Prima che il Mondiale di F1 prenda il via ci sono vari passaggi da completare. Le prime frammentate tappe sono rappresentate dalle presentazioni delle varie monoposto. In questa specie di gran premio sarà la Red Bull ad inaugurare le danze. venerdì 3 Febbraio, a New York, cadranno difatti i veli dalla RB19, lo strumento con cui Max Verstappen dovrà difendere il titolo iridato ottenuto abbastanza in scioltezza nel 2022. A cascata, dopo quella di Milton Keynes, tutte le altre regine si mostreranno al mondo. Inutile dire che i fari saranno puntati su altre due realtà: Maranello e Brackley.
La nuova Ferrari verrà svelata il 14 febbraio nella sede storica del team in una cerimonia che si preannuncia sobria ma molto attesa poiché coinciderà con la prima pubblica dichiarazione di Frédéric Vasseur in qualità di capo della Gestione Sportiva. Mercedes, dal canto suo, non si farà attendere troppo visto che offrirà al pubblico la W14 l’indomani.
Dopo questi passi formali la Formula Uno, e si giunge così ad un altro step di avvicinamento molto atteso, si sposterà a Sakhir, in Bahrain, per la tre giorni di test invernali (da giovedì 23 a sabato 25 febbraio, ndr) in cui inizieremo a capire quali saranno i valori in campo visto che le squadre, dato il pochissimo tempo a disposizione, non dovrebbero poter giocare troppo a nascondino col cronometro.
E poi sarà tempo di sessioni ufficiali. Il carrozzone non si allontanerà dal Paese che sorge in prossimità delle coste occidentali del Golfo Persico. Il 3 marzo, col primo turno di prove libere, scatterà il settantaquattresimo mondiale di Formula Uno che, verbalmente, sembra già essere in pieno svolgimento.
Tre saranno, con tutta probabilità, le squadre che si giocheranno le targhe più prestigiose: Red Bull, Ferrari e Mercedes. I primi, in qualità di detentori dei titoli, partono col favore di pronostici. Il balance of performance tecnico e la penalità scaturita dall’infrazione del tetto di spesa porteranno Adrian Newey ed il suo staff ad avere solo il 63% del monte ore totale che i regolamenti mettono a disposizione. Una condizione di certo poco invidiabile ma che non può bastare per togliere la franchigia austriaca dal gradino più alto di un podio virtuale. La RB19, anche se la sua gestazione è stata condizionata dalle sanzioni (leggi per approfondire), è quindi da considerarsi il benchmark della categoria.
Alle spalle, tenendo conto dell’andamento del campionato scorso, troviamo la Ferrari in fase di evoluzione manageriale che non ha potuto perdere di colpo le virtù mostrate chiaramente con una F1-75 sorprendente che poi è stata limitata da un’affidabilità scadente, da un piano sviluppi congelato e da errori di gestione strategica piuttosto pacchiani. Cose alle quali Vasseur sta lavorando in un percorso chiaro: ripartire dalle virtù superando i vizi (per saperne di più, clicca qui).
Operazione non semplice ma che a Maranello pensano di poter compiere. Altrimenti non sarebbe nemmeno partita la rivoluzione post Binotto. Al di là di certi numeri sparati un po’ a caso su cavalli ritrovati e su tempi medi sul giro abbattuti al simulatore, il progetto 2023 andrà in continuità con il modello vecchio di cui si intendono risolvere i problemi relativi alla power unit e la difficoltà a gestire le gomme sui long run.
E poi c’è lei, la grande delusa: la Mercedes. La scuderia che dopo l’epilogo amarissimo della stagione 2021 voleva spaccare il mondo per riprendersi il maltolto con una macchina avveniristica ma che s’è rivelata inefficace a lottare per qualcosa di grosso. Un anno di amaro apprendistato fatto di poche gioie e tanti dolori chiusosi in terza piazza, con una sola vittoria ma con la consapevolezza di aver compiuto passi da gigante visto che sul finale era netta la sensazione che la W13 avesse agganciato e forse superato la F1-75 e si fosse messa a caccia della RB18. Almeno in particolari condizioni. Ecco quel che vogliono fare a Brackley: aprire la finestra d’utilizzo della vettura rendendola in grado di sciorinare performance solide e stabili su ogni tipo di pista. E proprio quest’ultima, da marzo in poi, ci dirà se il piano è andato a buon fine.
Nel frattempo, per calmare un’attesa che diviene sempre più corta, è in pieno svolgimento un altro campionato. Quello mediatico. Fatto di frecciate, bordate, accuse più o meno velate, proclami e “carinerie” assortite. Tra Christian Horner e Toto Wolff ci sono vecchie ruggini mai sgrossate. E una recente intervista fatta dal Times all’ex pilota austriaco lo conferma con grande lucidità.
“Praticamente vivo in affitto dentro la sua testa – ha spiegato Wolff alludendo al collega della Red Bull – Quell’uomo è ossessionato da me. Ogni secondo che passo a parlare di lui è una perdita di tempo“. Se non è un ordigno verbale poco ci manca. Anche perché la granata arriva come un fulmine a ciel sereno, dopo che lo stesso Toto si era mostrato molto cauto e pacato a seguito della sentenza che ha sancito la colpevolezza della Red Bull. Molti si attendevano reazioni caustiche che non sono arrivate. Anzi, dalla Mercedes, è stata espressa soddisfazione per l’operato federale. Elemento che aveva fatto pensare che l’ascia di guerra fosse stata sotterrata sotto molti centimetri di materiale.
Ed invece no, era ancora là in bella mostra e pronta all’uso. Evidentemente l’epilogo del 2021 fa ancora male. La ferita è tuttora lacerata e brucia. E lo fa sia perché Michael Masi reinventò le procedure in uno slancio interpretativo inconsuetudinario non richiesto, sia poiché il 2022 è stato foriero di frustrazioni. Il riscatto anelato non è arrivato. Anzi, gli “uomini in grigio” non hanno potuto fare altro che vedere i rivali scappar via e godere come non mai visto che hanno riscritto diversi record della categoria.
“Quel periodo – ha ricordato Wolff facendo riferimento al post Abu Dhabi 2021 – è stato incredibilmente complesso perché Lewis aveva dato tutto e stava per raggiungere un risultato enorme. Una delle cose più difficili nello sport è elaborare la delusione. Ma è in quel momento che si vede il valore del team. Con Hamilton stiamo insieme ormai da molti anni e ci sentiamo il più spesso possibile“. E proprio dal trentottenne di Stevenage che Mercedes vuole ripartire per riprendersi ciò che si percepisce sia stato scippato in quegli ultimi controversi giri. Le contrattazioni per il rinnovo sono di fatti in corso e il positivo epilogo sembra essere più che scontato.
Nel frattempo registriamo l’aumento della temperatura nel termometro del rapporto Red Bull/Mercedes. Conoscendo lo stile di Horner la risposta non tarderà ad arrivare. La Formula Uno della sovraesposizione mediatica è anche questa. Un Circus che sembra essersi trasformato in un’eterna reiterazione di una puntata di Drive to Survive. Queste scaramucce, benché non siano proprio da gentiluomini, fanno gola a Liberty Media che si trova quasi per caso un po’ di hype a buon mercato in un momento di stanca.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing