Formula 1

Dal riassetto politico della F1 emerge una Mercedes più debole

La F1, fin dalla sua nascita, è sempre stata uno sport in cui la lotta non veniva disputata solo in pista. La politica nel Circus ha infatti sempre avuto un ruolo chiave anche nei cicli di domini che ci sono stati negli anni. Come ogni cosa, anche questo ramo della categoria ha subìto dei cambiamenti, con team che nel tempo hanno acquisito o perso potere anche a seconda dell’andamento dei mondiali. La scuderia che negli ultimi anni non ha avuto rivali, sia in pista che fuori, è stata Mercedes; il suo potere però sembra pronto a confrontarsi con alcune restrizioni.

Le ultime stagioni in particolare hanno posto la F1 di fronte ad un quadro in cambiamento. Red Bull ha infatti rivendicato il suo peso politico; una battaglia che anche in casa Ferrari sembrano pronti a combattere di nuovo. Situazioni che, ovviamente, sono andate e andranno a discapito di chi per anni ha dominato. Un primo assaggio del cambiamento sembra giunto dalla stessa FIA. La rimozione dal ruolo di Segretario Generale di Shaila-Ann Rao potrebbe infatti non essere frutto solo di un contratto temporaneo. Forse è infatti simbolo di una Mercedes che dovrà tornare ad avere rivali anche in campo politico.

Shaila-Ann Rao, FIA

F1. Shaila-Ann Rao-FIA: dietro alla separazione solo la fine del contratto?

Il mondiale 2022 di F1 ha riportato alla luce quelle battaglie che già dalla stagione precedente, ma non solo, avevano animato l’anno. I cambi di regolamento spesso nascondono infatti le spinte, non sempre discrete, da parte di quei team che a livello politico hanno una determinata forza. Come spesso sottolineato, la politica in F1 è sempre stata fondamentale. Avere un determinato peso a livello decisionale è infatti un vantaggio invidiabile. Nel corso del 2022 si è così assistito ad una lotta di potere che forse poco aveva a che fare con quanto accadeva in pista.

La famosa Direttiva Tecnica 039 ha infatti tenuto in balìa per mesi il mondo della F1. Da quella che sembrava essere la sua entrata in vigore immediata nel GP del Canada è infatti passato molto tempo prima che ufficialmente i team avessero a che fare con tale modifica. Il cambio regolamentare per il quale è intervenuta la FIA per motivi di sicurezza ha sempre destato parecchi dubbi. Il primo di questi è arrivato proprio in Canada dove Mercedes, nel giro di una notte, era già pronta con una vettura che seguisse i nuovi termini del regolamento. Una velocità che ha non poco insospettito.

Col tempo alla TD39 è stato poi associato un nome, ovvero quello di Shaila-Ann Rao; una donna Mercedes passata in FIA con l’incarico temporaneo di Segretario Generale. E proprio la Rao ha destato i maggiori sospetti, venendo poi additata non solo come colei che aveva spinto per la nuova Direttiva, molto voluta da Mercedes, ma anche come la possibile causa della celere prontezza mostrata dal team di Brackley. Dopo sei mesi di lavoro con la FIA, quest’ultima ha così annunciato la rimozione della Rao dal suo ruolo. Una separazione che sembra arrivare più per non fomentare le voci che per l’effettivo termine della collaborazione.

Chris Horner (Oracle Red Bull Racing) e Mohammed Ben Sulayem (Presidente FIA) a colloquio al muretto box del team inglese

F1. Separazione Rao-FIA: il primo segno di un potere Mercedes che diminuisce?

I cambiamenti che la F1 sta affrontando, e ha affrontato, non sono unicamente tecnici o sportivi. Le forze politiche infatti sono spesso cambiate, segnando dei cicli con un inizio e una fine come accade anche nelle battaglie per i titoli. Negli anni si è vista, per esempio, una Ferrari perdere il suo peso politico, mentre una Mercedes iniziava la sua scalata alla vetta. Puntare sui motori turbi-ibridi e passare dai test reali, punto di forza della Rossa, a quelli virtuali hanno infatti rappresentato due capisaldi in un’era che Mercedes ha dominato.

I cicli però finiscono e la rimozione della Rao dal suo ruolo in Federazione potrebbe proprio essere il simbolo di questa fine. Una messaggio forte che denota l’inizio della perdita di potere politico da parte del team guidato da Toto Wolff. In casa Mercedes hanno sempre vantato la capacità di saper trattare a livello di governance. Gli anni di assoluto dominio ne sono poi stati una conferma. Il team di Brackley appariva infatti come difficile da contrastare, non solo in pista, ma anche fuori da essa.

Toto Wolff (Mercedes AMG) e Chris Horner (Oracle Red Bull Racing) si scambiano complimenti dinanzi alla coppa che va al Campione del Mondo Costruttori

Le stagioni di vittorie su vittorie hanno certo contribuito a far crescere il potere Mercedes; questo però non è stato l’unico motivo a favorire la scuderia delle Frecce d’Argento. Durante quelle stagioni infatti è mancato il potere da parte degli altri team; non c’era quella che in politica è detta appunto opposizione, una forza in grado anche solo di mettere in discussione la forza Mercedes. Al termine del 2022 qualcosa però sembra essere cambiato. O meglio, in fase di cambiamento. Red Bull infatti è uscita dal buio che ha attraversato dopo i quattro titoli dell’era Vettel, pronta riprendersi quel posto da prima forza che per anni è mancato. Il team di Milton Keynes non è però l’unico.

La Ferrari infatti sembra aver riacquistato un po’ di quello che aveva perso, tanto che “l’alleanza” con Red Bull contro la TD39 ha permesso di rimandare per molto la sua entrata in vigore. Il 2022 ha poi messo in evidenza un altro aspetto mancato negli anni. In F1 non esistono infatti solo quelli che ad oggi sono i tre top team. Ogni scuderia è chiamata a giocare il suo ruolo, ad avere una voce, e quest’anno più di una squadra ha tolto il cerotto dalla propria bocca. Un aspetto che, unito a quanto deciso sulla Rao, potrebbe davvero significare la fine dello strapotere che Mercedes ha detenuto, quasi indisturbata, per anni.


Autore: Chiara Zambelli@chiarafunoat

Foto: F1,

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Chiara Zambelli