Le norme finanziarie introdotte nel 2021 hanno generato un impatto enorme sui team di F1. La limitazione del budget ha obbligato le scuderie ad una gestione parsimoniosa delle risorse tecniche e umane, in modo da poter rispettare i rigidi paletti imposti dalla Federazione Internazionale. Gli investimenti faraonici di qualche anno fa, infatti, sono un lontano ricordo.
Tutte le voci di spesa incluse nei report da inviare alla FIA debbono essere precisamente pianificate. L’obbiettivo è quello di gestire l’intera stagione agonistica dalla fase di concept delle vetture sino alla produzione degli update nel corso del mondiale. Molte squadre hanno dovuto avviare dolorose riduzioni del personale, mentre altri, come la Scuderia Ferrari, hanno messo in atto programmi paralleli alla F1 (WEC, nda) per dirottare una parte delle proprie maestranze.
Tutte professionalità di elevato spessore tecnico che hanno dovuto affrontare nuove sfide. Tuttavia la review dell’organizzazione è stata più invasiva. Il limitato numero di ingegneri rispetto agli effettivi di qualche anno fa ha richiesto una nuova gestione delle risorse. Basti pensare che il personale di un top team, sino al 2020, era prossimo alle 1000 unità.
La disponibilità di un così elevato numero di ingegneri, ha prodotto nel tempo una sorta di “specializzazione” delle risorse umane in specifiche aree di ricerca e sviluppo in seno ai team. La drastica riduzione del personale non consente di avere elevati profili con specifiche competenza di nicchia. All’interno dei team è in progressiva ascesa il concetto di multidisciplinarietà. Tale metodologia richiede figure dalle conoscenze trasversali, necessarie per essere allocate dinamicamente nei task che concorrono alla realizzazione di un progetto, nella fattispecie di una monoposto di F1.
Risulta evidente che importanti skill in ambito aerodinamico o meccanico risultano difficilmente collocabili in un’area diversa da quella in cui hanno maturato competenze fondamentali nel corso del proprio percorso professionale. Tuttavia, un nutrito gruppo di tecnici può rivestire con successo più ruoli all’interno di gruppi di lavoro distinti.
Per questioni di necessità l’assetto dei team abbandonerà progressivamente il modello organizzativo gerarchico in funzione di una struttura organizzativa a matrice. Tale rivoluzione è confermata dal direttore tecnico della Alpine, Matt Harman.
In una recente dichiarazione Harman ha confermato l’evoluzione delle logiche operative all’interno della factory Alpine: “La riduzione graduale delle risorse sta determinando la fine delle specializzazioni. I team di F1, nel corso degli anni, sono diventati molto specializzati in determinate aree e questo funziona quando sei in grado di investire. Ma ora siamo quasi fissi sul nostro organico, quindi quello che vogliamo è personale multidisciplinare”
“Ciò significa che possiamo “spostare” le persone e se una settimana decidiamo di voler passare da un aggiornamento delle sospensioni posteriori a uno sull’ala anteriore, quelle persone possono spostarsi ed essere utili in quell’area, mentre prima non era possibile“.
Il modello organizzativo di riferimento per la multidisciplinarietà è certamente a matrice. Tale organizzazione consiste in una struttura dove i membri dei team riferiscono a più responsabili, rispondendo al project manager e al responsabile gerarchico. Nell’esempio menzionato da Matt Harman un ingegnere dell’area telaio, pur afferendo al responsabile gerarchico, può essere parte del team coordinato dal responsabile aerodinamico.
Se ben orchestrato il modello organizzativo a matrice offre notevoli benefici. Questa struttura consente un utilizzo efficiente delle risorse perché il gruppo di lavoro include specialisti di più reparti. Scenario che consente di ridurre i costi generali e la quantità di tempo necessaria al completamento del progetto.
Il lavoro in una struttura simile produce un flusso libero di informazioni tra i gruppi di lavoro, perché questi riferiscono a più responsabili. In un sistema gerarchico i membri di un gruppo di lavoro devono ricordarsi di passare le informazioni, mentre in quello a matrice il flusso di informazioni diventa un requisito.
La rivoluzione regolamentare imposta dalla FIA ha generato effetti tecnici chiaramente visibili grazie alla nuova veste aerodinamica delle wing car. Non meno ardua è stata la sfida che le scuderie stanno affrontando nel cambiare i metodi di lavoro ormai consolidati da decenni. La multidisciplinarietà ne è un esempio, poco visibile ma rivoluzionaria al pari degli aspetti puramente tecnci.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat