Il mondiale F1 2023 si avvicina a passi spediti. A poco più di un mese dai pre season test in Bahrain, le varie scuderie sono impegnate nella fase di assemblaggio e definizione delle rispettive monoposto. La prima stagione della nuova era regolamentare, caratterizzata dal ritorno delle vetture ad effetto suolo, ha consentito alla Ferrari di ritornare a un livello di competitività sufficiente per conquistare quattro vittorie di tappa.
Le aspettative riposte nella passata stagione possono essere sintetizzate dal cambio di timone in merito alla gestione sportiva, con l’avvicendamento Binotto/Vasseur che decretato la fine della lunghissima militanza del tecnico di origine svizzera a Maranello.
La rivoluzione imposta dal corpo normativo doveva essere l’occasione irripetibile per contendere i mondiali almeno sino alle fasi finali de campionato. Il brillante avvio 2022 aveva alimentato le ambizioni della storica scuderia modenese. Lo svolgimento del campionato, però, ha messo in luce evidenti carenze che tuttavia ataviche in seno a team.
Il passaggio di testimone tra Binotto e Vasseur potrebbe essere indolore solo se Ferrari saprà far tesoro dei propri errori. Dal punto di vista tecnico, la F1 675 sarà l’ultima creatura progettata dal gruppo di lavoro creato dal manager italosvizzero. In tal senso, il manager francese dovrà far ricorso alle sue capacità manageriali per gestire una fase di transizione che, inevitabilmente, modificherà la struttura organizzativa della GES.
F1: l’eterna idiosincrasia tra il la genialità individuale e il team work
La F1 è una disciplina dalle diverse sfaccettature. Dal punto di vista dei piloti è senza dubbio uno sport individuale. Benché la loro collaborazione sia un elemento essenziale nella progressione della squadra, nella testa dei Charles e Carlos l’obiettivo primario resta sempre il medesimo: battere il proprio compagno.
Nel 2022 la gestione Binotto dei piloti è stata troppo votata alle pari opportunità, soprattutto nelle fasi evidenti dove Leclerc aveva una marce in più rispetto a Sainz. Un trattamento paretico solitamente riservato solo a chi dispone della monoposto dominante, scenario ad esempio adottato da Mercedes durante i primi anni dell’era turbo ibrida.
Sebbene la F1-75 fosse un’ottima vettura, il vantaggio sulla concorrenza non poteva consentire una lotta interna tra i due alfieri della rossa. Per i team la F1 è sempre più uno sport di squadra, grazie alla maggiore importanza conferita al titolo costruttori rispetto agli scorsi decenni. Risulta pertanto innegabile che il successo di una scuderia è dovuto in buona parte al talento dei piloti, dei manager e degli ingegneri.
Il Cavallino Rampante non avrebbe mai vissuto l’epoca d’oro senza il talento di Schumacher al volante, lo stacanovismo di Todt in cabina di regia, la visioni geniali di Brawn e le competenze tecniche di Byrne. In sostanza, il gruppo di lavoro dev’essere la corretta disciplina che fa da collante tra le aree della squadra e, allo stesso tempo, ognuna di esse deve eccellere per garantire il successo.
F1/Ferrari: Vasseur crede nel valore del collettivo
La sfida raccolta da Frederic è titanica. Le aspettative sono chiaramente superiori a quelle della scorsa stagione. Scenario che annovera un solo risultato: tornare a vincere. I fasti dell’era Todt sono ormai ricordi sbiaditi e sulle spalle del team italiano grava una pressione direttamente proporzionale al digiuno iridato.
Un risultato pari o inferiore a quello raggiunto lo scorso sarebbe chiaramente un fallimento. Il manager transalpino ne è consapevole e in una recente intervista ha cercato di allentare le aspettative riposte nel suo operato: “Il peso del lavoro di squadra è parecchio importante rispetto a quello individuale, molto di più di quanto non lo fosse sino a pochi anni fa”.
Un’affermazione non banale, figlia di uno stile volto a responsabilizzare in misura maggiore il management a suo diretto riporto. All’individuo, nella fattispecie Vasseur, è assegnata la missione di coordinare nel modo più efficace le strutture tecniche e operative del team.
Molte figure apicali della organizational chart disegnata da Binotto, secondo le informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, non godranno più dello “scudo” garantito dall’ingegnere di Losanna. Al contrario, dovranno guadagnarsi la fiducia di Vasseur a suon di risultati per continuare in Ferrari, contesto che non terrà conto della loro lunga militanza come fattore chiave quando saranno “giudicati” sul proprio operato.
Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari