Formula 1

FIA: le norme per evitare lesioni create da contesti antisportivi

La Federazione Internazionale è al lavoro per correggere alcune imperfezioni della F1. Il comportamento antisportivo è un atteggiamento che in ogni disciplina si tende a contrastare con veemenza. Ma purtroppo non sempre è possibile farlo poiché, spesso, parliamo di manovre subdole e per tale natura illeggibili. Nella massima categoria del motorsport, vista la complessità dei regolamenti, la cosa è ancora più difficile da valutare.

Il limite tra un testacoda volontario ed uno frutto di un errore di pilotaggio è talmente flebile che anche le pletora dei dati telemetrici a disposizione, di frequente, può risultare insufficiente nell’intento di smascherare la malefatta. Non è il caso dell’episodio più recente al quale abbiamo assistito che ha visto Sergio Perez come protagonista.

A Montecarlo infatti, il messicano della Red Bull avrebbe deliberatamente “bloccato” la Q3 sul più bello, andando a schiantarsi di proposito contro le barriere al Portier (clicca qui per l’analisi telemetrica). Una situazione che di per sé ha condizionato il risultato della qualifica di Verstappen, “impotente” nel lottare per la pole position che tra le stradine del principato equivale ad una mezza vittoria.

telemetria Q3 – Monaco 2022

Da quell’evento è scaturita la chiara reazione dell’olandese. Il giovane talento di Hasselt, dunque, quando in Brasile avrebbe potuto sostenere il compagno di squadra coinvolto nella lotta per il secondo posto nella classifica piloti, si è tirato indietro senza risparmiare polemiche nucleari nelle comunicazioni con il muretto box per poi ribadire il concetto ai media internazionali una volta sceso dall’abitacolo della sua vettura.

Secondo informazioni da noi raccolte, Max avrebbe ricevuto la conferma dal proprio team che Perez aveva deliberatamente “piantato” a muro la sua RB18 per trarne vantaggio. Contesto dal cui ha potuto costruire la vittoria domenicale favorita da un muretto Ferrari disastroso che, per l’ennesima volta, aveva commesso un grave errore di valutazione sulla strategia penalizzando la corsa di Leclerc.


F1. La FIA studia un giro di vite normativo

La Formula Uno inizia ad interrogarsi sulla possibilità di reagire a questo genere di comportamento. Non tanto nel punire un reo sempre difficile da individuare, ma nell’evitare di penalizzare chi subisce le conseguenze di un’azione deliberatamente antisportiva e lesiva. Carlos Sainz, recentemente, ha riferito come alcuni incidenti “deliberati” in F1 siano più comuni di quanto si pensi. Una piega di certo non positiva che andrebbe sedata per impedire ai piloti di abusarne.

Nel testo normativo di riferimento, oggi, non esistono sanzioni per i conducenti che causano bandiere gialle o rosse durante una sessione di qualifica. Qualcuno ha suggerito di adottare una regola in cui il pilota che ha generato lo stop veda il suo tempo cancellato. Una modo di procedere tipico di altre serie come il la Indy Car.

amministratore delegato della McLaren Racing

Non è un caso che a caldeggiare l’idea sia proprio Zack Brown, n°1 della McLaren che proviene dal mondo a Stelle e Strisce. Ma ci potrebbe essere anche un’altra soluzione da implementare. Alludiamo ad un tempo supplementare che potrebbe regalare ai piloti l’opportunità di completare il proprio giro in quelle circostanze nelle quali chi guida il plotone ha impiegato troppo tempo a percorrere la tornata di lancio penalizzando più o meno direttamente chi è in coda.

Questa è l’idea che Laurent Rossi, CEO di Alpine, sta provando a sponsorizzare tra i propri colleghi per fare pressione sui decisori. “Immagino che si potrebbe prolungare la sessione di un giro o due in più per consentire agli altri di finire il loro giro buono. Abbiamo bisogno di una revisione approfondita. Ma, contestualmente, non dovremmo essere troppo veloci nel condannare un pilota o una squadra“.


F1. Evitare derive giustizialiste

Si tratta di un tema molto interessante poiché diverrebbe concettualmente troppo afflittivo punire un pilota che commette un errore in un esercizio complesso come quello del giro da qualifica. Sospendere una tale Spada di Damocle sul capo dei conducenti, difatti, snaturerebbe un momento iconico della Formula Uno.

Mike Krack, team principal dell’Aston Martin F1 Team, ha sollevato la questione convinto che bisognerebbe entrare nello specifico di ogni singolo caso, senza attivare una procedura automatizzata che, in talune circostanze, potrebbe dar vita a scenari oltremodo penalizzanti.

Mike Krack, team principal Aston Martin

Una tale azione, però, allungherebbe ulteriormente il tempo utile a prendere delle decisioni che a volte si sono protratte oltre il tollerabile. Questo è un aspetto su cui la F1 deve interrogarsi con solerzia, nel tentativo di trovare risposte altrettanto rapide e possibilmente efficaci.

Il fatto che sia stata avviata una discussione attorno alle qualifiche risulta molto positivo. Chi opera del Circus, evidentemente, ha compreso che il meccanismo, seppur rodato, è perfettibile. Anche grazie alla “VAR room” a disposizione delle direzione gara. Uno strumento che nel primo anno di utilizzo non ha funzionato di certo a dovere.

Il dibattito galleggia in una fase embrionale e al momento non sono pianificate riunioni per affrontare la questione. Tuttavia, come spesso accaduto, è il vociare circa una data questione che spinge i detentori del potere a prendere iniziative. Possiamo dunque attenderci sviluppi nelle prossime settimane.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, McLaren, BMW Motorsport, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano