Formula 1

Red Bull/Ford: una joint venture che “inganna” il regolamento tecnico

La notizia era nell’aria della F1 da diverse settimane. Nel giorno della presentazione della livrea della futura Red Bull RB19, tenutasi a New York, il team di Milton Keynes e Ford hanno annunciato la collaborazione mirata alla realizzazione delle power unit di nuova generazione che debutteranno nel 2026. Il sodalizio tra la scuderia austriaco e il colosso automobilistico di Detroit, è stato il punto di arrivo di un lungo processo di selezione messo in atto dal management Red Bull.

L’indipendenza come imperativo ha fatto saltare il tavolo delle trattative ben avviate con Porsche. La gestione del transitorio, ovvero le prossime tre stagioni in cui verranno utilizzate le attuali power unit, è garantita dal supporto di Honda (HRC, nda). Sostegno in grado di garantire il completamento del processo di knowledge transfer, sommata all’indipendenza tecnologica su tutte le componenti dei propulsori ibridi.

In tale contesto la collaborazione con un nuovo costruttore poteva essere considerata un “nice to have”. Invece, a quanto pare, l’annuncio della partnership strategica con Ford apre nuovi scenari. Il costruttore americano fornirà competenze in diverse aree tra cui:

•   Tecnologie delle celle che costituiscono il pacco batteria
•   Motori elettrici
•   Software di analisi e controllo delle unità di potenza
•   Sviluppo di motori a combustione.

I termini della collaborazione qualificano Ford quale nuovo costruttore? La risposta è no. La partnership di cui sopra assume tutti crismi di una “joint venture”.

Pillars di una Joint-Venture

In ambito industriale una “joint venture” è un’alleanza, una forma di collaborazione in cui due o più aziende mettono in comune il proprio know how/infrastrutture. Una “associazione temporanea di imprese”, attraverso cui solitamente esse si impegnano nella realizzazione di un progetto comune o stabiliscono una strategia di condivisione delle proprietà intellettuali.

Risulta evidente che Red Bull non rinuncerà alle conoscenze maturate grazie alla collaborazione con Honda mentre il contributo di Ford, al momento, si limita alla somministrazione di competenze su una quota parte delle unità di potenza. In tal senso, il ritorno di Ford nel Circus “tradisce” lo spirito del regolamento tecnico che disciplina l’ingresso di nuovi costruttori a partire dalla stagione 2026.

Desta quindi stupore il messaggio di benvenuto del presidente della FIA che avvalora la bontà dell’impianto normativo sulle power unit 2026, proprio a valle di un accordo che sembra tutt’altro che una collaborazione cliente/fornitore in F1.


F1: l’abilità Red Bull rafforza la divisione Powertrains

Red Bull Racing dimostra ancora una volta di sapersi destreggiare in maniera egregia nelle pieghe regolamentari, che siano di tipo tecnico o finanziario. L’accordo con Ford intensifica il potere finanziario e di marketing della nascente divisione Powertrains, associando al proprio marchio un produttore con un profilo globale dall’enorme appeal negli States, mercato in cui la Formula 1 sta riscuotendo un successo senza precedenti.

Da un punto di vista macroscopico la divisione Powertrains è un contenitore: il management anglo austriaco ha sfruttato la proprietà intellettuale della power unit Honda e rafforzato il reparto grazie all’estremo insourcing di cervelli Mercedes. Dopo aver “snobbato” Porsche ha potuto accogliere a braccia aperte un marchio che ha segnato la storia della categoria: Ford

Il nuovo logo di Red Bull Ford Powetrains

Un vero capolavoro strategico, che le consente di preservare la propria indipendenza e di rafforzare il brand associandolo ad uno dei più grandi colossi dell’automotive. Probabilmente in questa storia l’unico soggetto sconfitto è la casa di Sakura.

Sull’onda emotiva del titolo mondiale piloti conquistato da Verstappen nel 2021, a distanza di 30 anni dall’ultimo successo iridato formato Ayrton Senna nel 1991, il colosso nipponico ha continuato a fornire supporto a Red Bull nonostante il ritiro ufficiale proprio a valle del trionfo di Max.

Senza il sostegno di HRC, oggi la divisione Red Bull Powertrains sarebbe una “empty box“. Per assurdo, sulle ceneri della power unit Honda, potrebbero essere costruiti i futuri successi Ford.


F1: Red Bull Powertrains come Cosworth

L’accordo tra Red Bull e Ford replica il modello della partnership Cosworth/Ford. Cosworth è la famosa azienda britannica specializzata nella realizzazione di motori a combustione interna, schemi propulsivi e sistemi elettronici, fondata nel 1958 da Mike Costin e Keith Duckworth (entrambi ex dipendenti Lotus, nda).

Primo piano del leggendario V8 Cosworth DFV

I propulsori Cosworth hanno equipaggiato le monoposto di tutti i team iconici della Formula 1: Lotus, McLaren, Tyrell, Brabham, Williams e Red Bull. Una storia ricca di successi che ha portato l’azienda britannica a conquistare 176 vittorie come fornitore di motori, seconda solo a Ferrari e Mercedes.

Lo storico V8 DFV di Ford aveva solo il marchio apposto sulle testate cosi come L’HB e lo Zetec-R, propulsore che consentì a Michael Schumacher di conquistare il primo titolo mondiale sulla Benetton B194.


Autore e illustrazioni: Roberto Cecere – @robertofunoat

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Roberto Cecere