In Ferrari F1 c’è una data ben evidenziata sul calendario 2023: il 14 febbraio. Nel giorno degli innamorati cadranno i veli rossi dalla nuova vettura chiamata a riscattare un 2022 di speranze clamorosamente crollate dopo un avvio da sogno. Il nuovo anno sarà foriero di molte novità in quel di Maranello. La più importante è di certo il cambio al vertice della Gestione Sportiva con l’addio di Mattia Binotto sostituito da Frédéric Vasseur. Uno switch da cui potrebbe scaturire un normale periodo di assestamento, un intermezzo obbligatorio prima che si percepiscano gli effetti desiderati.
Perché, pare chiaro, la rivoluzione (agli albori) è necessaria per superare le difficoltà incontrate nel quadriennio di regno Binotto ma anche nelle stagioni precedenti. E’ dagli anni di Jean Todt che la Ferrari non propone un modello organizzativo davvero efficace ed efficiente. L’idea è quella di ricostruire, mattone dopo mattone, quel contesto operativo che tanto lustro ha portato al Cavallino Rampante.
Non si potrà ottenere tutto e subito. Nel 2023 bisognerà innanzitutto superare le questioni che più delle altre hanno limitato le velleità della Scuderia: affidabilità, capacità di far progredire la vettura con un dedicato programma di update e gestione delle fasi di gara. Tutti elementi che sono mancati clamorosamente in un 2022 avviatosi da punto di riferimento tecnico e chiusosi in affanno, rimontati anche da quella Mercedes che era sembrata da buttare per almeno metà mondiale.
Ma c’è un altro aspetto in cui bisogna fare un passo avanti e riguarda direttamente chi fisicamente si cala nell’abitacolo: il pilotaggio. Durante l’arco dei 22 gran premi che hanno composto il calendario della stagione scorsa qualche topica di troppo è stata commessa. Per tener testa a dei mastini come Verstappen, Russell ed Hamilton serve rasentare la perfezione. Il pacchetto piloti-team deve migliorare in molti aspetti, a partire dalla gestione domenicale delle attività.
“Il nostro obiettivo principale ora è quello di diventare una squadra migliore la domenica e questo comprende tutte le aree” ha sottolineato Charles Leclerc. “Bisogna fare buone chiamate, avere una buona strategia, buona comunicazione e buona gestione delle gomme. È tutto un unico insieme di cose e credo che passo dopo passo stiamo lavorando su tutti questi aspetti diversi“.
Insomma, non serve la bacchetta magica, ma un’inversione procedurale convinta e decisa. E chissà che a Marzo non vi siano altri esponenti a decidere le strategie rosse. Sì, perché Inaki Rueda e il suo staff sono uno dei punti dolenti di una squadra che si autodescrive giovane ma che invero replica certi errori con una ciclicità preoccupante. Ed inaccettabile a certi livelli.
Leclerc è da sempre un uomo che lavora su se stesso, sul suo driving e sul suo approccio alle gare. E non si è mai risparmiato da critica feroci a seguito di suoi errori. Quindi è ben conscio che anch’egli deve definire certi aspetti per risultare quella macchina da guerra in cui bisogna trasformarsi per combattere contro il mastino olandese che opera in Red Bull. “La disciplina che ho avuto quest’anno è stata molto migliore rispetto agli anni precedenti. Non mi riferisco tanto alla pista, ma soprattutto a fuori dai circuiti, a quando sono a casa e al rilassarsi tra un GP e l’altro“.
Leclerc ha iniziato a prendere confidenza con l’aria fine dell’alta classifica. Un processo che è in piena fase evolutiva e che si potrebbe compiere del tutto nei prossimi anni. “Credo che lottare per le vittorie e i podi mi abbia aiutato anche dal punto di vista personale. Mi sento più completo e ogni anno si impara dalle esperienze precedenti. Credo che questo sia sempre stato un mio punto di forza“.
Nelle intenzione, quindi, Ferrari sa bene cosa fare e come impostarlo per ritornare a dire la propria. Non serve rimarcarlo, ma la cosa più complicata è tramutare parole in fatti concreti. Il primo vero step è presentare una vettura all’altezza della situazione che possa essere immediatamente vicina alla RB19 che dovrebbe subire gli effetti della penalità più avanti nel campionato, quando la creatura di Adrian Newey avrà bisogno di quegli sviluppi necessari a tenere testa ad una concorrenza affamata.
Dopo un dominio quasi incontrastato di due singoli attori (Red Bull e Max Verstappen), il 2023 dovrebbe presentare un quadro generale votato al maggiore equilibrio. Cosa che dipenderà dal balance of performance tecnico che produrrà i suoi effetti livellando le prestazioni delle venti vetture. Questi almeno il desiderio di Liberty Media Corporate che non vorrebbe vedere un altro campionato chiudersi prima dell’autunno.
Ferrari vuole cogliere le opportunità che il contesto le offre e deve cavalcare il cambiamento interno che era forse diventato necessario poiché il paradigma impostato da Binotto si era rivelato inefficace per sostenere la voglia di vincere. Leclerc si dice pronto, il team lo supporti definitivamente creando quell’alchimia per impostare un ensemble auto-pilota-scuderia dominante.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari