In F1, oltre ai top team, ci sono pure gli altri. La banalità appena espressa introduce un tema alquanto interessante in ottica futura. Aston Martin Cognizant, una scuderia molto giovane con grandi ambizioni. Un gruppo di lavoro parecchio preparato che, a quanto pare, ha tutto l’interesse a diventare grande. D’altronde non potrebbe essere altrimenti quando come condottiero hai un certo Lawrence Sheldon Strulovitch, al secolo Lawrence Stroll.
La curva di apprendimento percorsa dalla passata stagione sta portando i propri frutti. In attesa della nuova factory che senza dubbio fornirà un valore aggiunto, sono al vaglio grandi manovre per realizzare un salto di qualità, sia dal punto di vista organizzativo che sul piano tecnico.
La versione B della AMR22, presentata in pompa magna lo scorso maggio al Gran Premio di Barcellona, sebbene non abbia convinto del tutto l’opinione pubblica per la sua effettività in pista, pare soddisfi non poco i tecnici a Silverstone.
Simile non significa uguale. Adottare concetti vincenti di un’altra squadra risulta molto più difficile di quanto possa sembrare, soprattutto se la base del progetto è distinta. In questi casi, infatti, spesso si crea una una forte dipendenza dall’effetto che provoca una soluzione altrui e non è detto che i provvedimenti presi funzionino.
Per fare un esempio pratico relativo alla stagione 2022, possiamo menzionare l’update concernete la correzione al fondo apparsa sulla vettura di Perez. L’aggiornamento ha ripreso un’idea Ferrari che, adottata sui bolidi austriaci, non ha funzionato a dovere. Scenario studiato anche da Mercedes che ha deciso di non produrlo, in quanto le W13 correvano con altezze diverse.
Osservando l’immagine in alto notiamo il “taglio” sul bordo del fondo, al cui interno troviamo un’appendice aerodinamica. La soluzione doveva tamponare gli effetti della DT039, creando una depressione in quella zona per utilizzare altezze da terra relativamente più alte. Parliamo di pochi millimetri, ma decisamente importanti in questo caso. Come detto i risultati non hanno soddisfatto le aspettative, segno che il “copiare” determinate soluzioni potrebbe non sposarsi a dovere con il resto dei flussi che avvolgono la monoposto.
Da questa situazione possiamo ricavare un insegnamento. Trovare la famosa correlazione, termine assai abusato in F1, non sempre è la strada corretta. Al contrario, non avere un match tra le due filosofie può aiutare a capire come migliorare la vettura, contesto utilissimo che spesso risulta molto più effettivo.
Ad inizio stagione, dopo aver messo la vettura in pista, l’equipe tecnica Aston Martin stava sviluppando un determinato concetto attraverso una direzione procedurale. Scenario che, in tempi molto brevi, ha spostato le mire verso un’altra direzione per godere di vantaggi fattuali. In parole semplici si è scelto di puntare ad una bassa resistenza all’avanzamento, caratteristica rivelatasi molto effettiva nelle wing car. Decisione che ha portato ad abbracciare per certi aspetti la filosofia Red Bull, malgrado le basi concettuali restino differenti su vari aspetti.
Durante una bella chiacchierata con Leo Turrini, ospite al podcast Spit Stop (clicca qui per il video) il maestro svela un retroscena molto interessante: “Borra, fisioterapista di Alonso, mi ha confidato che Nando è convinto che la vettura del prossimo anno sarà un missile e che saranno la terza forza del campionato 2023!”
Per vederci chiaro Formula Uno Analisi Tecnica ha scavato a fondo sulla vicenda. Grazie alle informazioni racimolate dalla nostra redazione, malgrado prevedere il futuro sia chiaramente impossibile, possiamo confermare che l’ottimismo di Fernando non è affatto infondato.
L’obbiettivo Aston Martin è quello di ripartire nel mondiale 2023 con lo stesso trend della passata stagione. Una base sulla quale progredire per realizzare uno step ulteriore. “Muoversi” alle spalle dei primi e migliorare costantemente durante il campionato per avvicinarsi, quanto prima, alla vetta. Resta da capire se agli auspici nutriti con fermezza seguiranno i fatti.
Autore: Andrea Bovone
Foto: Aston Martin – Oracle Red Bull Racing