Formula 1

Red Bull/Ford: un blocco di potere per sfidare i colossi della F1

Un’ora in cui si è visto tutto tranne ciò che tutti attendevano: la RB19, la vettura con la quale Max Verstappen e Sergio Perez dovranno affrontare il campionato del mondo di F1 2023. Anche quest’anno, come accaduto dodici mesi fa, il team campione in carica fa tanto fumo e poco arrosto. Politica comprensibile perché era inverosimile che la monoposto più attesa di tutte si mostrasse nella configurazione definitiva con così largo anticipo.

Abbiamo quindi visto una RB18 con la vernice nuova. Ma le cose interessanti sono state svelate a margine dell’evento. Già prima, difatti, era giunta la conferma che Red Bull si era legata con Ford, il colosso dell’automotive statunitense che ritorna in Formula Uno dopo anni di pausa forzata. Poco prima della vetrina mediatica piuttosto molle è stato Stefano Domenicali a dar conto della notizia che è veramente qualcosa di grosso per tutto il movimento del motorsport mondiale.

La notizia di oggi che Ford arriverà in Formula 1 dal 2026 è ottima per lo sport e siamo entusiasti di vederli unirsi agli altri partner automobilistici. Ford – ha spiegato il CEO della F1 – è un marchio globale con un patrimonio incredibile nel mondo delle corse e dell’automotive e la nostra piattaforma offre un enorme valore con oltre mezzo miliardo di fan in tutto il mondo. Il nostro impegno ad essere net zero carbon entro il 2030 e ad introdurre carburanti sostenibili nelle auto di F1 dal 2026 è anche un motivo importante per la decisione di Ford“.

Nello stesso momento la casa con sede nel Michigan, tramite il suo presidente Bill Ford, aveva diffuso il seguente comunicato che ratificava l’accordo che ormai era noto da giorni, come vi avevamo anticipato dalle colonne di ForumulaUnoAnalisiTecnica: “Questo è l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo della storia motoristica di Ford iniziata quando il mio bisnonno vinse una gara che contribuì a lanciare la nostra azienda. Ford sta tornando all’apice di questo sport, portando la sua lunga tradizione di innovazione, sostenibilità ed elettrificazione su uno dei palcoscenici più visibili del mondo“.

Stefano Domenicali e Jim Farley, CEO di Ford

F1. Red Bull/Ford: un matrimonio necessario

Quello tra Red Bull e Ford è un legame di reciproco interesse. Per quanto riguarda l’equipe austriaca è una necessità poiché il team si trova con un reparto powetrains in pieno sviluppo ma senza delle reali capacità operative. Almeno al momento. Vero è che l’arco temporale è abbastanza dilatato, ma il 2026 è dietro l’angolo. Quindi era necessario accelerare.

La campagna di recruiting operata anche ai danni della Mercedes ha permesso di creare una prima intelaiatura che, probabilmente, non è ancora in grado di imbastire da zero un’unità motrice capace di competere con imperi come la Audi, Mercedes, Renault e Ferrari. Per tal ragione i campioni del mondo in carica non si sono affrancati dai servigi della Honda che continua a produrre a Sakura i V6 che poi vengono assemblati nel sud dell’Inghilterra.

Honda, il cui disimpegno è più di facciata che formale, tanto che il suo logo è riapparso sulle fiancate della RB19 virtuale, potrebbe decidere di estendere la permanenza anche oltre il 2025. Il marchio asiatico vorrebbe proseguire da solo, stimolato dalle possibilità che offrono le nuove architetture motoristiche definite dal Consiglio Mondiale del Motorsport al quale continua a presenziare come motorista del futuro.

Una sfida per una realtà che non vuole accontentarsi di vincere facile, nella piena aderenza all’etica del lavoro nipponica. Red Bull, a questo punto, rischiava di rimanere spiazzata. E visto che gli austriaci non usano farlo, si sono legati a Ford che non sarà un semplice partner commerciale.

Sede del reparto powetrains della Red Bull sita in Milton Keynes

Red Bull è quindi un socio strategico per un motorista ambizioso poiché possiede un reparto powetrains in via di sviluppo. Un ramo d’azienda che non chiede altro che essere rimpinguato di tecnici, maestranze, competenze e risorse finanziarie. Inoltre, considerando l’approccio “soft” della Ford che ha mantenuto spesso una posizione più defilata nelle sue esperienze da alleato, si creerebbe quel contesto che si adegua alla brama di Milton Keynes di dirigere a modo suo le operazioni.

Con questa mossa, Red Bull si è assicurata un futuro luminoso. E soprattutto si è garantita un gruzzolo suppletivo di soldi e di ore di sviluppo determinato dallo status di nuovo motorista. Nel prossimi tre campionati, compreso quello che inizierà esattamente tra un mese con la prima sessione di libere del Gp del Bahrain, il nuovo gruppo è chiamato a sviluppare un propulsore che possa essere subito competitivo dovendo duellare con Ferrari, Mercedes, Renault e Audi che si è buttata nella mischia con l’ambiziosa Sauber affidata alle sapienti mani di Andreas Seidl.

Vista frontale del propulsore giapponese (Honda RA620H) montato sulle vetture Red Bull Racing austriache durante la stagione 2021.

F1. Red Bull/Ford: quale futuro per Honda?

Da questa mega operazione tecnico-commerciale scaturisce un’incognita: quale futuro per Honda? Nei mesi scorsi erano circolate voci su una possibile acquisizione della AlphaTauri da parte del gruppo nipponico. Oggi, nell’annunciare la discesa in campo di Ford, si è ribadito che il motorista fornirà anche la controllata della Red Bull. Per Honda, quindi, non resta che la strada che porta alla creazione di un nuovo team. Cosa teoricamente possibile visto che la FIA, ieri, come abbiamo spiegato in questo focus (leggi qui), ha aperto alla possibilità di avere dodici team entro il 2027.

Un’altra strada percorribile è quella di restare come fornitore e puntare su una squadra in cerca di un partner solido. Mercedes, oggi, dà le sue unità motrici a ben quattro realtà. Una di queste potrebbe lasciarsi ammaliare da un’eventuale offerta della “Grande H“. Ma c’è anche l’ultima possibilità: quella che riconduce all’addio definitivo che era stato annunciato un paio di anni fa e che poi, nei fatti, è rimasto sospeso. Questa prospettiva, ovviamente concreta, sembra però illogica perché la FIA ha confermato che Honda ha aderito ai regolamenti 2026 per ciò che concerne i propulsori. Perché partecipare al tavolo tecnico se si è deciso di commiatarsi?


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Ford

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Diego Catalano