Formula 1

Mercedes ha imparato a perdere per ripartire nuovamente

Non è stato semplice rimodulare ambizioni e cambiare drasticamente una forma mentis che era stata costruita, mattoncino dopo mattoncino, in otto anni di imperio che hanno permesso alla Mercedes di scrivere nuovi record della F1 che difficilmente verranno ribaltati negli anni a venire. Quindici titoli in otto anni – che potevano essere sedici senza il pasticcio grossolano di cui si è reso protagonista Michael Masi in occasione del GP di Abu Dhabi 2021 – è un bottino che fa tremare i polsi. E che genera una consapevolezza ed una stima di se stessi che probabilmente è incompatibile col mezzo fiasco che è stato il mondiale 2022.

La causa della discesa negli inferi degli uomini di Brackley ha un nome: W13 E Performance. Di queste ultime, le prestazioni, se ne sono viste ben poche. Una vettura che si è accesa raramente e senza preavviso, che ha fatto dannare l’anima ai tecnici e sudare le proverbiali sette camicie ai piloti che hanno assaggiato gioie sporadiche e sistematiche frustrazioni. Tanto che Hamilton, per la prima volta in carriera all’asciutto di trionfi nell’anno solare, ha apertamente riferito che la vettura è stata un incubo di cui non vuol più sentir parlare.

Il momento del contatto tra Lewis Hamilton (Mercedes AMG) e Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) durante le fasi iniziali del Gp Brasile del 2022

F1. Mercedes: la rabbia e la consapevolezza

I campionati 2021 e 2022 si sono chiusi in un contesto mediatico-comunicativo del tutto opposto. Undici mesi e mezzo fa Mercedes, nonostante la vittoria dell’ottava coppa costruttori consecutiva, urlava la sua rabbia per una gran premio in cui la mano della direzione gara è stata troppo presente per considerare normale quanto accaduto. Oggi, a distanza di una settimana dall’ultima bandiera a scacchi, i toni sono del tutto diversi, figli della razionalità e non dell’emotività. E soprattutto frutto di un processo di acquisita consapevolezza che dalle sconfitte possano germogliare i semi delle future vittore.

Due piani psicologici del divergenti, quindi, che sono ben sintetizzati dalle parole di Toto Wolff. Ed è per questo che il dirigente viennese, quando gli è stato domandato quale stagione considerasse più dolorosa tra le ultime due, non ha esitato a riferirsi a quella del 2021: “Senza alcun dubbio l’anno scorso, sia per come è stato forte che per come è finita. Si è trattato di qualcosa fuori controllo, non gestibile dalla tue mani“.

Toto Wolff, team principal della Mercedes AMG F1 Tram

Ho perso il controllo e il mio senso di correttezza. Questo era totalmente contrario ai miei valori. Il 2022 non è stato così potente in termini di emozioni – ha spiegato Wolff – perché sapevamo fin dall’inizio che la macchina non era abbastanza buona. Lo abbiamo capito lentamente ma in maniera inesorabile.

E’ come se avessimo sbucciato un cipolla: togli uno strato e pensi di risolvere il problema. Ma poi c’è il prossimo e il prossimo ancora. Solo dopo abbiamo iniziato a comprendere dove questa macchina non era davvero buona e dove invece poteva funzionare. Quindi abbiamo cercato di concentrarci su alcune piste che potevano essere favorevoli, ben consoci che altrove (come Abu Dhabi), avremmo dovuto limitare i danni“.

La differenza sta tutta nel fatto che nel 2021 Mercedes non ha potuto controllare un destino scritto da altri; mentre nel 2022, anche se la macchina si è rivelata perdente, la cosa è dipesa del proprio lavoro: “È stato fatto da noi, l’anno scorso no. Sapevamo di aver sbagliato con la W13; siamo consapevoli che altri hanno fatto un lavoro migliore. Quindi va bene così“.

George Russell (Mercedes AMG) nella corsi di uscita dei box – GP Abu Dhabi 2022

F1. Hamilton il serafico guarda al 2023 dopo un anno di crescita

Una consapevolezza, quella del clan Mercedes, di cui è cartina di tornasole l’approccio di Lewis Hamilton. 103 vittorie, sette titoli e decine di record che da soli basterebbero per far sbattere i pugni sul tavolo dei dirigenti. No, il britannico ha abbracciato la croce e ha provato a risolvere i problemi della monoposto svolgendo un lavoro che, alla fine, lo ha penalizzato in classifica rispetto al compagno. Evidenza sottolineata a più riprese dei Vowles, Elliot e Shovlin e dallo stesso Toto Wolff.

In questo momento – ha riferito Hamilton – sto solo pensando al mio inverno. Passerò tempo con la famiglia a costruire pupazzi di neve giorno dopo giorno con mia nipote e mio nipote e insegnare loro a sciare e ad essere solo dei bambini. Mi divertirò con mia madre, con la quale avrò conversazioni profonde. Poi farò allenamento e seguirò un’alimentazione sana“.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 Team) – Gp Abu Dhabi 2022

Sul 2022 appena archiviatosi Hamilton è sembrato serafico e non ha mostrato segni di frustrazione per la vittoria mancata: “Onestamente, sarebbe stato bello avere una vittoria. Ma sarebbe stata sufficiente? No. Quando abbiamo ottenuto il nostro primo quinto posto, è sembrata una vittoria. Quando abbiamo ottenuto il nostro primo quarto, sembrava una vittoria. Quando abbiamo raggiunto il nostro primo podio, sembrava una vittoria. E quei secondi sembravano davvero qualcosa di importante. Quindi me li terrò stretti“.

Un anno di apprendistato per gli ex campioni del mondo che hanno visto Red Bull volare via e Ferrari farsi sotto, mettere la freccia e superare. Una stagione di lunghe riflessioni e di lucide analisi sulle quali fondare il ritorno al vertice. Perché, come i fatti hanno dimostrato, la rabbia esplosiva, lecita e comprensibile, non ha aiutato Mercedes a lavorare al meglio. La razionalità e il pragmatismo scaturenti da questo 2022, di contro, serviranno a far sviluppare quegli strumenti che l’anno venturo dovranno servire per ritornare lassù.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG

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Diego Catalano