Formula 1

Una Ferrari “Leclerc centrica”? Ad oggi solo fantasiose congetture

La F1 dicembrina ha visto un giro furioso di team principal che si sono spostati da un team all’altro. Rimozioni, dimissioni, promozioni, transazioni: ne abbiamo viste di tutti i colori in questi giorni. Chiaramente ogni decisione ha alla base una visione strategica ben precisa che si sublima in un obiettivo chiaro: giungere a migliori risultati sportivi rispetto allo status quo antecedente.

A corollario di questo piccolo tsunami manageriale arriveranno i naturali riassestamenti in seno alle singole franchigie. Se puntiamo il mirino su Maranello, tra le innumerevoli questioni calde che Frederic Vasseur si troverà a dover affrontare, c’è quella che investe il rapporto tra i due piloti. Diciamolo fuori dai denti: in questi giorni si sta oltremodo romanzando su eventuali tensioni che potrebbero sorgere tra Charles Leclerc e Carlos Sainz.

Frederic Vaseur, nuovo team principal Ferrari

F1. Sainz/Leclerc: un duello più immaginario che effettivo

Qualcuno sostiene che per lo spagnolo arriveranno giorni difficili. L’addio di Binotto avrebbe dato le chiavi d’accesso della scuderia alla triade composta da succitato Vasseur, da Leclerc suo protetto e da Nicolas Todt influente manager di quest’ultimo. Un blocco francofono che metterebbe in condizioni di inferiorità operativa il madrileno figlio d’arte che era uomo di Mattia da Losanna che l’aveva personalmente scelto mandando via in senza troppi onori né pentimenti Sebastian Vettel.

Il dirigente transalpino, nella sua lunga carriera nella quale ha ottenuto grandi soddisfazioni con le categorie propedeutiche, è stato un vero talent scout. E, di conseguenza, un ottimo gestore di risorse umane. Nico Rosberg, Lewis Hamilton, Nico Hulkenberg, Valtteri Bottas, Esteban Ocon, George Russell e Charles Leclerc hanno mosso i primi passi sotto la guida paterna del manager che da gennaio guiderà la GES. E’ inverosimile ritenere che un uomo così scafato possa d’un colpo mettere un solo driver sul piedistallo costruendo un modello simile a quello che opera a Milton Keynes dove Max Verstappen è l’unica stella, il pivot intorno al quale si avviluppa tutta la struttura della squadra.

La verità è che al momento non sono state prese decisioni. Ogni ricostruzione fatta sul management dei piloti è da ritenersi congetturale. Chiaro è che sia Leclerc che Sainz sanno che in Ferrari si è all’anno zero, che il reset totale è un fatto da cui non poter sfuggire. E quando si torna alle “impostazioni di fabbrica”, per usare un terminologia informatica, ogni nuova dinamica può instaurarsi. Ecco che anche la diplomazia della parola diventa importante per porsi in una situazione privilegiata. E quanto meno non svantaggiosa.

Il cenno di intesa tra Charles Leclerc e Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) al termine delle qualifiche del Gran Premio di Spagna edizione 2022

In questo senso sono da interpretare alcune recentissime dichiarazioni rese da Sainz che, vedendo mancare il supporto del suo “sponsor” principale, ossia Mattia Binotto, deve ricalibrare il suo status all’interno della realtà per la quale presta servizio. “Ho chiamato Vasseur, ho avuto il mio primo contatto in qualità di pilota Ferrari. So che farà bene. È un cambiamento che spero sia positivo. Ogni volta che una nuova persona entra nel team c’è sempre una motivazione in più per fare bene. La squadra cercherà di fare un altro passo avanti“. 

La Ferrari è un gigante, ci sono 1.300 persone e dobbiamo dare tempo a chi arriva. Vasseur avrà bisogno di capire quali cambiamenti deve effettuare la squadra. Ho sentito parlare bene di lui, lo conosco personalmente perché voleva ingaggiarmi per andare alla Renault: abbiamo avuto contatti e trattative“.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)

F1. Sainz vuole essere protagonista del 2023

Proprio per affermare se stesso all’interno della nuova intelaiatura gestionale che Vasseur sta certosinamente delineando, arrivano le parole riferite durante un evento organizzato da Estrella Galicia, sponsor personale del ventottenne spagnolo:

Il 2022 è stato molto importante, per la prima volta ho avuto una macchina in grado di vincere gare e conquistare pole position, mi ha insegnato a competere con quelli che sono davanti. Imparo velocemente, so che l’anno prossimo sarò un pilota migliore e potrò trarre vantaggio da tutto questo“.

Sulle possibilità iridate, Carlos si è espresso così: “Il titolo lo vedo vicino e allo stesso tempo lontano, perché sono in una delle migliori squadre del mondo. Ma al contempo c’è un livello alto in questa era della F1. Nel 2023 spero di avere un anno condito da tanti punti e pochi ritiri. Poi si vedrà dove la cosa mi porta. Se si vuole lottare per un campionato del mondo bisogna essere regolari nel rendimento. So come vincere le gare, ho imparato la lezione e cercherò di farlo più spesso. Se torno a essere il Carlos costante del 2021, si può fare“.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) testa l’abitacolo della F1-75 nel giovedì che precede il Gp del Brasile 2022

Parole nette che raccontano un’evidenza: in Ferrari nessuno ha comunicato gerarchie né ha manifestato tendenze. Ad ora lo schema è quello impostato negli ultimi anni: due piloti che partono alla pari e che hanno facoltà di lottare senza arrecarsi danni reciproci.

Quello che potrebbe cambiare rispetto alla gestione Binotto è che, ad un certo punto del mondiale, si potrebbe dover operare una scelta decisa sul singolo uomo qualora la classifica lo imponesse. Ecco che Sainz vuole farsi trovare pronto per essere il cavallo buono sul quale puntare in caso di necessità.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano