Sul finire del 2022, durante una chiacchierata con Leo Turrini ai microfoni Spit Stop, il podcast sulla F1 della nostra testata, il giornalista sassolese aveva svelato un retroscena molto interessante: “Borra, fisioterapista di Alonso, mi ha confidato che Nando è convinto che la vettura del prossimo anno sarà un missile e che saranno la terza forza del campionato 2023!”. Dichiarazioni di un certo impegno quelle provenienti dal clan dell’asturiano che tradiscono una certa fiducia che serpeggia nella franchigia di Silverstone.
L’obbiettivo Aston Martin è quello di ripartire nel mondiale 2023 con lo stesso trend della passata stagione che ha visto la AMR22 progredire notevolmente. Ovviamente lo scopo è quello di avere una base molto più performante del modello 2022 che aveva deluso le attese. La compagine di Lawrence Stroll intende muoversi alle spalle dei primi e migliorare costantemente durante il campionato per avvicinarsi a rapidi passi alla vetta.
Riuscire in questo intento non è operazione semplice e se l’anno passato il processo è rimasto azzoppato è anche per una mancanza di strutture idonee. Un vuoto che il magnate canadese sta colmando a suon di investimento pesanti.
Dan Fallows, ex Red Bull ed ora direttore tecnico dell’equipe inglese, afferma che è obiettivo concreto quello di far sì che entro il 2025 la vettura sia interamente progettata e completata nella nuova fabbrica che sarà dotata anche di un galleria del vento indipendente (oggi i tecnici fittano quella della Mercedes, ndr). A Silverstone si stanno scavando le fondamenta per creare una struttura che sia in grado di competere, nel lungo periodo, con i tre topo team e con Audi che con Sauber intende fare sul serio già in questo decennio. Aston Martin, dunque, si iscrive a tutto titolo al ruolo di outsider: ha soldi, tecnici, strutture e un pilota esperto ma affamato come un ragazzino.
Il team, oltre a Fallows, ha reclutato personale anche l’ex capo della McLaren Martin Whitmarsh. Esperienza al servizio di una scuderia con poche lune sulle spalle. Saggezza sportiva che porta anche Fernando Alonso che dovrà supportare un Lance Stroll mai troppo affidabile e convincente. Ma si sa, il suo sedile è intoccabile: noblesse oblige.
Questa architrave basterà per ottenere risultati immediati? No secondo Fallow. Bisogna sempre ricordarsi da dove si proviene. E il 2022 della Aston Martin è stato assai magro. La realtà di Silverstone ha chiuso con soli 55 punti, a pari merito con l’Alfa Romeo che comunque è stata posizionata davanti grazie ai migliori piazzamenti su cui ha pesato il quinto posto di Valtteri Bottas a Imola.
“Penso che l’obiettivo per la galleria del vento sia quello di essere operativa a metà del 2024 – ha detto l’ex Red Bull – Speriamo che questo avrà almeno un contributo per la vettura 2025 e, a seconda di come andrà la messa in servizio, sarà probabilmente quella la prima auto ad avere un impatto significativo. Per quanto riguarda la fabbrica stessa, ovviamente sarà operativa nel 2023. Ma in varie fasi. Quindi, di conseguenza, anche le auto ne sentiranno il beneficio“.
Le strutture all’avanguardia non servono per far stare il personale più comodo, ma per meglio gestire il processo di creazione e sviluppo della monoposto. In un’era storica in cui la pista serve solo per l’azione e non per i test è necessario dotarsi di attrezzature all’avanguardia che possano rendere i progetti potenzialmente vincenti. Know-how e strutture che vanno quindi ad intrecciarsi in un mix efficace.
“Una delle cose positive dell’avere una fabbrica avanzata – ha spiegato Fallows – è che abbiamo la possibilità di avere tutto in loco e di essere molto più dettagliati in termini di analisi. Possiamo migliorare i criteri del processo di produzione e analizzarli in un modo che ci consente di migliorare molto di più rispetto a quando si utilizzano persone esterne. Questa è probabilmente la differenza fondamentale“.
Un vantaggio che ne determina uno non meno importante: il contenimento dei costi. Cosa che in epoca di budget cap va messa al centro di ogni programma operativo. Fallows è ottimista sul fatto che avere una nuova factory si rivelerà vantaggioso per il team, nel semplificare gli sforzi di sviluppo. “L’efficienza copre praticamente tutto, in realtà. Una delle cose che contraddistingue un team competitivo è la sua capacità di cambiare le cose rapidamente, di passare dal design alla realtà nel più breve tempo possibile“. Versatilità che il tetto di spese tende a limitare. Non se è tutto a portata di mano in un mega processo di razionalizzazione. Che è ciò che Aston Martin sta facendo.
“Ci sono grandi balzi in avanti in termini di efficienza con una struttura più operativa e, ovviamente, in un mondo contraddistinto dal limiti di spesa, vale la pena fare tutto ciò che si può fare per massimizzare l’efficienza dei costi“. Verosimilmente Aston Martin giocherà anche nel 2023 un ruolo da comprimaria. Ma le ambizioni non mancano ed è lecito ritenere che, nel lungo periodo, la squadra di Stroll senior possa replicare le orme della più blasonata Red Bull.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin, Oracle Red Bull Racing