In F1 ci sono delle partenze che fanno rumore perché indeboliscono un team in favore della diretta concorrenza. Esistono tuttavia figure di livello che per spessore professionale non possono ulteriormente crescere e, pertanto, preferiscono sposare nuovi progetti consapevoli dei rischi che essi comportano.
Durante le ultime stagioni la squadra di Brackley ha forgiato un gruppo di lavoro costituito da brillanti ingegneri che hanno inciso in modo determinante sull’interminabile egemonia durata ben otto stagioni. La massima categoria del motorsport, nonostante la rivalità derivante dagli enormi interessi in gioco, è una piccola comunità in cui i talenti di ogni scuderia sono conosciuti dai rivali.
In tale contesto, l’ingente insourcing di risorse Mercedes (leggi qui le strategie del team) effettuato negli ultimi anni da Red Bull, rappresenta una strategia per rafforzare il proprio organico e contestualmente indebolire i diretti competitor. Ben Hodgkinson, Steve Blewett, Omid Mostaghimi, Pip Clode, Anton Mayo e Steve Brodie solo alcuni dei trasferimenti eccellenti da Brixworth, base della divisione Mercedes AMG High Performance Powertrains, verso la vicina Milton Keynes.
Esistono poi storie di grandi ingegneri, la cui crescita professionale non può prescindere da una dolorosa separazione come nel caso di James Vowles, responsabile delle strategie Mercedes che ha accettato la sfida di assumere il ruolo di team principal della storica scuderia Williams. Un chiaro downgrade se si assumono a riferimento gli obiettivi sportivi a breve termine del scuderia di Groove.
Tuttavia, per l’abile ingegnere britannico, era un’opportunità irrinunciabile per completare il proprio percorso professionale ormai plafonato da alcuni anni. Per il team capitanato da Toto Wolff, la “dipartita” di Vowles rappresenta un’ulteriore perdita di una pedina fondamentale nel gruppo di lavoro costruito nel corso dell’era turbo-ibrida.
La perdita di James, però, può essere forse valutata come la meno dolorosa nell’emorragia di cervelli del recente passato. Questo per due semplici ragioni: le aspirazioni di Vowles non potevano probabilmente essere assecondate da Mercedes e, in secondo luogo, il rapporto tra Mercedes e Williams è storicamente consolidato da una forte partnership nel comparto delle power unit. Lo stesso Wolff ha effettuato il percorso inverso, passando dallo storico team inglese approdando in Mercedes nel 2013.
Non è un mistero che Toto Wolff abbia cullato per lungo tempo il sogno di insediarsi a capo della F1. Il veto della Scuderia Ferrari ha precluso la strada a questa ambiziosa scalata e così, il manager austriaco, resta detentore di un terzo del pacchetto azionario Mercedes (clicca qui per le anticipazioni tecniche sulla W14), oltre che indiscusso boss del team di Brackley. La mancata ascesa ai vertici della categoria ha di fatto determinato il conseguente ridimensionamento delle ambizioni di gran parte della catena gerarchica in seno al team anglo tedesco.
Con James Allison divenuto CTO delle frecce d’argento, molti manager ambivano al ruolo di Wolff e tra questi uno dei nomi più gettonati era proprio James Volwes. Per tale ragione, la sua partenza era in qualche modo preventivabile e la scelta di ricoprire il ruolo di team principal in una scuderia “amica” risulta il minore dei mali come si evince dalle parole di Wolff:
“James è un grande e spero che avrà una lunga carriera alla Williams. Se le cose andranno bene potrebbe spendere un periodo di 10 anni a Groove. Come è successo a me in passato, bisogna solamente lasciare migrare l’uccello e permettergli di fare le sue esperienze senza anticipare l’eventuale ritorno”.
Probabilmente, Volwes maturerà un insieme di competenze e responsabilità parzialmente gestite nella sua lunghissima esperienza a Brackley. Nonostante Williams sia lontana parente del team che fu, l’operato dell’ingegnere britannico dovrà essere contestualizzato rispetto ai target di una scuderia che, durante le ultime cinque stagioni, si è piazzato per ben quattro volte ultimo nella classifica costruttori.
Con ogni probabilità, Toto Wolff scruterà con molto interesse la nuova esperienza di uno dei suoi più validi collaboratori. L’obbiettivo è quello di verificare se James saprà raccogliere il suo testimone e se magari, nel prossimo futuro, sarà in grado di lasciare Williams per assumere un ruolo di maggiore rilievo in Formula 1 o nella stessa organizzazione del team Mercdes.
Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat