Fare previsioni sul prossimo campionato del mondo di F1 non equivale esattamente a prodursi in un lancio di dadi. La storia recente non può non dare delle indicazioni e quella passata spiega che i ribaltoni sono l’eccezione piuttosto che la norma. I cambi radicali nella scala dei valori si osservano sovente quando il governo della categoria stabilisce un drastico cambio regolamentare. Quando, di converso, c’è continuità è difficile osservare un gruppo che ha “bazzicato” a centrocampo farsi sotto per dire la sua in chiave iridata.
Il campionato 2023 che si avvicina sempre di più non sarà foriero di grandi novità. La FIA calibrerà il regolamento tecnico con modifiche anti-porpoising che vanno sulla scia della Direttiva 039 a cui saranno abbinati cambiamenti in alcuni dettagli relativi al fronte sicurezza. Qualcosa che sicuramente potrebbe favorire l’avvicinamento prestazionale (ciò che spera Liberty Media Corporate) ma che difficilmente rimescolerà le carte in tavola.
E’ evidente che un siffatto piano di modifiche non possa essere considerato uno stravolgimento concettuale della medesima portata dei quello che il legislatore ha stabilito per il 2022.
Quel che potrebbe invece dare una spallata a chi si è posto come il punto di riferimento degli ultimi due anni è l’azione combinata del balance of performance tecnico e degli effetti della penalità per lo sforamento del budget cap. Red Bull, verosimilmente, dovrebbe risentire di questa condizione oggettivamente limitante. Ma potrebbe farlo in corso di sviluppo della vettura piuttosto che in fase di definizione.
La RB19, che sarà svelata in una cerimonia che si terrà i New York il 3 febbraio, non dovrebbe subire gli effetti negativi della limitazione allo sviluppo che si applica dal 1° gennaio di quest’anno. Ossia quando la monoposto era in una fase molto avanzata di delibera. O almeno è questa la speranza che alberga a Milton Keynes dove si ritiene che la base sia tanto buona che le distanze sui rivali possano essere tenute ragionevolmente aperte.
Dalla sede del team anglo-austriaco, più esponenti, da Andrian Newey a Paul Monaghan passando per Pierre Wache e ai non tecnici Helmut Marko e Chrstian Horner, hanno lasciato intendere che gli ingegneri si concentreranno in quelle aree che subiranno in misura minore degli effetti delle limitazioni. Sarà lo sviluppo aerodinamico, complice una galleria del vento obsoleta, l’area su cui incideranno maggiormente le afflizioni federali. E questo è un paradosso che spiega la grandezza del lavoro svolto dal tecnico di Stratford-upon-Avon che, nonostante mezzi meno all’avanguardia, sia riuscito a mettere all’angolo colossi come Mercedes e Ferrari. Non si è un genio a caso.
Il focus del lavori si potrebbe spostare quindi su aree relative alla meccanica. Le sospensioni e il telaio sono le zone che verranno messe sotto la lente d’ingrandimento. Proprio il telaio dovrebbe subire l’ennesima dieta dimagrante che permetterebbe alla RB19 di partire sotto i limiti di massa minimi previsti dalle norme per poi essere zavorrata nei punti giusti per ottenere un miglior bilanciamento. E messa così la cosa fa paura perché l’anno passato, quando la macchina è entrata nella finestra di peso più idonea, gli avversari non hanno potuto che stare a guardare Max Verstappen vincere e scrivere record.
Proprio l’olandese ha spiegato che i valori osservati nell’arco dei 22 GP che hanno composto il mondiale 2022 non dovrebbero essere ribaltati. “[…] Si vede quando le norme cambiano e alcuni team imbroccano la strada giusta. Una volta che si è capito cosa si sta facendo si parte più o meno da lì e si fanno piccoli passi avanti. Ma quando sbagli – ha riferito il bi-iridato a Viaplay – devi reinventare e provare di nuovo, sei sempre indietro e devi cercare di recuperare“.
“Lo si è visto con noi: ci sono voluti alcuni anni per sfidare la Mercedes. Non avevamo un buon motore, ma una volta risolto questo problema abbiamo lavorato sulla vettura e, quando tutto ciò è stato messo insieme, siamo più o meno arrivati. Ma ci sono voluti alcuni anni. Forse con questi regolamenti è meno complesso, ma se si è indietro bisogna recuperare. Ma mentre loro cercano di recuperare anche noi cerchiamo di migliorare. Quindi è questo che dobbiamo cercare di fare e speriamo di dimostrarlo di nuovo“.
I detentori dei trofei mondiali si sentono abbastanza al sicuro. Per avere la meglio della Red Bull servirà una base tecnica più solida di quelle che Ferrari e Mercedes, i competitor più accreditati, hanno offerto l’anno passato. L’obiettivo è quello di partire quasi alla pari per poi provare, complici le limitazioni di cui abbiamo parlato, lo scatto decisivo nel corso del campionato. Cosa in cui Brackley può riuscire visto come ha fatto evolvere la W13. Operazione che in Ferrari potrebbe risultare più ostica in base al degrado prestazionale che la F1-75 a subito del Gran Premio d’Ungheria in poi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing