Sembrerà paradossale, ma il compito più arduo in una stagione di F1 nascente lo sostengono i campioni del mondo in carica. Tutti a ritenerli automatici favoriti, molti a copiarne schemi organizzativi e soluzioni tecniche, tanti pronti a prodigarsi con manovre politiche per scalzarli dal gradino più alto. Una bella faticaccia che rappresenta il risvolto della medaglia della gloria e delle fama. Servono spalle larghe e massicce dosi di capacità gestionali per ripetersi.
Ne sa qualcosa quella Mercedes che ha guidato le danze per otto lunghi anni. Ne sa ancora di più chi quell’imperio è riuscito prima a piegarlo e poi a spezzarlo in una doppietta di titoli annichilente condita da ogni sorta di record. Red Bull, quindi, sa come fare anche se va incontro ad una fase molto delicata della sua storia.
Non possiamo preconizzare quali siano gli effetti incrociati della penalità subita dopo l’infrazione delle regole finanziarie e della naturale detrazione di ore di lavoro determinata delle norme tecniche che mortificano il concetto di meritocrazia. Fatto sta che Milton Keynes può trovare la soluzione a questi enigmi guardando al suo interno e al recentissimo passato.
Basta fare un passo indietro alle battute finali del campionato 2021 vinto sulla sirena finale. Un duello con Mercedes protrattosi oltre le previsioni che è andato a togliere risorse ed energie ad entrambi i competitor. Se La Stella a Tre Punte è implosa in un progetto nato male, Red Bull ha almeno gettato basi solide sulle quali costruire un fitto programma di update che è stato la chiave per avere la meglio della Ferrari che nell’avvio di campionato sembrava essere posizionata meglio.
L’ingegnere capo della franchigia austriaca, Paul Monaghan, ha ammesso che il concentrarsi oltremodo sulla battaglia del 2021 stava per compromettere una stagione che poi si è rivelata trionfale anche grazie alle altrui débâcle. “Eravamo piuttosto preoccupati, le risorse che sarebbero state destinate alla vettura 2022 sono rimaste sul modello 2021 più a lungo di quanto avevamo inizialmente pianificato“.
Probabilmente il tecnico inglese non si riferisce a questioni finanziarie ma a risorse tecniche e umane che si sono focalizzate oltremisura sulla RB16B per provare ad avere la meglio di una Mercedes W12 che nelle ultime uscite stagionali era sensibilmente cresciuta.
“Date le modifiche al regolamento e i mezzi limitati, eravamo preoccupati di aver compromesso la vettura 2022. Abbiamo fatto un lavoro diligente – ha spiegato Monaghan a RN365 – Quindi ricerca, progettazione, produzione, test, realizzazione, tutto quanto… Siamo stati efficienti almeno come chiunque altro e siamo stati molto privilegiati ad avere una macchina molto buona fin dall’inizio“.
Anche il direttore tecnico della Red Bull, Pierre Wache, ha sottolineato quanto sia stato complesso sviluppare una monoposto potendo contare su meno tempo rispetto a quanto era stato impostato in sede programmatica. “La RB18 è stata costruita concettualmente in un periodo di tempo molto breve. Questo è uno dei motivi per cui era così pesante“.
L’esperto ha raccontato come siano state sacrificate delle ore di galleria del vento per affinare il più possibile il modello procedente. Una situazione che può essere assimilabile a quella che si sta vivendo in questi giorni a causa delle limitazioni incrociate di cui sopra. Ecco che i paradigmi operativi del recente passato possono venire in soccorso della Red Bull che ha già dimostrato di saper uscire dalla sabbie mobili.
Ovviamente c’è una discriminante che stavolta può giocare un ruolo decisivo: la conoscenza da parte degli avversari del contesto tecnico e delle insidie che esso presenta. Per fare un esempio, Mercedes non si farà nuovamente “fregare” dal porpoising e probabilmente si presenterà ai nastri di partenza con un mezzo più idoneo a lottare per l’alta classifica.
Stesso discorso per la Ferrari che avrà avuto tempo per sistemare le sue criticità motoristiche partendo da un progetto che si era dimostrato efficace per almeno metà stagione. E chissà che dalle retrovie non possa emergere qualche altro soggetto che potrà contare su un maggior numero di ore di lavoro. Red Bull è avvisata…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing