In F1, la clamorosa rottura della trattativa tra Red Bull e Porsche, proprio quando tutto lasciava pensare che l’annuncio del sodalizio fosse in dirittura d’arrivo, è una ferita ancora aperta per il colosso di Stoccarda. Il luxury brand del gruppo Volkswagen ha partecipato attivamente alla definizione dei nuovi regolamenti tecnici sulle power unit di prossima generazione.
La Federazione Internazionale e Liberty Media hanno recepito le principali richieste del costruttore tedesco al fine di favorire l’ingresso di un marchio iconico del motorsport. L’eliminazione della componente MGU-H e i maggiori investimenti consentiti ai nuovi costruttori, sono solo alcune delle agevolazioni volte a minimizzare il gap tecnologico tra Porsche e i motoristi già presenti nel Circus.
L’accordo con Red Bull avrebbe consentito alla casa tedesca di entrare in F1 dalla porta principale, in virtù delle garanzie offerte nel comparto aerodinamico diretto da Adrian Newey. Le mire espansionistiche di Porsche in seno al team di Milton Keynes hanno fatto saltare il banco.
L’intera struttura organizzativa della squadra anglo austriaco rischiava di essere completamente ridisegnata dal CDA di Stoccarda. Di fronte a tale “minaccia” i vertici della holding Red Bull hanno optato per la best practice secondo la quale un team che vince non si cambia.
Contestualmente Audi ha ufficializzato il proprio ingresso in F1 attraverso un business plan che prevede la progressiva acquisizione di Sauber. A differenza di Porsche, la casa di Ingolstadt ha puntato sull’acquisizione di una scuderia collocata nel midfield dello schieramento. Tale scelta potrebbe comportare un tempo più lungo per colmare il gap tecnologico con le squadre al vertice .
Le eccessive pretese di Porsche sanciscono la fine del sogno chiamato F1? Nelle ultime settimane si stanno moltiplicando indiscrezioni secondo cui il programma Porsche F1 non sia affatto archiviato.
Al termine della stagione 2022 si è chiusa la partnership di Gulf Oil International con la scuderia McLaren. La compagnia petrolifera statunitense sarebbe in procinto di stringere un nuovo accordo con Williams in qualità di main sponsor. E’ importante ricordare che la scuderia di Grove offrirà un volante a Logan Sargeant, primo pilota americano sulla griglia dal lontano 2015.
Inoltre Franco Colapinto, il nuovo pilota junior della Williams, è sponsorizzato dal colosso americano del petrolio. Ad alimentare le suddette ipotesi ecco gli immancabili indizi social. L’account twitter della Gulf Oil ha recentemente postato un tweet in cui annuncia grandi novità imminenti.
La possibile unione tra Gulf Oil e Williams come title sponsor, potrebbe determinare un’importante infusione di denaro nello storico team britannico, ossigeno puro per scalare le gerarchie nei rapporti di forza apprezzati fino alla scorsa stagione. Gulf Oil, inoltre, direttamente o indirettamente, potrebbe fungere da collante tra il team Williams e Porsche.
Nelle scorse settimane la sinergia Williams/Porsche è stata oggetto di molte speculazioni. L’eventuale sponsorship di Gulf Oil potrebbe favorire l’ingresso di Porsche in un team con una maggiore solidità economica e potenzialmente più competitivo rispetto al recente passato.
Il filmato recentemente postato sui canali sociali di Porsche Motorsport rievoca i numerosi successi ottenuti dalla casa di Stoccarda a cominciare dal modello 917 in livrea Gulf. Anche il video messaggio social di Porsche è parecchio criptico, utilizzando l’hashtag #FINALLY.
La certezza della permanenza di Gulf Oil in F1 unitamente a diversi indizi social non escludono che la sinergia Williams/Gulf/Porsche possa divenire una sorprendente e suggestiva collaborazione, in grado di riportare il team di Grove ai fasti del passato e consentire a Porsche di gestire il programma F1 con maggiore potere decisionale.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Gulf – Porsche