Da diverse settimane in F1 circolano speculazioni in merito al presunto step di potenza della power unit Ferrari che equipaggerà la monoposto 675. Nel rammentare che la quasi totalità degli elementi delle unità turbo ibride sono state congelate al primo settembre 2022, gli uomini del Cavallino Rampante hanno comunque operato sulla power unit 066/7, fruendo della deroga al “freeze” concessa dalla Federazione Internazionale.
Non si tratta ovviamente di una corsia preferenziale concessa alla storica scuderia modenese, ma una chance offerta a tutti i costruttori che hanno sottoposto all’organo federale evidenze relative a reali problemi di affidabilità accusati durante la stagione 2022. Nel caso della scuderia di Maranello, il numero di avarie tecniche patite lo scorso anno sulle vetture, sommate ai grattacapi sofferti dai team clienti non dà adito ad alcun sospetto da parte dei competitor.
Sanare i problemi strutturali del propulsore 066/7 ha offerto la possibilità di poter sfruttare appieno il suo potenziale, volutamente calmierato dai tecnici della Ferrari attraverso una gestione parsimoniosa della componente ibrida (leggi qui i dettagli tecnici). Un’occasione per poter ulteriormente potenziare il cuore della rossa 2023
F1: la genesi delle speculazioni sull’improvement della power unit Ferrari
Diverse fonti hanno ipotizzato che nell’ambito delle modifiche correttive all’unità di potenza della rossa, gli uomini diretti da Enrico Cardile fossero riusciti ad estrapolare un surplus di 30 cavalli. La componente dell’unità di potenza che è costata molti ritiri a Charles Leclerc e Carlos Sainz è l’MGU-H.
Dopo il guasto occorso al monegasco nel Gran Premio dell’Azerbaigian, la Ferrari ha obbligatoriamente gestito il moto generatore MGU-H in modo meno aggressivo, al fine di poter contenere l’omologazione di nuovi propulsori entro un numero ragionevole. Le mappature conservative successivamente adottate potrebbero aver determinato una perdita di prestazioni equivalente a circa 2/3 decimi al giro.
A titolo esemplificativo vengono illustrate le condizioni operative dell’MGU-H. Si può notare che tale componente richiede potenza dall’ERS per mantenere “in tiro” il turbocompressore (evitando il turbo-lag, nda) a basse velocità e l contempo posizioni dell’acceleratore elevate. Nelle altre condizioni operative l’MGU-H recupera sempre potenza.
Il fantomatico recupero di 0,2 secondi equivarrebbe ai fatidici 30 cavalli della nuova specifica della power unit 066/7. Ipotesi sostenibile con la vecchia generazione di propulsori aspirati, poiché l’aumento di potenza era lineare nell’arco del singolo giro. Tuttavia, nelle moderne power unit, l’apporto della potenza fornito dalla componente ibrida non è costante, pertanto la stima è inverosimile.
Molto più realistico sostenere che la PU Ferrari possa ritornare a esprimere la potenza dei primi round del 2022, in cui non si erano ancora palesati i nefasti problemi di affidabilità. E certamente la differenza con gli altri motoristi non era nell’ordine dei 30 cavalli.
Ipotesi rigettata al mittente anche dal neo team principal della rossa Frederic Vassuer: “I numeri?, non so da dove vengano i numeri, ma è solo uno scherzo”. Ovviamente l’ingegnere transalpino ha tutto l’interesse a non sbilanciarsi anche se questi numeri fossero confermati durante i pre season test e nelle prime gare del mondiale. E’ necessario inoltre considerare che una delle motivazioni della defenestrazione di Mattia Binotto è stata proprio la scarsa affidabilità dell’unità di potenza.
F1: la cautela Ferrari nonostante i proclami di vittoria
Nonostante Vasseur non abbia nascosto le velleità di vittoria, è un manager navigato al punto da comprendere che il ripetersi degli errori del passato sarebbe un autogol clamoroso.
E’ lecito attendersi che anche la versione riveduta e corretta dalla power unit 066/7 possa essere messa progressivamente alla frusta nonostante le lusinghiere al banco prova, informazione resa nota dal manager transalpino:
“Finora sembra OK ma la realtà della pista è un aspetto diverso. Un paio di problemi che i team, non solo la Ferrari, stavano riscontrando provenivano da problemi di pista, vibrazioni di rimbalzo e avremo un quadro molto migliore nei test in Bahrain”.
Molto dipenderà dalla bontà complessiva del progetto 675. Se i punti di debolezza della veste aerodinamico 2022 saranno risolti a giovarne sarà anche il comparto motoristico, che potrà liberare tutto il potenziale del propulsore in modo progressivo e senza frenesia. Del resto, nell’agenda dell’ingegnere francese, è proprio l’affidabilità una delle maggiori priorità da raggiungere a brevissimo termin.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Il fantomatico recupero di 0,2 secondi equivarrebbe ai fatidici 30 cavalli
130 millesimi a Barcellona, 200 a Monza, secondo i motoristi…sono un pelo più direi….
E certamente la differenza con gli altri motoristi non era nell’ordine dei 30 cavalli.
infatti per quello abbiamo visto le Mercedes sverniciate sul dritto in Bahrein dai clienti Ferrari….o come Max dovesse sfruttare tutta l’efficenza della sua rb per passare leclerc col DRS aperto e a fine rettilineo arrivando, fra l’altro, puntualmente lungo