certamente dell’enorme talento dell’epta campione del mondo di Stevenage, finalmente assistito da un mezzo all’altezza della sua classe.
Il duello a distanza con la storica scuderia Ferrari nella classifica costruttori, dal Gran Premio del Belgio in poi, risulta più che emblematico. La rossa ha conquistato 153 punti contro i 143 raccolti dagli uomini capitanati da Toto Wolff. Un sostanziale equilibrio aritmetico che, analogamente alla prima parte della stagione, non fotografa qualitativamente i rapporti di forza tra la monoposto del Cavallino Rampante e la W13 B.
Esiste poi un dato incontrovertibile: nell’arco delle gare disputate dopo la pausa estiva, Mercedes ha partecipato nella lotta per la vittoria in almeno due circostanze, Stati Uniti e Messico, mentre Ferrari si è giocato il primo gradino del podi nel solo Gran Premio di Singapore. Scenario impronosticabile sino a giugno. D’altronde, la storia insegna che in F1 tutto può cambiare in un battito di ciglio.
Parliamo chiaro, il livello della W13 B a inizio stagione ha convinto l’area tecnica a lavorare in chiave 2023. Dopo una lunga fase di comprensione e mitigazione del fenomeno del porpoising, infatti, è iniziato il piano di sviluppo della monoposto costituito da molteplici update. Contesto che ha consentito all’area diretta da Mike Elliot di conferire maggior carico aerodinamico all’avveniristico concept sidepod zero.
Ad Austin è stato introdotto il secondo pacchetto più importante della stagione dopo quello di Silverstone e i risultati non sono tardati ad arrivare. Dal fine settimana a stelle e strisce si può affermare, senza ombra di dubbio, che Mercedes sia diventata la diretta rivale della RB18 almeno sul passo gara.
Un competitor non in grado di vincere, ma che comunque potrebbe approfittare di una delle sempre più rare défaillance dello straordinario sodalizio Verstappen/Red Bull, per puntare ad una vittoria di tappa. Probabilmente quello introdotto in Texas sarà il più grande aggiornamento su una delle monoposto dell’intero schieramento fino al termine della stagione e ciò si presta a diverse riflessioni.
Il team tedesco, con ogni probabilità, è riuscito a gestire in maniera “virtuosa” il budget a propria disposizione, al punto di essere l’unico team a portare un sostanzioso package di aggiornamenti nella fase finale del campionato.
Il condizionale è d’obbligo e dovrà essere certificato dal Cost Cap Administration a tempo debito. Tuttavia, risulta davvero remota l’ipotesi che Mercedes possa macchiarsi della medesima infrazione aspramente contestata a Red Bull.
In secondo luogo è assai remota l’ipotesi che una squadra continui a sviluppare una monoposto se ritiene che la filosofia aerodinamica alla base della stessa sia completamente fallimentare. Tale perseveranza rende verosimile l’ipotesi che nella W14 sarà presente parte del DNA aerodinamico della W13 B.
I tecnici di Brackley hanno dato una grande dimostrazione di recupero sommata ad una caparbia fiducia nel concept aerodinamico, che tanto aveva stupito in fase di simulazione in galleria del vento. Un’ostinata perseveranza nonostante i fallimentari riscontri in pista.
Forse questa è la più grande vittoria del team Mercedes del 2022:credere nelle proprie idee e renderle effettive. In altri team si sarebbe aperta una sterile quanto dannosa caccia alle streghe, dinamica osservata diverse volte negli ambienti della Scuderia Ferrari nella sua ultra decennale storia…
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Oracle Red Bull Racing