mercoledì, Dicembre 18, 2024

Ferrari, la certezza è l’incertezza: dopo l’addio di Binotto restano scenari onirici e ipotesi nostalgiche

L’unica certezza in Ferrari è che non v’è certezza. A nove giorni dalla fine del campionato di F1 2021 e ad un centinaio dall’inizio di quello successivo tiene ancora banco la questione relativa alla successione di Mattia Binotto le cui dimissioni state accettate dalla dirigenza rossa come potete leggere nel seguente focus: clicca qui.

Giorni tumultuosi nell’ecosistema cui fa riferimento la Ferrari. Ieri sera lo scossone in casa Juventus con “l’azzeramento” fulmineo del presidente Andrea Agnelli e di tutto il consiglio d’amministrazione. Una mossa inattesa, che forse spiega l’apparente immobilismo di John Elkann che sta gestendo i destini del club torinese prima di metter mano a quelli ferraristi. Ma sono ipotesi che al momento non possiamo confermare con controprove fattuali. Fatto sta che il procrastinare all’anno nuovo la scelta del nuovo capo della GES indica che sono attimi frenetici e convulsi nelle stanze del potere rosso.

Di certo c’è che oggi, 29 novembre 2022, la Ferrari non ha più a il numero uno delle “cose sportive”. Fluiscono automatiche ed inevitabili, quindi, le ipotesi su un nome che possa sostituire il dirigente di Losanna. E in questi giorni di congetture se ne stanno producendo tante, troppe e clamorose.

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Benedetto Vigna, Amministratore Delegato Scuderia Ferrari

F1. Ferrari: il dopo Binotto è avvolto dalla nebbia

La soluzione più naturale, ossia che Binotto restasse al suo posto, è sfumata poche ore fa. Il tempo è poco e il campionato 2023 è alle porte. Serve dunque uno “switch” rapido. Allora sono due le opzioni più comode: la prima riconduce direttamente a Benedetto Vigna, amministratore delegato della Ferrari, che potrebbe ricoprire l’incarico ad interim. Non un tecnico come Binotto, ma un esperto di materie finanziarie ed uno scafato gestore di risorse umane. Una figura che giocherebbe con sicurezza anche sui tavoli della politica del motorsport. Quindi il pedigree sarebbe ampiamente all’altezza del ruolo. Ma si tratterebbe pur sempre di una soluzione pro tempore. E Maranello cerca stabilità.

Allora l’altro nome che viene in mente è quello di Frédéric Vasseur. Una figura di cui si parla molto, forse troppo. “Chi entra papa nel conclave, ne esce cardinale“. La massima potrebbe essere quanto mai attuale perché è strano che non si affondi ancora il colpo. Il TP della Sauber ha comprovata esperienza ma reca con sé dei concetti divisivi che vorrebbero mettere al centro della Scuderia Charles Leclerc affibbiando a Carlos Sainz il ruolo di scudiero designato. Oggi in Ferrari serve stabilità, non l’ennesima guerra civile tra clan rivali. Forse è questo che frena l’arrivo del dirigente francese che, intendiamoci, non è affatto un’ipotesi peregrina.

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la concentrazione di Frédéric Vasseur, team principal della scuderia svizzera Alfa Romeo Racing

E poi ci sono gli scenari onirici. Quei panorami immaginati in stato di semi incoscienza che stimolano le piazza ma che è quasi impossibile da rendere concreti. Il primo sembra una boutade ed arriva direttamente dalla terra dei Tulipani. Gli spifferi olandesi riportano che la dirigenza ferrarista, nel giro di consultazioni necessario per scegliere il primo ministro del governo rosso, abbia sondato la nientepopodimeno che lo “Spice Boy” Christian Horner mettendo sul piatto un ingaggio dorato e una certa libertà di manovra che a Maranello è sempre tanto decantata ma poco applicata.

Certo che Horner sarebbe stato un colpaccio perché ha doti dirigenziali uniche e sa muoversi con destrezza nelle stanze del potere. E la sentenza morbidissima sull’infrazione delle regole finanziare ne è una dimostrazione lampante. La sensazione è che sia stato il manager inglese a spuntarla su Ben Sulayem che non è sembrato poi così risoluto nella gestione di questa vicenda. Ma è un’altra storia e non interessa ai nostri scopi. Horner, per chiudere, avrebbe ascoltato, sorriso e declinato. Grandi sfide lo attendono insieme alla Red Bull. E’ stata quindi comunicata la volontà di non mollare Milton Keynes lasciando la Ferrari alle prese con le sue elucubrazioni su un futuro ancora incerto.

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Chris Horner team principal Oracle Red Bull Racing

F1. Ferrari: l’ipotesi Ross Brawn è morta prima di nascere

Talvolta certi schemi mentali funzionano in maniera molto elementare: pensi ad un uomo che ha fatto grande il team, vedi che ha terminato il suo mandato nell’ente per cui lavora, intersechi questi elementi con l’affaire Binotto e il 2+2 scatta in automatico. Peccato che chi ha alimentato la suggestione Ross Brawn non abbia fatto i conti con… Ross Brawn.

Il mio tempo con la Formula Uno sta per finire. Mi mancherà il coinvolgimento che ho avuto, così come il cameratismo e le amicizie che si creano. Sono soddisfatto del punto in cui siamo arrivati” ha malinconicamente ammesso l’ingegnere di Manchester che ha così proseguito, parlando del lavoro svolto per conto di Liberty Media, posando una pesante pietra sulla tomba delle illusioni ferrariste:

Ora è il momento giusto per andare in pensione, abbiamo fatto il grosso del lavoro e ora siamo in un periodo di consolidamento. C’è una nuova vettura in arrivo nel 2026, ma sarà tra quattro anni, per me piuttosto lontani, quindi è meglio che sia il prossimo gruppo di persone ad assumerne il comando”.

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Ross Brawn, direttore generale e responsabile sportivo F1

Credo di lasciare la F1 in un ottimo posto. Ho amato quasi ogni minuto dei miei 46 anni di carriera e ho avuto la fortuna di lavorare con molti grandi team, grandi piloti e grandi persone. Non cambierei nulla. Ora guarderò la F1 dal mio divano, tifando e imprecando come un fan della F1, contento che questo sport sia in un posto fantastico e abbia un futuro così fantastico. Un brindisi alle grandi corse“. In alto i calici per una carriera straordinaria, per una colonna del Circus dei GP. Una storia lunga diverse decadi che è terminata qua. Con buona pace di chi ha alimentato una speranza in maniera un po’ troppo azzardata.

Con questo scritto si è inteso sottolineare quanto sia fumosa l’aria che avvolge la GES. Ad oggi si procede per ipotesi perché notizie concrete non trapelano. Certo è che ora i vertici hanno in mano una patata bollente. Una situazione fluida che va ad intersecarsi con quella della Juventus cui alludevamo poc’anzi. I due brand sportivi del gruppo Exor sono in piena agitazione e mai come stavolta serve l’intervento risoluto e risolutivo del presidente John Elkann. Sarà in grado di farlo?


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, FIA, Scuderia Ferrari, Alfa Romeo, Oracle Red Bull Racing

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