Prisma. Non parliamo di nuovo pezzo meccanico dalla suddetta forma da montare sulla nascente Ferrari per il campionato del mondo di F1 2023. Ci riferiamo all’inchiesta giudiziaria che potrebbe sconquassare il mondo sportivo che riconduce alla famiglia Elkann che detiene la maggioranza azionaria della storica scuderia modenese che, è bene sottolinearlo, non non è presente in alcun fascicolo investigativo. I fari delle procura di Torino sono infatti puntati sulla Continassa, sede operativa della Juventus.
La storia è piuttosto nota e riguarda la presunta spregiudicatezza operativa del CDA del club bianconero che avrebbe messo su un sistema di creazione di plusvalenze utilizzato ad arte per ritoccare bilanci in rosso. Le sentenze sono ben lontane, la giustizia sta facendo il proprio corso. Nel frattempo, per evitare conseguenze più serie – e forse scabrose visto il blasone della Vecchia Signora – l’intero direttivo presieduto da Andrea Agnelli e in cui sedeva la vecchia conoscenza della Ferrari, Maurizio Arrivabene, si è dimesso.
E’ notizia di ieri quella di un nuovo passo in questo percorso non di certo semplice per il club torinese. Sulla base dell’inchiesta penale di cui sopra, difatti, gli organi giudiziari della Federazione Italiana Giuoco Calcio hanno chiesto di revocare la sentenza di assoluzione, in appello, per la Juventus e altri club sul caso plusvalenze. Su nuovi elementi comunicati dalla procura piemontese, quella federale ha avviato un’altra indagine che potrebbe avere conseguenze molto serie sul piano sportivo.
Questo il quadro generale da cui sono scaturite prese di posizione da parte di John Elkann che potrebbe spingersi ancora oltre in una sorta di repulisti generale che denuncia i mutati interessi nel mondo dello sport riconducibile all’ecosistema Exor. Il rampollo della famiglia americana pare non abbia intenzione di credere ancora nella Juventus, specie dopo la tempesta giudiziaria che potrebbe abbattersi nei prossimi giorni sulla Continassa. Il cugino di Andrea Agnelli, col quale non vi sarebbero idilliaci rapporti, non vuole spendere altre energie – e soldi – con le aziende del gruppo che non stanno funzionando a dovere.
In una visione imprenditoriale e cinica, il 46enne dirigente di New York vuole anteporre i risultati di bilancio a quelli sportivi ottenuti a suon di dilapidazioni finanziarie. Politica più distaccata ma che non genera i problemi in cui è incappato Andrea Agnelli che ha scritto record su record a scapito di perdite di soldi troppo grandi per essere accettate. Un uomo, John, di certo meno passionale del cugino e del nonno, ma sicuramente più pragmatico.
Gli utili al primo posto. In quest’ottica, John Elkann parrebbe pronto a recidere, capitalizzando, i rami meno fruttuosi dell’azienda di famiglia. Ecco che la Juventus e il quotidiano La Repubblica sono entrati in un vortice di trattative mirate alle cessione dei titoli. Per il giornale fondato da Eugenio Scalfari si parla con insistenza di contrattazioni in stato avanzato con Danilo Iervolino, patron dell’università on-line Pegaso, da meno di un anno presidente della Salernitana, e già editore de L’Espresso.
Juventus, invece, sarebbe nelle mire di cordate internazionali intese a prelevarne il titolo dopo lunghissimi anni nelle salde mani della famiglia Agnelli. La squadra di calcio e La Repubblica sembrano dunque essere accomunate da uno stesso destino: dire addio al mondo Exor che vorrebbe tenere a sé solo quegli asset che funzionano bene e che producono utili ad alto voltaggio. Tra questi il londinese The Economist e proprio la Ferrari che chiude costantemente trimestrali record che sanciscono una crescita irrefrenabile sul fronte ricavi. Ma la novità è che John Elkann, in un continuo processo di internazionalizzazione, vuole che Maranello torni a primeggiare anche in pista.
Ferrari offre molta più visibilità mondiale di una Juve che, al massimo, può dire la sua in ambito continentale. E negli ultimi anni l’epopea Champions dei bianconeri non è stata proprio un qualcosa di cui vantarsi. Il marchio di punta sarà quello del Cavallino Rampante. Con la defenestrazione di Andrea Agnelli, con Elkann nelle vesti di grande architetto, il futuro del gruppo è sempre più all’estero: Olanda e quell’Inghilterra che rappresenta la Silicon Valley della F1.
Da questo mega riassetto che si profila all’orizzonte, potrebbe giovarne proprio la storica scuderia che è alle prese con una riorganizzazione interna dopo le dimissioni di Mattia Binotto che sono state accettate senza troppi patemi e struggimenti. Tra pochi giorni si avvierà l’era Frédéric Vasseur che sembra essere stato una scelta convinta del duo Vigna-Elkann. Il manager di Potenza dovrebbe essere più presente nelle cose rosse, specie su questioni finanziarie e politiche, liberando l’ex Sauber da fastidiose sessioni diplomatiche. Cosa che servirà a concentrarsi nella ristrutturazione della Gestione Sportiva.
John Elkann, spesso accusato di disinteresse nei confronti della Ferrari, vorrebbe invece prendere possesso del team dimostrando nei fatti di averlo a cuore e di spingere anche sull’ambito sportivo per aprire una nuova stagione di successi che vada a rinverdire i fasti dell’epopea Schumacher-Todt-Brawn. Per troppo tempo la Ferrari ha puntato ad ottenere vantaggi fiscali come quelli derivanti da un Patto della Concordia particolarmente premiante; ora è giunto il momento di essere anche dominus tecnico e sportivo della categoria.
John Elkann intende passare alla storia come il presidente del nuovo corso vincente della Rossa di Maranello. Probabilmente servirà tempo, ma le risorse che verranno liberate da un’eventuale cessione della compagine calcistica torinese potrebbero essere dirottate nella Scuderia che deve tornare ad essere il motore pulsante della Formula Uno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Sauber, Juventus