Siamo alla vigilia di un giorno importante per la Scuderia Ferrari e per la F1 che non resta indifferente a quanto succede nella factory modenese. Dopo i quattro anni di guida Mattia Binotto il testimone passa a Frédéric Vasseur. Il dirigente transalpino, proveniente dalla Sauber, affronterà il “primo giorno di scuola” con tutto il carico di pressioni che la cosa determina. Chiaramente si tratta di un debutto formale perché le visite negli stabilimenti del Cavallino Rampante sono state molteplici in questi ultimi tempi. Così come le interazioni con lo staff che si troverà a guidare nei prossimi anni.
Con Vasseur, giocoforza, cambieranno molte cose rispetto al passato. Innanzitutto saranno distinti i ruoli. Il francese non gestirà le questioni tecniche per le quali verrà nominato una figura specifica, ma si atterrà a sovraintendere alla sfera sportivo-organizzativa. Con deleghe alla vicende politiche. E proprio su questo versante Maranello potrebbe andare incontro ad un deciso cambio di passo.
Ferrari, troppo spesso, ha dato un’idea di sé troppo remissiva. Su certi tavoli ha giocato in difesa piuttosto che attaccando. L’unico, vero, successo politico ascrivibile a Binotto è aver stoppato l’ascesa di Toto Wolff che puntava dritto al posto che oggi occupa Stefano Domenicali nel board dirigenziale di Liberty Media Corporate. Oltre a ciò poco altro si registra in termini di successi amministrativi. Anzi, sulla testa dell’ingegnere di Losanna pendeva l’accusa di essersi piegato troppo facilmente alla FIA nel mai troppo chiaro e chiarito power unit gate.
Ma non solo. Qualcuno ha riscontrato una certa mollezza in altri due momenti chiave, stavolta afferenti al 2022: nel processo di definizione delle Direttiva Tecnica 039 e nell’aver accettato con troppa nonchalance il verdetto di colpevolezza della Red Bull. Pene apparse blande ai più. Se al posto di Binotto ci fosse stato Vasseur le cose sarebbero andate diversamente? Probabilmente no perché un team principal non dove avere la forza e la possibilità di orientare i verdetti del giudice costituito. Ma forse la reazione sarebbe stata più pruriginosa.
La controprova non c’è, ma qualche indizio ce lo dà proprio il dirigente di Draveil. In un’intervista rilasciata prima che si consumasse il matrimonio con la Ferrari, Vasseur si era espresso in favore del budget cap definendolo una delle migliori cose fatte in Formula Uno. Uno strumento efficace ma perfettibile poiché non è concepibile, come i fatti hanno detto, che una revisione finanziaria possa durare dieci mesi.
“Dobbiamo trovare un modo per avere un semaforo rosso prima, o per essere in grado di agire molto prima – aveva spiegato in un’intervista rilasciata a Motorsport –Probabilmente dobbiamo essere un po’ più severi sulla decisione. D’ora in poi dobbiamo parlare di infrazione minore e maggiore. Perché per me, due o tre milioni, non è qualcosa di piccolo. Una cosa grande per lo sviluppo. Penso che dobbiamo essere molto più severi e molto più veloci nell’azione“.
Ferrari vuole impostare la sua crescita su un doppio binario. Sicuramente su quello organizzativo e tecnico in cui, l’anno scorso, ha mostrato qualche falla che ha pesato nella lotta sfiancante contro una Red Bull dall’intelaiatura più robusta. L’altra colonna da stabilizzare è quella politica. La storia della Formula Uno ha dimostrato spesso che i successi in questo campo sono le fondamenta per quelli in pista. Vasseur è un manager abituato a muoversi su certi piani. E lo è sicuramente più di Binotto che per estrazione e carriera è un tecnico. E, in quanto tale, è più avvezzo a maneggiare questo tipo di figure.
In chiave 2026 ci sono importanti partite da giocare e Maranello non vuole farsi trovare impreparata. John Elkann e Benedetto Vigna lo hanno capito e d’ora in poi non intenderanno lasciare tutto nelle mani di un solo uomo. Ecco perché, nei prossimi giorni, Maranello affiancherà altre figure apicali a quella di Vasseur che non lavorerà in solitaria e soprattutto non lo farà sovraintendendo a troppi aspetti gestionali. La Ferrari 2.0, su queste rinnovate basi, è pronta a spiccare il volo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Alfa Romeo Racing