Il conto alla rovescia è pieno corso. Manca sempre meno al 14 febbraio, il giorno in cui la Ferrari mostrerà la sua vettura per il campionato del mondo di F1 2023. In una kermesse che si terrà nella sede della scuderia non solo vedremo le linee del progetto 675, ma conosceremo anche il nome ufficiale di una vettura che, senza troppi giri di parole, è chiamata a riportare in Italia i titoli mondiali dopo tre lustri di astinenza; un digiuno che sembrava poter essere spezzato nel 2022, quando la F1-75 aveva inizialmente dato la sensazione di essere il modello di riferimento della categoria.
Cosa è andato storto è ben noto e non è questa la sede per riportare puntualmente la lunga teoria di errori tecnico-strategici che probabilmente sono costati a Mattia Binotto che, dopo 28 anni di onorata carriera, ha dovuto svestire gli abiti rossi per abbracciare un anno sabbatico contrattualmente imposto prima di avviare la sua nuova vita in un’altra realtà sportiva.
La nuova Ferrari avrà il volto placido e rassicurante di Frédéreic Vasseur che è chiamato ad una profonda ristrutturazione organizzativa la cui efficacia sarà valutata nel medio periodo. Ma Maranello dovrà appigliarsi e ripartire soprattutto dalle sue certezze. Che si chiamano Carlos Sainz e Charles Leclerc.
Nella prima uscita pubblica, Vasseur ha subito messo le cose in chiaro sopendo quelle voci secondo cui la Ferrari stava per virare verso una gestione dei piloti simile a quella Red Bull: un uomo al comando e una spalla a ruotargli intorno.
“Penso che la Ferrari abbia la capacità di fornire la stessa identica vettura a entrambi i piloti”. Aveva riferito l’ex Sauber. L’obiettivo è vincere, non è vincere con Charles o con Carlos o qualcun altro. Il target è semplicemente imporsi. La mia politica su questo aspetto è chiara: spingeremo con entrambi i piloti, e se a un certo punto della stagione sarà chiaro che dovremo puntare di più su uno dei due, allora si farà quadrato intorno a lui. Ma non abbiamo un pilota numero uno o numero due. Il numero uno è la Ferrari”.
L’obiettivo è dichiarato senza giri di parole: si parte alla pari e poi la pista dirà chi comanda. E l’altro dovrà accettare il ruolo di spalla per quel bene superiore, quella ragione di stato che si chiama Scuderia Ferrari. Proprio per dimostrare senza ombra di dubbio che il peso dei due piloti sarà paritario, Vasseur ha voluto fugare il campo dalle illazioni che serpeggiavano nelle settimane precedenti: Carlos Sainz è un pilota assolutamente gradito alla neo dirigenza.
“Alcune persone conoscono questa storia, ma non tutti. Quando ero alla Renault, ha raccontato, sono stato il primo a mettere in contatto Carlos con la squadra. E anche quando mi sono trasferito in Sauber ho provato ad averlo con noi. Credo che questo basti a confermare la fiducia che ho nelle sue qualità. Sono convinto che sia molto forte“.
Al di là di quanto afferma Vasseur, l’idea generale è che sia Leclerc l’uomo deputato a ripotare i titoli a Maranello. Dopo un 2021 chiuso alle spalle di Sainz per una serie di circostanze piuttosto fortuite, nel 2022 il monegasco ha messo le cose in chiaro mostrando tutto il suo potenziale e soprattutto relegando il collega spagnolo al ruolo di secondo. A livello prestazionale, sia in qualifica che in gara, non c’è mai stata vera partita tra i due. Solo questo basta per dare l’investitura di anti Verstappen all’ex Sauber.
Ma non sarà semplice per Charles. E non solo perché deve vedersela col rivale interno, con un due volte iridato più affamato di una iena e con il duo Mercedes alla ricerca di un riscatto dopo una stagione opaca. Leclerc deve innanzitutto battere un nemico amorfo e più subdolo: la pressione che l’ambiente Ferrari genera su ogni suo esponente. E’ questo il parere di Johnny Herbert che, a Total-Motorsport, ha sottolineato quanto sia difficile vestire il rosso senza restare schiacciati dall’onda pressoria che la cosa determina.
“C’è pressione su Charles per via dei tifosi, dei media italiani e della Ferrari stessa. Il solo fatto di essere un pilota Ferrari comporta un stress che non credo ci sia per Max Verstappen o Lewis Hamilton. Inoltre, ha proseguito l’ex Benetton, Toto Wolff e la Mercedes, così come Christian Horner e la Red Bull, cercano di togliere questa pressione ai loro piloti per farli respirare più facilmente“.
L’ambiente Ferrari, si sa, è logorante. Nella gestione precedente non sempre il rapporto tra il team principal e il talento della FDA è stato idilliaco. Alcuni momenti di tensione sono emersi chiaramente e Silverstone 2022, quando il muretto ha letteralmente scippato una vittoria dalle mani di Leclerc, è stato un passaggio chiave nell’addio di Binotto alla Ferrari.
Vasseur sarà quindi chiamato a riparare un reparto strategico balbettante per evitare altre sgradevoli situazioni che hanno oggettivamente condizionato la stagione della franchigia modenese. Ma non solo, il dirigente transalpino dovrà essere abile a catalizzare le pressioni per liberare i suoi piloti in modo che possano operare al meglio. Ciò che secondo Herbert fanno manager non a caso ultra vincenti. La “rinascita rossa” passa anche da questi dettagli che appaiono marginali ma che, invero, sono decisivi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari