Tra anni di purgatorio in Williams F1, tre stagioni per farsi le ossa e meritarsi il passaggio nella squadra che doveva alimentare il sogno primordiale: vincere il titolo del mondo piloti. George Russell ha compiuto tutti i passi necessari per meritarsi la fiducia di Toto Wolff. Nella annate tribolate trascorse a Grove, nonostante difficoltà tecniche e vetture onestamente improponibili, ha letteralmente demolito i compagni di squadra mostrando dei guizzi che parevano impossibili stante il contesto tecnico parecchio deprimente.
A tradire il talento di King’s Lynn, sembra una beffa, è stata proprio la scuderia a cui puntava sin dal suo ingresso della massima serie. La Mercedes ha portato in pista una mezzo incapace di supportare la brama di vittoria di Russell e la voglia di riscatto di Lewis Hamilton. Una stagione di apprendistato, di sofferenza, di duro lavoro per superare quei difetti che erano apparsi evidenti sin dal primo shakedown di febbraio in una Silverstone fredda e piovigginosa.
Ma non tutto è da buttare. George le sue soddisfazioni se l’è prese. Innanzitutto ha marcato la prima pole position della sua “storia formulistica”, in Ungheria. Ma, cosa più importante, è stato in grado di ottenere la prima vittoria in carriera che è coincisa con l’unico trionfo stagione di una Mercedes che ha chiuso in crescendo. E, soddisfazione forse superiore, ha archiviato l’anno in quarta piazza, tenendo il sette volte campione del mondo a ben 25 lunghezze. Un dettaglio non secondario anche se Lewis, per metà campionato, ha svolto un lavoro differente, mirato alla guarigione della W13.
Quanto è stato accumulato nel mondiale archiviatasi il 20 novembre col GP di Abu Dhabi servirà come trampolino di lancio per affrontare al meglio la tenzone a tappe che scatterà ai primi di marzo. Chiaramente Russell ha il controllo parziale della situazione perché molto – anzi tanto – dipenderà dalla buona riuscita tecnica della W14 che in questi giorni è in fase di delibera definitiva.
“La fabbrica è in fermento in questo momento – ha riferito il pilota che ieri era a Brackley per prendere le misure del sedile che sarà allocato nella nascente W14 i cui contorni e le cui linee verranno svelate non prima di febbraio – Credo che i progressi compiuti nel corso dell’anno siano stati entusiasmanti. Penso che tutti vogliono assicurarsi che non si ripeta l’esperienza di quest’anno e che si possa finalmente lottare per il Mondiale. Tutti stanno spingendo al massimo e speriamo che quando scenderemo in pista in Bahrain saremo in lotta per il campionato“. Queste le osservazioni del driver alla cerimonia di consegna degli Autosport Awards in cui, stranamente, è Lewis Hamilton ad essere risultato vincete.
In effetti è singolare come il pubblico abbia voluto premiare il sette volte iridato e non chi lo ha battuto, seppur senza mostrare un passo gara superiore. L’annata di Russell è stata un inno alla regolarità dalla quale ha saputo cogliere ogni occasione che la pista ha offerto. E i più esperti dirigenti degli altri team se ne sono avveduti.
“Credo che entrambi abbiano avuto grandi stagioni. Il fatto che George sia arrivato davanti a Lewis nel suo primo anno in squadra è segno di una performance impressionate, ma Lewis è ovviamente ancora lì. È lecito immaginare – ha spiegato Chris Horner – che l’anno prossimo torneranno a lottare duramente e che anche la Ferrari cercherà di fare progressi“.
Se nel 2022 Russell è riuscito ad avere la meglio di un fenomeno da 103 GP è anche per le particolari condizioni tecniche in cui ha versato la Mercedes. L’anno venturo, se i desiderata si concretizzeranno, la sfida potrebbe essere ancora più infuocata poiché vincere il duello interno potrebbe significare puntare al bottino grosso. E il legame idilliaco che abbiamo potuto osservare il questi primi nove mesi di coabitazione potrebbe dissolversi repentinamente.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV Mercedes AMG