Liberty Media si era affacciata al mondiale di F1 2022 con una serie di obiettivi lungimiranti. Il principale era movimentare la vita della stagione, promettendo ai team regole diverse che scombussolassero l’assetto attuale delle gare: una scuderia ed un vincitore ripetuto un’infinità di volte, non importa quanto il calendario fosse lungo.
Appare tuttavia innegabile che l’obiettivo non sia stato raggiunto. Basta guardare il grandissimo numero di vittorie ottenute da Red Bull e Verstappen per sentire incedere quella monotonia a cui siamo abituati da tempo: Mercedes nel passato più recente, prima di loro Red Bull fino a raggiungere Ferrari nell’era Schumacher. Sulla base di questa riflessione, possiamo affermare che Liberty Media avesse un obiettivo a più ampio raggio?
Liberty Media Corporate ha scelto di rendere più variegato il podio del Circus con diverse modifiche volte a scuotere la base del regolamento sin dalle proprie fondamenta. I principi su cui si basa la F1, infatti, hanno conosciuto numerose “migliorie” che li hanno sconvolti nei propri pilastri: quello finanziario con l’avvento del budget cap, quello tecnico con l’aggiunta di nuove regole e per finire il bilanciamento delle performance, diminuendo le ore di lavoro per il vincitore.
Parlando della meta da raggiungere, il CEO del colosso americano Stefano Domenicali ha affermato di essere sulla buona strada per evitare il “maxi dominio” di un unico team, come già successo nell’arco degli ultimi decenni della Formula Uno. Tuttavia, le sue parole si scontrano contro due fatti. Il primo è che il dominio di un team e pilota a cui siamo abituati lo abbiamo visto eccome. Red Bull ha vinto ben 17 Gran Premi, e la sua punta Verstappen 15.
Il secondo fatto è che non era questo a cui Liberty Media puntava. L’organizzazione, infatti, voleva diversificare i vincitori dei Gran Premi – intendiamo piloti e scuderie – all’interno della stagione. Questo ci riporta a guardare con sospetto al raggiungimento vicino o futuro di questa “meta” rivedendo il primo fatto.
Nonostante lo strapotere di Red Bull e Verstappen, Domenicali si dimostra abbastanza fiducioso di centrare l’agognato equilibrio fra i diversi team, guardando all’immediato futuro dello sport con fiducia ed ottimismo.
“I cambi regolamentari ci hanno soddisfatto, abbiamo visto lotte ruota a ruota anche in piste sulle quali non succedeva”, ha dichiarato, prima di chiedere pazienza al pubblico. A sostegno di ciò, Domenicali sottolinea che in ogni rivoluzione c’è bisogno di tempo affinché si vedano i risultati, ribadendo che nel corso del 2022 “le gare non belle sono state davvero poche”.
In seguito, il dirigente lancia le sue previsioni sulle tempistiche che raggiungano il traguardo di un bilanciamento maggiore fra tutte le scuderie entro il 2024, con i primi vantaggi visibili già dalla stagione che nascerà a marzo. “Nel breve periodo è facile che sia una lotta a tre, ma spero che nella seconda parte di stagione arrivi al vertice anche qualcun altro. E per il 2024 prevedo un equilibrio maggiore, si vedranno i frutti di investimenti che altre scuderie hanno fatto su nuovi tecnici e infrastrutture come gallerie del vento e simulatori.”
Su questo, però, occorre specificare il grande peso delle tempistiche. Domenicali invoca il 2024 come “Anno Zero” dell’equilibrio. Ma a cosa serve se il ciclo tecnico espirerà nel 2025? A partire dal 2026, come sappiamo, inizierà un’ulteriore era, volta a garantire innumerevoli novità sotto ogni aspetto, da quello tecnico a quello ecologico.
Domenicali, in conclusione, si ritiene sicuro delle scelte intraprese e le presenta come un successo del suo piano originale. Tuttavia, queste decisioni non sembrano avere avuto i risultati sperati. Il primo motivo è che a fine stagione abbiamo sentito dichiarare un obiettivo diverso da quello proclamato ad inizio stagione. Il dirigente imolese puntava ad avere una varietà di vincitori non per evitare la monotonia del dominio di un’unica scuderia, come invece trapela dalle sue ultime dichiarazioni.
L’obiettivo era rendere la F1 nuova ed appassionante offrendo un numero di 7-8 piloti e 4-5 scuderie in grado di vincere all’interno della stessa stagione, come si vede in altre categorie. Inoltre, constatato che questo ancora non è avvenuto, né un obiettivo né l’altro sembrano “utili” a lungo termine, considerate le tempistiche.
Liberty Media stessa ha delineato un programma esaustivo sulle innovazioni che avverranno. Al fine di sostenere l’ambiente, è previsto di potenziare il versante elettrico del 50% e l’utilizzo di combustibili rinnovabili dell’incredibile percentuale del 100%. Il potenziamento elettrico avverrà grazie all’eliminazione della MGU-H aumentando il recupero di energia delle power unit di 350 kilowatt. I motori dovrebbero rimanere simili ai V6 attuali in modo da non “sprecare” lo sviluppo eseguito nel frattempo dai team, che si spera si saranno avvicinati l’un l’altro in termini prestazionali.
A ciò, la F1 attuale punta a ridurre i costi di competizione per i competitors, in modo da essere, usiamo le sue dichiarazioni ufficiali “attraente ed accessibile” per nuovi team e motorizzazioni ad entrare nel Circus. In conclusione, Domenicali è sicuro delle scelte compiute ma i risultati sono previsti per il 2024-2025. A cosa serve se dal 2026 si ricomincerà da zero con la nuova era e – si pensa – nuovi protagonisti?
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: F1