Per essere un top driver di F1 è necessario “sbloccare” diverse attitudini. La prima, saremo banali e scontati, è quella che riconduce alla personale cifra tecnica. Quel bagaglio di competenze che si costruisce anno dopo anno, gara dopo gara e che non esula da una massiccia dose di innatismo. Non si diventa campioni se non c’è una base di talento, una dotazione standard di valori tecnici sui cui erigere una carriera da asso del volante.
Ma tutto ciò non può bastare. Ci sono fattori esogeni, più o meno controllabili dal singolo, che intervengono a determinare la buona riuscita di una storia sportiva. Avere una macchina performante è uno di questi elementi. Così come correre per un team che non si perda nel momento topico. Le ultime due voci vanno sovente a braccetto perché raramente abbiamo osservato una scuderia sgangherata produrre una monoposto capace di buttarsi nella mischia iridata spuntandola su una concorrenza famelica.
Se un pilota ha un controllo limitato sull’efficacia di una squadra che, dunque, può essere orientata in minima parte, risulta invece totale la facoltà di lavorare su se stessi per tirare fuori il meglio e mettersi in condizioni di duellare con avversari che, più passano gli anni, più diventano dei cyborg orientati alla massimizzazione delle proprie facoltà psicofisiche.
E’ ciò che sta facendo Charles Leclerc in questo periodo di preparazione alla stagione 2023 che per Ferrari si preannuncia come una sorta di esame finale dopo aver illuso e poi deluso nel corso del campionato precedente. Il monegasco, tranne qualche sbavatura, ha fatto tutto ciò che poteva per contrastare un Max Verstappen che, ad un certo punto, è diventato più inscalfibile di un supereroe di un cartone giapponese.
Leclerc sa che deve essere perfetto se vuole provare a strappare la corona d’alloro dalla testa dell’olandese e se, contestualmente, intende tenere alla larga gli altri pretendenti al trono che rispondono ai nomi di Carlos Sainz, George Russell e Lewis Hamilton. “È colpa mia e, se continuo a fare errori come questo, allora merito di non vincere il campionato” ha detto il ferrarista alludendo agli episodi di Imola e Le Castellet.
Charles non lesina critiche feroci a se stesso. Emblematici sono quei team radio in cui, a seguito di una topica, ha urlato contro la sua persona senza alcun filtro pur sapendo di andare in diretta mondiale. Atteggiamento che non ha mai riservato quando a sbagliare è stato il suo team che gli ha sottratto vittorie pesanti. Critiche certamente espresse, ma di certo in maniera più pacata. Delusione anteposta ad una rabbia che sarebbe stata più che lecita. Si veda Monaco piuttosto che Silverstone e Hungaroring quando la vittoria non è stata scippata dal rivale di turno ma dal muretto amico.
Leclerc lavora molto sulla sfera mentale e i progressi compiuti dal suo debutto in Formula Uno sono lampanti. Ma alla solidificazione psicologica deve corrispondere anche quella strutturale. Leggasi fisica. parlando dal suo canale YouTube, il talento dell’Academy Rossa ha detto: “Di sicuro ci sono alcuni giorni in cui non sono particolarmente felice di andare ad allenarmi, ma è la vita, fa parte del gioco. Alla fine vincere è ciò che mi motiva. Nel 2022 non ce l’abbiamo fatta, ma ho intenzione di farlo quest’anno“.
“Dobbiamo essere il più preparati possibile e la formazione ne fa parte. Devi essere in forma all’interno della macchina e stiamo dando il nostro meglio solo per essere il miglior pilota là fuori in pista, quindi questo è ciò che mi motiva“. Il monegasco si sente pronto per la sfida iridata: “Penso di essere maturo. Ogni stagione che fai in F1, impari cose nuove, quindi cambi come pilota. Sono solo piccoli miglioramenti. Dopo ogni errore impari e cresci, quindi sono più maturo. Ma non c’è stato un cambiamento particolare“.
A venire incontro a Charles potrebbero essere due fattori. Il primo, ovviamente, è una Ferrari ritrovata, costante nell’arco dell’intera stagione e quindi competitiva fino all’ultimo atto del mondiale. Il secondo è di natura tecnica e fa riferimento alle gomme. La nuova gamma che porterà Pirelli dovrebbe risolvere finalmente quello squilibrio che si è visto nel 2022, con l’asse posteriore a generare troppo grip causando un comportamento tendente al sottosterzo.
Una macchina con un anteriore più preciso è ciò che esalta il driving di Leclerc che ama buttarsi nel punto di corda per poi controllare un retrotreno più leggero. Un’ottima notizia quindi? Sì, ma calmi con gli entusiasmi perché questa è esattamente la condizione che adora anche Max Verstappen che potrebbe, a questo punto, esaltarsi ancora di più.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari