Analisi Tecnica

Ferrari SF-23: la power unit è pronta a stupire

Che bella vettura la Ferrari SF-23. Un’opera di ingegneria meccanica prodotta interamente a Maranello. L’Italia che lancia la sfida ai britannici in pratica, in questa Formula Uno anglo-centrica a tinte statunitensi. Il lavoro svolto durante l’inverno ha prodotto un’auto che segue la medesima filosofia progettuale della F1-75. Tuttavia, ci sono aree del progetto denominato 675 che differiscono assai.

Parliamo principalmente della parte anteriore, rivista in forme e concetti. Anche per questo, i pre season test in Bahrain, hanno dipinto un Cavallino Rampante al trotto. Veloce in rettilineo, in difficoltà nell’esprimere il giusto grado di grip laterale.

Come abbiamo menzionato nello scritto relativo alla mancanza di aderenza in determinate zone della pista bahreinita, i tecnici della rossa hanno profuso molti sforzi per aumentare l’efficienza aerodinamica. Punto chiave per combattere la Red Bull nei tratti a lunga velocità di percorrenza. Garantire questa caratteristica alla SF-23, a quanto pare, ha limitato lo sviluppo del carico in curva.


Ferrari SF-23: i “problemi” da risolvere

La pletora infinita di dati raccolti nella tre giorni nel Medio Oriente, ha fornito gli strumenti necessari ai tecnici per “capire” l’auto modenese attraverso la definizione della finestra di set-up, fattore di cruciale importanza per massimizzare il rendimento in vista del primo round stagione del campionato 2023.

Carlos Sainz a bordo della Ferrari SF-23 durante i test del Bahrain

Questo non significa che le difficoltà scompariranno già nel prossimo week end. Ci vorrà un po’ di tempo, all’incirca 2/3 gare, per ottimizzare il progetto attraverso alcune piccole correzioni aerodinamiche. A livello meccanico si tratta di affinare lo schema sospensivo push rod anteriore in relazione alle modifiche sul telaio.

La Ferrari SF-23, infatti, possiede un centro di massa più vicino al piano di riferimento (asfalto) rispetto alla F1-75. La volontà nasce dalla nuova ubicazione relativa alla scatola dello sterzo per abbassare il track rod. L’obbiettivo finale di questo provvedimento è motivato dalla distribuzione dei pesi.

C’è poi un altro elemento decisivo sul quale si è disquisito molto poco durate le prove in Bahrain: la power unit. Si tratta di un aspetto parecchio incisivo, visto che il tempo guadagnato alzando le mappature endotermico/ibrido non è soggetto a limitazioni aerodinamiche.


Ferrari SF-23: power unit “nascosta”

Ne abbiamo parlato l’oramai lontano 1 dicembre. I motoristi della scuderia italiana hanno approfittato della deroga concessa dalla Federazione Internazionale sull’affidabilità. Una mossa molto astuta capace di fornire all’unità di potenza una sicurezza per il futuro, eliminando i grattacapi che di fatto hanno inficiato negativamente sul rendimento 2022.

Il problema individuato riguardava il picco di emissione di calore che registrato nella fase iniziale all’interno della precamera, contesto da evitare in quanto produce forti sollecitazioni termiche e meccaniche. La parte a combustione interna della PU 2023, pertanto, attenua questo picco per garantire un’evoluzione naturale nel tempo.

I motoristi hanno lavorato sul ritardo dell’accensione per appiattire la curva di calore. Oltre a intervenire sulla polverizzazione della miscela si è cercato di rendere più turbolento il getto all’interno della camera. Questo sistema è già stato sviluppato durante le scorse annate, dove il partener tecnico Mahle aveva fornito alla Ferrari il sistema TJI (Turbulent Jet Ignition).

Il meccanismo affinato in questi ultimi mesiora capace di generare un flusso fortemente turbolento, favorisce l’auto accensione in diversi punti della camera di combustione e, in automatico, aumenta la spinta sullo stantuffo. A quanto ci risulta, i test effettuati in pista confermano l’effettività delle modifiche realizzate.

Charles Leclerc a bordo della sua Ferrari SF-23

In mattinata abbiamo tenuto una conversazione con un paio di motoristi all’interno del mondo Ferrari. I feedback in tal senso sono davvero buoni. Questo perché, oltre a eliminare i problemi di affidabilità, il lavoro messo a punto dal reparto tecnico sull’unità di potenza ha portato qualche piccolo vantaggio che, soprattutto in gara, può fare la differenza.

Non è questa la sede per disquisire sull’erogazione massimale di cavalli della power unit 2023, tra quelli disponibili non dovendo depotenziare il motore e quelli guadagnati durante l’inverno. Eppure, come ci è stato confermato, il rendimento che si attende per il prossimo fine settimana è molto alto.

Non un segreto che le power unit utilizzata durante la prima sgambata stagionale sulla Ferrari SF-23 abbia mantenuto un atteggiamento accorto. Non certo per paure legate all’affidabilità, ma bensì per non svelare in anticipo l’arma che la storica scuderia italiana intende brandire con forza. Resta da capire se le attese saranno fattuali.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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Zander Arcari