Meno di due mesi fa, era martedì 20 settembre, la FIA ha diramato il calendario di F1 2022. 24 appuntamenti in lista, qualche abbandono non doloroso, conferme auspicate, ritorni più o meno attesi e la novità dei Las Vegas che ieri, con spettacoli sfarzosi e un po’ pacchiani, ha presentato al mondo l’evento alla presenza dei piloti Mercedes e Red Bull.
In linea di massima – e sposando il punto di vista del tifoso – avere 24 gare è una nota positiva. Il dilatamento del calendario racconta di una Formula Uno in piena salute. Se il paradigma tutto spettacolo ed adrenalina voluto degli americani (che non sempre riesce ad operare al “massimo dei giri”, vedi Monza) fosse in crisi, di certo non avremmo un così pingue numero di manifestazioni che si rendono necessarie per soddisfare la fame di motori della fan base e la voglia di molti Paesi in giro per il mondo di vedere i bolidi a ruote scoperte sfrecciare sulle proprie piste.
Di positivo c’è anche il mantenimento dei gran premi di Montecarlo e di Spa Francorchamps che per ora ha rinnovato per un solo anno in attesa di solidificare il legame, se ce ne saranno le condizioni, nella stagione che verrà. Ma esiste anche il rovescio della medaglia rappresentato dalla mancata regionalizzazione del programma che era stato in qualche modo anticipato da Stefano Domenicali.
La disposizione degli eventi cozza con quanto affermato dall’esponente di spicco di Liberty Media che aveva parlato di razionalizzazione della logistica per andare incontro a due istanze ben chiare: ecosostenibilità della categoria e ristrettezze finanziarie dei team dovute al budget cap che, è bene ricordarlo, dal 2026, sarà fissato in soli 130 milioni di dollari annuali.
La F1 intendeva definire il calendario per macroaree col fine di evitare spostamenti dispendiosi, inquinanti ed illogici. “Dobbiamo adattarci a situazioni che mutano rapidamente sul fronte logistico” aveva asserito Domenicali che aveva apertamente alluso alla necessità cogente di avere una lista razionalizzata su aree geografiche più coerenti.
Sfide che evidentemente il colosso statunitense dell’intrattenimento ha perso perché hanno vinto gli interessi particolaristici che, come spesso accade, hanno preso il sopravvento sulla logica culturale che Liberty Media vuole sponsorizzare. Quella “svolta green” nella logistica dei trasporti resta, ad oggi, una scatola ben confezionata che all’interno è colma di contraddizioni e promesse che vanno da quelle false a quelle non mantenute.
Ne è uscito dunque un calendario zeppo di date che metterà alla prova la tenuta psicofisica di chi lavora sul campo ma anche di chi, da remoto, prepara le vetture e tutto ciò che ad esse ruota intorno. Ciò che vediamo in pista è solo la punta di un iceberg di proporzioni enormi. Ed è questa base che rende possibile la vita del Circus. Che va quindi tutelata in qualche maniera.
L’ingolfamento delle tappe ed i ritmi sincopati coi quali si schizza da un capo all’altro del globo seguendo la logica del danaro e non quella delle necessità umane, sta determinando una rimodulazione dei cicli di lavoro. Oltre alla canonica pausa estiva, difatti, c’è qualcuno che chiede che le maestranze ed i tecnici, anche per venire incontro alle necessità derivanti dalla presenza del budget cap, osservino un periodo di pausa anche in inverno, proprio quando si stanno effettuando gli sforzi maggiori per definire le auto dell’anno successivo.
Toto Wolff è il capofila di un movimento che chiede un nuovo slot di pausa per i proprio dipendenti: “È fantastico che questa stagione si concluda un paio di settimane prima rispetto all’anno scorso anche perché i dipendenti sono al limite. Penso che concorderemo con le squadre una pausa invernale. Non tutti sono d’accordo, ma lo faremo per il nostro staff. Una o due settimane di vacanza in inverno andranno a vantaggio di tutti“. Quindi, al di là delle decisioni che verranno prese, Mercedes concederà dei giorni extra di riposo ad alcune categorie di lavoratori.
“Il lavoro in fabbrica continuerà anche a Natale e Capodanno – ha spiegato il dirigente austriaco – ma la squadra corse, che va da un posto all’altro per tutta la stagione, potrà riposarsi. Molti capi squadra vorrebbero ripetere quanto avviene in estate: una pausa obbligatoria di due settimane che includa Natale e Capodanno. Se ne sta ancora discutendo, ci sono segnali positivi. Sono sicuro che, per il bene del nostro personale, saremo d’accordo“.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG