Formula 1

Max Verstappen critico del “paradigma Liberty Media”

Le discussioni per la F1 del futuro non si fermano mai. Regole tecniche, norme finanziarie, procedure di gara: temi sempre caldi che restano costantemente in cima all’agenda di chi detiene il potere decisionale. Ma c’è un altro aspetto che viene sovente trattato in camera caritatis: quello delle piste su cui far svolgere gli eventi. Il calendario da 24 gare è ormai realtà, una tessera del più ampio puzzle che Liberty Media sta cercando di costruire. La maggior parte dei nuovi ingressi di questi anni ha una cosa in comune: essere un tracciato cittadino. Una tipologia di circuito che, col passare del tempo, sta diventando quasi uno standard.

L’interesse globale per la F1 è cresciuto a dismisura e i numeri lo confermano (leggi qui). Con esso sono aumentate ance le richieste per poter ospitare un Gran Premio. Città disposte a chiudersi per trasformarsi in palcoscenici per auto da mille cavalli, forti anche dell’appoggio non segreto da parte di chi questa F1 la governa. Una strada che però rischia di far cadere questo sport in quella tediosità che Liberty Media sta provando ad evitare a tutti i costi. Contraddittorio, no?

Charles Leclerc (Ferrari) durante il GP di Singapore 2022

F1. Troppi circuiti cittadini mortificano la F1?

Un GP corso su una pista permanente non è uguale ad uno disputato su un tracciato cittadino, scriviamolo a chiare lettere e senza prenderci in giro. Non cambia solo il modo di guidare dei piloti o quello di affrontare i weekend da parte dei team. Muta soprattutto l’emozione che questa tipologia di manifestazione è in grado di suscitare nel pubblico. Emblematico è stato il caso del recente Gran Premio di Singapore che, nonostante la pista inumidita, è stato un inno alla noia. Altro che gioia.

Hamilton incatenato alle spalle di SainzVerstappen cementato dietro AlonsoLeclerc rassegnato ed irritato negli scarichi di Perez. Inseguimenti che non hanno mai prodotto vera azione, ossia la battaglia necessaria per il sorpasso. Una condizione, quest’ultima, fondamentale per uno sport come la F1 che però, su tracciati come quello di Marina Bay, resta impossibile da realizzare. Senza contare, inoltre, le continue bandiere gialle, VSC e SC, immancabili quando le piste si sviluppano dove normalmente opera la viabilità ordinaria.

Strade di uso quotidiano che vengono trasformate in un circuito in realtà troppo lontane da quegli autodromi dove c’è più libertà di divertirsi e di esprimere le qualità della F1. Una mortificazione, come l’ebbe a definire Jean Alesi qualche mese fa. Qualcosa che l’anno venturo e in quelli successivi sembra dover essere ulteriormente sedimentata. Guardando quello che sarà il prossimo calendario mondiale, infatti, la strada prediletta appare chiara: cittadini e ancora cittadini.

La monoposto di Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1) illuminata in occasione del launch party a Las Vegas

F1 futura: sì alle novità, ma servono piste vere

La Formula Uno, quindi, pare convinta di proseguire sul sentiero tracciato. Se da un lato il lungo calendario sembra una strada obbligata, dall’altro la scelta delle piste dovrebbe essere oggetto di miglioramento. Le novità non vanno lette come un male assoluto, così come non lo sono i tracciati cittadini. Ciò che forse non funziona è il voler direzionare il motorsport verso una realtà che non sarà mai adeguata all’evoluzione del Circus. Le vetture hanno difatti bisogno di esprimersi in “ring” più consoni alle loro caratteristiche. E certi cittadini le mortificano anziché esaltarle.

La soluzione migliore sarebbe l’omogeneità dei due grandi gruppi di piste: un mix equilibrato di tracciati canonici e piste urbane. Un’idea che permetterebbe al carrozzone di provare le diverse tipologie di layout senza per forza prediligerne uno. La F1 moderna sembra invece attratta dai soli cittadini. Un possibile problema visto che il pensiero comune ormai associa tali scenari al concetto di evento senza sussulti: pochi sorpassi e poche battaglie sono infatti gli ingredienti principali di una portata insipida.

Negli anni le F1 non si sono solo evolute a livello di fisica, meccanica e tecnologia in un naturale processo figlio del progresso tecnico. Le vetture sono anche cresciute in dimensioni, diventando sempre più larghe e lunghe. Sempre più ingombranti, insomma. Un fattore non trascurabile soprattutto quando è evidente che i tracciati cittadini non permettono alle monoposto di avere il necessario margine di manovra. Una fatica, quella che i piloti debbono affrontare, dunque comprensibile. Nonostante questo, la politica sembra ottusamente prediligere le strette strade piuttosto che impianti funzionali e davvero adatti alla serie.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) vincitore del Gp di Abu Dhabi 2022

F1. Max Verstappen va all’attacco di Liberty Media

Un enorme controsenso, quest’ultimo, se si pensa che Liberty Media e la F1 stessa altro non fanno che continuare a perseguire lo spettacolo. Uno show che purtroppo i tracciati cittadini non possono garantire pienamente. Non si è sottratto a giudizi lapidari, sulla questione, Max Verstappen che ha letteralmente bocciato i circuiti urbani: “Le vetture di Formula Uno non sono fatte per queste piste. Non mi piacciono più i circuiti stradali. Con le vecchie macchine erano ancora gestibili, ma adesso no”. E poi la stroncatura definitiva: A Monaco e a Singapore sono rimasto molto deluso da come si sono comportate le nuove vetture, troppo pesanti e rigideI circuiti stradali sono belli per le foto, ma non per le corse“.

Un problema serio a cui anche il DRS, che verrà incrementato nell’uso sin dal 2023, non potrà ovviare. Se due vetture, fisicamente, non riescono a “stare comode” (vedasi Montecarlo), l’ala mobile difficilmente potrà fare miracoli. La governance del motorsport sappia intercettare queste richieste ormai non più velate calibrando meglio il tipo di tracciato su cui far sfrecciare i bolidi. Al centro c’è e deve esservi l’azione, Liberty Media sta ribaltando il paradigma ponendo come asse portante gli eventi a margine della gara che stanno tramutandosi nel primo elemento d’attrattiva. Strano modo di procedere…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG

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Diego Catalano