Formula 1

Mercedes bracca Red Bull: Milton Keynes è preoccupata

Se quella di guardare in casa altrui fosse un’arte, Helmut Marko avrebbe un posto di riguardo nei libri di storia della F1. E non solo. Quando c’è da provocare, destabilizzare e creare un po’ di sano, e perché no divertente, caos mediatico il super-consigliere della Red Bull non si tira indietro. Anzi, ci prova proprio gusto con quel suo immancabile sorriso sardonico che accompagna le sue esternazioni riguardanti gli avversari.

La teoria delle sue esternazioni è lunghissima e non è questa la sede per riportare ogni uscita. Marko è l’uomo dei Covid party da usare come strumento di immunizzazione di massa; è la stessa persona che, fiutando il ritorno della Ferrari, ha strombazzato ai quattro venti di quanto Carlos Sainz fosse più forte e solido di Charles Leclerc. E via rimembrando. Negli ultimi tempi l’ex pilota di Graz ha messo nel mirino Brackley. E la cosa non è casuale visto che Mercedes, con un finale in gran crescendo, inizia ad essere percepita nuovamente come una minaccia concreta.

Il settantanovenne austriaco Helmut Marco, consulente del team Oracle Red Bull Racing

F1. Mercedes/Williams: il cambio di casacca di James Vowles rinsalda il legame

Due settimane fa, con due comunicati quasi cronologicamente congiunti, Mercedes e Williams annunciavano il passaggio di James Volwles da Brackley a Grove. Un pezzo grosso che abbandona il suo posto da capo dell’area strategica per occupare uno scranno ancora più prestigioso e, se possibile, bollente: quello da team principal di una grande decaduta in cerca di una nuova identità sportiva dopo anni di crisi nera e di risultati non in linea con una storia gloriosissima.

Al di là delle parole tipiche che si pronunciano quando si verificano passaggi del genere è chiaro che dietro l’operazione ci sia stata proprio la regia di Torger Christian Wolff da Vienna. In un momento di profonda ristrutturazione per la storica franchigia inglese, Mercedes rinnova il suo controllo su un alleato strategico. Williams non è solo un cliente a cui vendere motori, è anche un partner tecnico che mutua parti delle vetture di Brackley. La FW44, difatti, aveva power unit e trasmissione della W13. Ma non solo, prima del cambio concettuale, era la monoposto più vicina alla Freccia d’Argento da un punto di vista filosofico.

E non finisce qua. Williams è stata un passaggio strategico nella carriera di George Russell che è arrivato in Mercedes pronto e svezzato a dovere. La scuderia che fu di Sir Frank si è anche posta come fedele alleata quando è stato necessario giocare ai tavoli del potere per scrivere regole e determinare l’orientamento del legislatore. A tutto questo Wolff, abile tessitore di trame, non intendeva rinunziare. Anche contemplando di perdere una figura come Vowles che è stato uno dei tanti meccanismi di quell’ingranaggio perfetto che ha portato quindici titoli in otto stagioni.

Il legame fitto tra le due entità è sancito anche da un dettaglio non secondario. Vowles, difatti, è stato lasciato libero di partire senza che gli venisse imposto un periodo di gardening, una pratica tipica in analoghe circostanze. Un atto di fiducia nei confronti di un dipendente di lungo corso che spiega come la correlazione tra le due realtà sia molto forte.

James Vowles, ha preso parte ai primi due round dell’Asian Le Mans Series 2022

F1. Helmut Marko vede una crepa nel mondo Mercedes

Vowles se n’è andato di sua spontanea volontà e, così si dice, sta portando con sé anche ottimi ingegneri. Le mie fonti mi dicono che è per questo che l’atmosfera alla Mercedes è così tesa. Vedremo. Continuo a credere che la Mercedes sarà il nostro più grande avversario quando si tratterà di difendere il nostro titolo quest’anno”. Queste le parole di Marko alla testata tedesca Sport1.

Dichiarazioni dalle quali desumiamo due concetti. Il primo, riconduce all’incipit di questo scritto. Le valutazioni di Marko si basano più su percezioni personali che su fatti concreti. Ad oggi non si registra una transumanza di tecnici che si sposta da una sede all’altra. Ogni team, di anno in anno, affronta degli avvicendamenti che, in era di budget cap, possono essere anche più massicci. Ma nessuna emorragia è in corso. Né se ne vedono all’orizzonte. E pure se qualche ingegnere si muovesse potrebbe semplicemente andare a rinsaldare quel legame tecnico tra le due squadre. Evidentemente, come in ogni ambito, le cose possono osservarsi da diversi punti.

Toto Wolff, team principal della Mercedes AMG F1 Team

Il secondo elemento che sale a galla è quello strisciante timore che Mercedes, complice la rimonta operata l’anno scorso, l’aver compreso e superato i difetti della W13 e il maggior numero di ore di lavoro per definire e far progredire la W14, potrebbe essere diventata, nella percezione della Red Bull, il vero competitor per la stagione 2023. La Ferrari, è stato lo stesso Marko a sottolinearlo, fa un po’ meno paura poiché è alle prese con quel riassetto tecnico-sportivo che potrebbe richiedere un po’ di tempo per essere puntualmente compiuto.

Ricordate le parole di Toto Wolff relative a Chris Horner? Beh, vi rinfreschiamo la memoria: “Praticamente vivo in affitto dentro la sua testa – ha spiegato Wolff alludendo al n°1 della Red Bull – Quell’uomo è ossessionato da me. Ogni secondo che passo a parlare di lui è una perdita di tempo“. Avevamo preconizzato che la guerra mediatica fosse appena agli albori (leggi qui) ed infatti la risposta del clan di Milton Keynes non si è fatta attendere in una controreplica scontata come il sorgere del sole.

Se i quattro piloti delle due equipe si allineeranno al contesto mediatico che si sta insinuando nelle ultime settimane si prospetta un campionato del mondo scoppiettante. Ma, per il bene di tutti, si spera che il livello della tensione resti entro i limiti di guardia. Perché un conto è darsele dalle colonne dei giornali o dalle televisioni, un altro è scontrarsi in pista.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano