Formula 1

Ferrari/Vasseur: matrimonio convinto o scelta imposta dal contesto?

Il presente della Ferrari si chiama Frédéric Vasseur. La storica scuderia che più di ogni altra incarna lo spirito della F1 ha deciso, alla fine, di puntare sul dirigente francese dopo la separazione da Mattia Binotto che, evidentemente, è stata più travagliata di quanto si possa immaginare. Risale a metà novembre il comunicato col quale, per rispondere a voci giornalistiche impazzite, Maranello annunciava che non esisteva nessun caso-Binotto.

La storia ha detto ben altro. Ed è proprio in quelle settimane che si è consumato l’addio con una Ferrari forse non così pronta al cambiamento come si è immaginato. E raccontato. Vasseur è sempre stata un’opzione, ma non la sola. John Elkann e Benedetto Vigna hanno dragato il mercato dei manager facendo offerte, o quanto meno parlando, almeno con altri due capi: Chris Horner, che ha immediatamente declinato, e Andreas Seidl che era ai dettagli con Audi che lo ha scelto per farlo il suo uomo forte in Sauber visto che è diventato l’amministratore delegato del team di Hinwil.

Andreas Seidl , nuovo amministratore delegato di Sauber

F1. Ferrari/Vasseur: un matrimonio di reciproci interessi

Proprio quest’ultima trattativa ha determinato un effetto cascata immediato. La Ferrari ha deciso di affondare il colpo su Vasseur quando quest’ultimo si è reso conto che la sua permanenza in Sauber era messa in discussione. Finn Rausing, il proprietario della franchigia, lo sosteneva convintamente. Non Audi che intendeva mettere il proprio timbro sulla squadra rimodellandola fino al matrimonio ufficiale che si consumerà con la prima fornitura di power unit, nel 2026.

Vasseur sentiva che c’erano ancora le condizioni per rimanere in carica a medio termine, ma era conscio che sul lungo periodo la sua posizione non era compatibile con la visione dei vertici della casa di Ingolstadt. Così, dopo un paio di settimane di attente valutazioni, ha deciso di accettare la corte della Ferrari dicendo addio a Rausing che aveva perorato la causa del manager. Ricordiamo che il team elevtico, osservando le note ufficiali della F1, è ancora senza team principal poiché Seidl, come detto, fungerà da AD.

Benedetto Vigna, Amministratore Delegato Scuderia Ferrari

F1. Ferrari: Benedetto Vigna sarà più coinvolto nelle scelte finanziarie del team

Da quanto spiegato su si comprende perché Vasseur ci abbia pensato e perché Ferrari abbia temporeggiato dicendo che avrebbe annunciato il nuovo capo della GES solo a gennaio per poi confermare ad inizio di questa settimana l’approdo del 54enne di Draveil. L’ex Renault sarà quindi team principal e general manager, un cambiamento rispetto al ruolo di Binotto che era TP e managing director. È una differenza apparentemente piccola ma sostanziale, che suggerisce che l’amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, potrebbe avere un ruolo più pesante e più influente nel team, soprattutto sulle questioni finanziarie.

Area nella quale Binotto non ha probabilmente operato al meglio visto che, per sua stessa ammissione, lo sviluppo della F1-75 è stato bloccato per raggiunte soglie di spesa. Ciò mentre altri team provvedevano a modellare le macchine con un programma di update definito ed efficace. Si pensi che Mercedes, per fare un esempio, si è presentata ad Austin, nella fase ormai morente della stagione, con un pacchetto di aggiornamenti molto importante. Segno di una più sana amministrazione finanziaria.

Frederic Vaseur, nuovo team principal Ferrari

Dalla ricostruzione fatta si evince che Ferrari ha impiegato più tempo di quanto immaginava per ricalibrare la struttura e che forse si credeva che Binotto potesse effettivamente avere ancora un futuro nel team. A parziale conferma di ciò giunge il fatto che il tecnico reggiano aveva presenziato a tutte le riunioni tecniche relative al nascente progetto 675. Prassi piuttosto inusuale se i vertici sono convinti e persuasi di “giubilare” il capo delle attività. Ecco che quelle che sono state lette come delle dimissioni di facciata potrebbero essere un atto reale che denuncia la mancanza di fiducia percepita da Binotto che avrebbe quindi preso il toro per le corna ribadendo la volontà di commiatarsi che in prima battuta non era stata accettata.

Ferrari è quindi partita con un po’ di ritardo temporale che adesso va colmato. Vasseur sarà pienamente operativo ai primi di gennaio anche se sta già dando indicazioni precise su cosa fare e su come organizzare la struttura operativa di Maranello. Chiaro è che lo tsunami che si abbattuto sugli uffici della GES destabilizzerà nel breve termine la squadra che avrà bisogno di un certo lasso di tempo per riassettarsi.

Mattia Binotto e John Elkann – Scuderia Ferrari

Non ne avremo mai conferma ufficiale, ma è forte la sensazione che il Cavallino Rampante abbia dovuto attendere le mosse dei team principal più che influenzarne le scelte. Insomma, quell’effetto domino osservato nei giorni scorsi non sarebbe stato avviato da Maranello che, in realtà, l’avrebbe quasi subito avendo in mano ben poche carte da giocare.

In ogni caso ora il quadro è orami definito. Ferrari, con la nuova struttura operativa, non deve far altro che rimboccarsi le maniche per recuperare il (poco) tempo perso per presentarsi ai nastri di partenza come uno dei competitor più accreditati alla vittoria finale. Il cambiamento non sia alibi per giustificare un altro anno di transizione.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Alfa Romeo Racing, McLaren

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Diego Catalano