Il Circus della F1 è un luogo esclusivo, in cui solo dieci team privilegiati hanno l’onore di fare parte. C’è, tuttavia, un certo numero di scuderie che non vedono l’ora di affollarlo. Affinché Liberty Media e FIA accettino un nuovo arrivato, i pretendenti dovranno sgomitare fra regolamenti ed altre squadre.
Abbiamo già parlato in passato della precisa volontà di Andretti di entrare a far parte della F1 e l’ipotesi, scartata e ripresentata diverse volte (leggi qui), sembra un passo più vicino.
Andretti Global, di recente, ha provato a fare capolino nella massima serie in diverse occasioni senza tuttavia riuscirci. Il suo primo tentativo, infatti, risale al 2021, quando ha provato ad acquistare il team Sauber.
Da allora, sembra che il team stia facendo dei notevoli passi avanti. Il proprietario dell’omonimo pacchetto, infatti, ha dichiarato che nella trattativa per accedere alla Formula Uno ha avuto “un bel progresso“. L’affermazione è stata sostenuta da Stefano Domenicali, il quale ritiene che non sarebbe un problema dare il benvenuto al team numero 11.
“Non è un problema di quantità” ha infatti affermato il capo di Liberty Media, sottolineando che non vede “alcuna debolezza nel numero di team presenti in Formula Uno”. Ha poi aggiunto anche che bisogna dare retta a chi si fa sentire e Andretti “si è fatto sentire molto chiaramente nel chiedere l’ingresso nello sport”.
Affinché il sogno di Michael e Mario diventi realtà, bisogna però affrontare dei cambiamenti. Il Patto della Concordia, infatti, sancisce che nel Circus ci siano solo dieci team.
Questo comporta anche porsi davanti alle opinioni dei team. Molti non si presentano entusiasti all’idea, soprattutto le tre grandi potenze: Red Bull, Mercedes e Ferrari. L’annessione di un nuovo team, infatti, cambierebbe le quote degli introiti economici dei premi. Da sempre, per meriti storici, Ferrari dispone di una fetta maggiore del numero complessivo ma a farsi sentire è stata soprattutto Mercedes.
Il suo team principal Toto Wolff ha detto chiaramente che non era convinto di Andretti, in quanto bisognava fare spazio ad un altro team a patto che l’undicesimo alzasse la fatturazione dello sport. L’undicesimo a cui faceva riferimento, però, era Porsche.
Anche il costruttore tedesco è stato vicinissimo alla F1 ma ha poi dovuto lasciarsi sfumare l’opportunità a causa della fine dei rapporti con Red Bull, nonostante tanti passi anche importanti compiuti in quella direzione.
L’obiettivo di Andretti, dichiara il proprietario, sarebbe di entrare con un motore cliente Renault. Ma se potessimo non scegliere fra Andretti e Porsche senza che i team aumentino a dodici?
Se ci pensiamo, Andretti vuole portare la sua monoposto – puntando ad un motore cliente – e Porsche invece avrebbe sostituito Honda come compagnia motoristica per Red Bull. Sarebbe interessante pensare ad un ibrido fra due colossi del motorsport che uniscono le loro forze nel 2024 per una nuova creatura: una Andretti motorizzata Porsche.
Sull’ingresso di Porsche in F1, però, c’è silenzio. Andretti, invece, si sta facendo sentire a gran voce, come sottolinea lo stesso Domenicali. Se riuscisse a farcela a far cambiare le basi del Patto della Concordia per sforare il numero dei dieci team ammessi alla F1, la massima categoria a ruote scoperte vedrebbe un’ulteriore americanizzazione del format così tipicamente europeo.
E sarebbe un cambiamento ben accetto per Liberty Media e FIA. Infatti, lo sport sta diventando sempre meno esclusivo del vecchio continente e sempre più interessato ad esplorare il nuovo mondo, con tutte le sfide che questo comporta.
Siamo partiti con la presenza di Haas come unico team di quella parte di America. Inoltre, Williams, per la prima volta dopo ben 15 anni, dà il bentornato ad un pilota statunitense con l’ingaggio di Logan Sargeant per il 2023.
Questo, aggiunto ad un crescente numero di sponsor e ben tre tappe negli Stati Uniti, testimonia un crescente interesse del Nuovo Continente, che potrebbe aprire una nuova fascia di mercato e di utenza. D’altra parte, però, quello che amiamo della F1 è proprio quel suo aspetto da “vecchio lupo” della nostra vecchia e calda Europa.
Andretti, con la sua identità statunitense e la sua eredità italiana, rappresenterebbe al meglio quell’incontro strano e affascinante far due mondi completamenti diversi che potrebbe racchiudere la nuova e migliorata F1.
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: Formula Uno