La Red Bull è stata senza ombra di dubbio la grande protagonista della stagione 2022 della F1. Il costruttore di Milton Keynes ha bissato il titolo piloti vinto con Max Verstappen la passata annata ed ha centrato il quinto mondiale costruttori della propria storia dopo il poker di successi iridati dal 2010 al 2013. Il merito del trionfo anglo-austriaco è anche dovuto alle prestazioni monstre della RB18, un vettura in grado, sino ad adesso, di cogliere ben sedici successi di tappa stagionali, quattordici col bi-campione del mondo e due con Sergio Perez.
Tuttavia, delle nubi nere hanno oscurato la trionfale annata del costruttore anglo-austriaco. Introdotto l’annata scorsa, il budget cap di 145 milioni ha rappresentato una normativa finanziare voluta dalla FIA e, assecondata dai team, è servita per livellare le prestazioni in pista delle differenti monoposto. Alla vigilia del GP di Singapore, hanno cominciato a girare le prime indiscrezioni secondo cui la Red Bull avesse violato il tetto di spesa nel campionato antecedente.
Le indiscrezioni sono state poi confermate dall’indagine FIA che lo scorso 9 ottobre ha comunicato al costruttore di anglo-austriaco, come dichiarato da Christian Horner, lo sforamento del tetto massimo proprio nel giorno in cui l’olandese trionfava sia per la vittoria del GP del Giappone a Suzuka sia per il bis iridato. Il Team Principal, tramite una conferenza stampa in occasione della tappa messicana, ha spiegato come la squadra abbia accettato l’accordo con la FIA in relazione alle sanzioni imposte.
Ma come è giunta la fuga di notizie antecedentemente alla tappa di Marina Bay in merito a una possibile violazione del budget-cap da parte della Red Bull? Lo ha spiegato Helmut Marko all’emittente televisiva RTL: “Poiché il limite di costo è stato applicato per la prima volta, questa sanzione draconiana è stata imposta ovviamente anche sotto la pressione delle altre squadre”.
Marko insinua che la responsabilità sia di Shaila-Ann Rao, l’ex consulente legale della Mercedes che passò dal costruttore tedesco a ricoprire un ruolo nella FIA: “Dopo tutto, le informazioni sono uscite in anticipo, che in realtà solo una squadra aveva. Naturalmente, ci sono molte dinamiche politiche coinvolte in questi casi. Ma è strano questo aspetto: un dipendente della Mercedes si è trasferito alla FIA, ha lavorato su questi documenti per il limite di costo alla Mercedes ed è stato poi responsabile del loro controllo alla FIA”.
“Secondo il nostro punto di vista – ha proseguito il dirigente austriaco – vi è certamente una violazione della conformità o almeno un’indicazione di violazioni della conformità. Non fa una buona impressione, ma al tempo stesso sono convinto che la situazione inerente al budget-cap diventerà molto più chiara nei prossimi anni. Pertanto stiamo incrementando le risorse umane nel nostro settore finanziario, in modo da avere la sicurezza necessaria” ha concluso Marko.
I campioni del mondo in carica hanno sforato il tetto di spessa relativo al budget cap dell’1.6% con conseguente multa di sette milioni di dollari e sopratutto una riduzione del 10% dei tempi di sviluppo della RB19 nella stagione 2023 della F1. Proprio la percentuale di sviluppo in meno potrebbe risultare decisiva nella stagione che verrà per quanto concerne i valori in pista.
F1-Autore: Dennis Ciracì–@dennycira
Foto: Red Bull Racing, FIA