Ultimo venerdì di prove libere per il tedesco più italiano di sempre della F1: Sebastian Vettel affronta questa malinconica Abu Dhabi con uno stato emotivo di grande trasporto. O meglio, a noi piace pensare che possa essere realmente così.
L’accoglienza è stata sin da subito calorosa, con tributi in suo onore ovunque: a partire da striscioni e cartelloni, per terminare col suo team Aston Martin che lo ha omaggiato con la scritta Danke Seb posizionandola sui display del box e sull’halo della monoposto. Ma ha anche decorato il tutto con gli oggetti simbolo del suo passato: sue gigantografie da bambino, caschi, tute e guanti utilizzati nelle precedenti stagioni.
Perfino un insospettabile Fernando Alonso ha riportato quello stesso hashtag sul suo casco, con tanto di tricolore tedesco: d’altronde tutti i piloti hanno dimostrato grande affetto nel ringraziare ed onorare la brillante carriera di un quattro volte campione del mondo.
Col suo figlioccio Mick Schumacher – così bonariamente definito – c’è stato uno scambio di caschi, così come anche per George Russell con tanto di dedica annessa, salvo però incorrere in qualche simpatico problemino tecnico: il casco di Seb era troppo piccolo per la testa di George.
Ma non è tutto: non solo foto social e post di ringraziamento con tantissime parole d’amicizia spese da parte dei migliori 19 piloti al mondo per il tedesco di Heppenheim, ma anche un episodio che forse non avremmo mai ritenuto possibile.
E pensare che il tutto si dice possa essere partito addirittura da Lewis Hamilton, l’acerrimo avversario di tante stagioni: nella serata di giovedì, tutti i piloti si sono riuniti per celebrare con una cena l’inizio dell’ultimo weekend per Seb.
E dire che di addii clamorosi negli anni ce ne sono stati eccome: basti pensare al recente 2018 con Fernando Alonso (poi ritornato), oppure all’attuale ritiro di Daniel Ricciardo (che poi presumibilmente possa anche diventare la terza guida per il team Red Bull, questo non è ancora ufficialmente dato sapere).
Ma un trasporto così evidente, tale da unire tutti i piloti insieme, ha fornito l’immagine di una F1 quasi distesa e non competitiva, fatta fondamentalmente di uomini–umani e perché no, anche di sentimenti. E come direbbe Marc Gené, letteralmente: “Mai visto questo”.
Ci voleva una figura come quella di Seb per assistere ad un simile risvolto: un grande uomo ed un vincitore nella vita, prima ancora di essere un campione nella massima formula.
Ma romanticismo a parte, il venerdì del numero 5 si è tradotto in un discreto sesto posto durante la prima sessione di prove libere, ed un dodicesimo piazzamento per quanto concerne la seconda.
Stando a quanto da lui stesso dichiarato, oggi ha portato a termine la sua giornata di lavoro nello stesso modo in cui ha sempre operato: concentrandosi su ciò che sa fare a meglio, e cercando il giusto feeling con la monoposto. Anche se ha poi ammesso quanto gli sia parso strano il fatto che questo sia realmente l’ultimo venerdì.
Nel contempo però, non nasconde un velo di amarezza per quanto riguarda l’andamento complessivo della stagione: “Dal punto di vista sportivo, ovviamente è stata deludente perché volevamo molto di più: non abbiamo avuto una macchina competitiva, per una lunga parte della stagione siamo stati verso la parte finale della griglia.
In alcune gare siamo andati meglio e siamo riusciti a strappare qualche punto, però mi sono tanto goduto l’annata insieme con il team: nel secondo anno mi sembra che siamo cresciuti di più, dopo tutto quello che abbiamo imparato dall’anno scorso. Ma purtroppo come ho detto, non avevamo gli strumenti per mostrarlo anche in termini di risultati”.
Anche se va specificato che il miglior risultato del team l’ha raggiunto proprio durante la stagione 2021, portando la Aston Martin sul secondo gradino del podio di Baku dopo una formidabile rimonta dalla undicesima posizione.
In ogni caso, aggiunge: “Penso che con tutte le gare che ho fatto e con tutti i risultati che ho ottenuto, non sono altrettanto importanti i risultati finali di quest’ultimo anno, specialmente sapendo lo spirito e quanto mi sono divertito… Probabilmente quest’anno il risultato era realmente secondario”.
Ma d’altronde si sa, un vero pilota corre per vincere: anche se sei Sebastian Vettel a digiuno di vittorie da un po’, resti sempre e comunque un 4 volte campione del mondo. E quella “fame” e quella “cattiveria” agonistica rimangono latenti dentro per sempre, nonostante tutto.
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Foto: F1, Sebastian Vettel, Aston Martin Cognizant F1 Team