Nel corso della lunga intervista concessa a Formula Uno Analisi Tecnica, Mario Andretti, oltre a delineare il piano complessivo del programma F1 del team Andretti Autosport (clicca qui per tutti i dettagli), ha offerto il suo punto di vista su alcuni temi di stretta attualità.
Le radici italiane del campione del mondo 1978, unitamente alle diverse esperienze maturate nel corso della sua lunghissima carriera alla corte del Cavallino Rampante, rappresentano un legame indissolubile che lo stesso Mario ha ribadito inequivocabilmente: “Sarò sempre tifoso della Ferrari e non importa quello accade domani. La Ferrari per me è sempre stata una cosa speciale in tutti i sensi”.
“Piedone” ha gareggiato in F1 con la Scuderia Ferrari nel biennio 1971/72, ritornando ad indossare la tuta rossa nella breve parentesi della stagione 1982, dove ha colto una memorabile pole position nel Gran Premio di Monza.
La stretta attualità ci riporta alla analisi della stagione 2022, considerando le aspettative in chiave 2023 del team di Maranello, dopo un inverno tutt’altro che tranquillo dal punto di vista organizzativo. Le dimissioni di Binotto e il successivo ingaggio di Vasseur (clicca qui per il nuovo approccio del manager francese) rappresentano uno degli spunti di maggiore interesse del mondiale che sta per iniziare.
In merito al trend della scorsa stagione, Andretti, in qualità di osservatore esterno, ha individuato nei frequenti problemi tecnici e tattici le principali ragioni del rendimento progressivamente calante della F1-75:
“E’ stato ampiamente documentato un po’ da tutti, anche dai diretti interessati, che si sono verificati troppi errori e problemi in diverse aree. Certamente la monoposto era competitiva. Speriamo che Ferrari continui a lottare avendo l’opportunità di vincere in ogni gara.”
Mentre la struttura organizzativa della storica scuderia modenese potrebbe progressivamente cambiare pelle, l’elemento di continuità e di forza è rappresentato dalla coppia Leclerc/Sainz. Binomio che la scorsa stagione ha dimostrato di poter concorrere alla causa della Scuderia Ferrari attraverso punti di forza complementari.
Alla velocità innata del pilota monegasco si unisce la costanza di rendimento dell’iberico, che in alcune circostanze ha dimostrato lucidità e visione di gara superiore allo stesso Charles. Sul progetto 675 e sulle capacità dei ferraristi, il gruppo di lavoro italiano deve costruire le proprie ambizioni secondo la leggenda italoamericana:
“I piloti ci sono e se la monoposto sarà competitiva saranno in grado di portare risultati. Sono sicuro che tanti errori commessi dal team lo scorso anno non si ripeteranno. Ho fiducia in tal senso.”
In merito al recente avvicendamento al timone della GES, Andretti non si sbilanciato. Secondo il campione italoamericano, pertanto, i destini della Ferrari sono riposti nella bontà del progetto 675 e nell’abilità dei suoi alfieri:
”E’ tutto da vedere. Speriamo bene, senz’altro [in relazione alla nuova gestione Vassuer, nda]. Come tifosi speriamo che queste cose non si ripeteranno [errori tecnico/strategici, nda]. La monoposto dovrebbe essere competitiva e gli ingredienti fondamentali sono questi”
Le rinnovate ambizioni non possono che passare attraverso un approfondito processo di “lesson learned”, ovvero la cultura organizzativa orientata al miglioramento continuo e a una gestione adattativa. Recepire le lezioni apprese è una mentalità, un atteggiamento virtuoso che facilità l’orientamento alla soluzione delle problematiche. E’ proprio il fallimento dello scorso ad essere il tesoro più prezioso della Ferrari per la stagione 2023, secondo Andretti:
“Dopo l’esperienza del 2022 sono sicuro che molti aspetti saranno migliorati. Si impara sempre dagli sbagli. Se un pilota e un’area del team commette un errore si vede cosa non ha funzionato. Bisogna approfittare di tutto e capire cosa mancava. Ferrari ha persone in gamba che hanno lavorato sodo nel corso dell’inverno per tornare dove gli compete. Non è una speranza, è qualcosa di concreto. Non vedo l’ora”.
Il popolo della rossa si augura che le sensazioni di una delle più grandi icone del motorsport si trasformino nel breve periodo in solide certezze. Scenario che consentirebbe alla scuderia italiana di raggiungere l’anelito bramato oramai da tempo: tornare a vincere.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat