A motori spenti e a ruote ferme è tempo di bilanci definitivi. I team stanno affrontando i consuntivi annuali e la Mercedes, forse la grande sconfitta della stagione 2022, non è esente da questo necessario processo. Ripercorrere le tappe del campionato può sembrare un calvario sportivo ma è un atto obbligatorio per capire dove come e quando l’annata ha preso quella china che ha portato gli ex campioni del mondo e dominatori della F1 a chiudere a 244 lunghezze dalla Red Bull che l’anno passato era arrivata seconda nella graduatoria costruttori.
A Brackley, dunque, è il momento di comprendere per ripartire. E’ in corso, anzi si è avviata da tempo, una profonda analisi dei dati emersi dall’azione della W13 sui 22 palcoscenici su cui si è esibita. L’obiettivo dei tecnici è capire – e sembra un gioco di parole – perché la macchina non è stata compresa a fondo. Perché il mezzo non è quasi mai risultato prevedibile nel comportamento o nell’adattamento alle piste che si susseguivano.
James Vowles, capo degli strateghi della Mercedes, ha spiegato come la W13 resti, in alcuni elementi, un oggetto misterioso. Un rompicapo irrisolto e sul quale, forse, non vale la pensa profondere troppe energie se non per evitare di replicare i medesimi errori con la nascente W14. Nel corso dell’anno lo staff capitanato da Mike Elliott ha via via scoperto una serie di nuovi elementi che emergevano dalla pista. E’ stato necessario maneggiarli per poi approntare un piano di sviluppi che in qualche misura ha sortito degli effetti positivi.
L’ingegnere britannico ha infatti sottolineato la bontà del processo evolutivo compiuto dalla Freccia d’Argento che è stata in grado di vincere in Brasile nonostante una partenza al rallenty: “Dobbiamo confrontare dove eravamo a fine anno non tanto col Bahrain, dove siamo stati abbastanza competitivi dopo i test, ma con Melbourne e Imola“. Vowles si riferisce, chiaramente, alle prime piste “normali” per condizioni su cui si è corso, laddove la W13 ha palesato difficoltà elevatissime. Parametrando le prestazioni sciorinate nell’ultima parte di stagione con quelle offerte, ad esempio, a Baku, è chiaro che vi sia stato un deciso passo in avanti.
“Abbiamo avuto alti e bassi. La W13 ha elementi che crediamo di aver capito e alcuni che non sono stati spiegati ancora del tutto. Nel corso della stagione siamo riusciti a sviluppare meglio dei nostri concorrenti, abbiamo strutture che ci permettono di progredire meglio rispetto a loro – ha proseguito il tecnico – Ma abbiamo ancora dei passaggi a vuoto. E il Gran Premio di Abu Dhabi lo ha mostrato bene“.
Le parole sopra riportate sono molto interessanti. Vowles ha alluso alla capacità di sviluppo in corsa e al possesso di strutture – ed evidentemente competenze – che consentono alla Mercedes di smuoversi più rapidamente della concorrenza dalle sabbie mobili. Un fattore di cui tener conto nel futuro immediato, specie se a Brackley saranno in grado di sfornare una macchina che stia sin dal principio sullo stesso livello di competitività delle rivali più accreditate.
Partire alla pari, insomma, per poi “scappar via” col dipanarsi del mondiale. In soldoni, ciò che ha provato a fare nel 2021 quando la W12, per lunghi tratti, soccombeva alla RB16B. Salvo poi, nell’ultimo terzo di mondiale, prendere a correre dopo aver messo a punto il pacchetto di update presentato a Silverstone. Segno tangibile che, nonostante budget cap e limitazioni al lavoro aerodinamico imposte del regolamento, quell’attitudine a crescere a campionato in svolgimento non è smarrita. Una traiettoria che sembra l’esatto opposto di quella descritta dalla Ferrari che, in questo 2022, si è mossa col passo del gambero chiudendo con una progressiva decrescita prestazionale.
La dimostrazione del fatto che si punti forte sul saper crescere in corso d’opera – elemento rafforzato dal maggiore numero di ore di lavoro a disposizione rispetto a Ferrari e soprattutto a Red Bull – scaturisce dalle seguenti dichiarazioni di Vowles che è ben conscio del fatto che Mercedes non possa permettersi, se cova velleità di successo, di scattare nuovamente con un handicap.
“Dobbiamo recuperare il gap durante l’inverno e credo che Mercedes abbia ottime procedure e validi sistemi operativi per farlo. Lo sviluppo che avete visto nel corso della stagione continuerà anche durante l’inverno e credo che l’anno prossimo saremo molto forti“.
Parole che vanno ad adeguarsi a quelle espresse da Toto Wolff che, pur piegato da un pragmatismo solidissimo, ritiene che vi siano gli elementi per ritornare in pianta stabile a lottare per il vertice. Se questo, poi, basterà per avere la meglio su Red Bull, Ferrari o qualsiasi altro competitor che possa emergere dal ventre del Circus lo capiremo solo nei mesi a venire.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG