Formula 1

Mercedes W14: l’analisi tecnica dei “flussi vorticosi”

Mercedes non sa più vincere. Dopo l’incetta di titoli nell’era turbo ibrida e la sconfitta cocente del 2021, il team di Brackley è scivolato in un impasse tecnico. Strepitosa sulla carta, la filosofia “zero pod” non ha pagato in pista. Ciononostante non è stata affatto abbandonata. Al contrario i tecnici ex grigi hanno modificato il progetto pur mantenendo l’idea originale.

A margine della primissima analisi sulla Mercedes W14 emergono novità molto interessanti. Gli sforzi dei tecnici si sono riversarti nella zona centrale della vettura. Il know-how maturato nell’arco del Mondiale 2022 ha prodotto diverse modifiche, considerando le nuove norme imposte dalla Federazione Internazionale relative all’altezza del fondo per combattere il tedioso effetto porpoising.

Benché il cono antintrusione mantenga il medesimo “shaping”, gli inlet dei sidepod presentano una conformazione più grande e squadrata. Inoltre, le pance hanno subito un restyling con l’intenzione di creare un canale tra fondo e sidepod, come spiegato in dettaglio nello scritto fruibile a questo link.

In aggiunta dobbiamo rilevare un cambio nel passo nella vettura 2023, in quanto lo scorso campionato la W13 era più lunga del lotto. Modifica che ovviamente dovrà essere confermata in pista durante i pre season test della prossima settimana in Bahrein. Il provvedimento risulterà molto utile nell’arco del campionato. Un “wheelbase” più contenuto, in pratica, favorirà l’handling della W14 nei tratti a bassa velocità di percorrenza.


Mercedes: turbolenze della W14

Grazie alla pioggia siamo in grado di realizzare un esame molto interessante relativo alla gestione dei flussi aerodinamici che “abitano” attorno alla vettura in marcia. Analisi che ci da la possibilità di capire come le novità sulla vettura 2023 potrebbero funzionare rispetto al recente passato.

Innanzitutto risulta molto accattivante notare il flusso vorticoso che si sviluppa in questa particolare zona della monoposto. Ovviamente, prendendo in esame delle sole immagini, dobbiamo rimanere nel campo delle ipotesi. Trarre conclusioni fattuali e definitive, pertanto, risulterebbe assai rischioso considerando che non abbiamo a disposizione il CFD della scuderia della Mercedes.

C’è poi da aggiungere una considerazione decisamente importante: non tutti i flussi che investono le vetture, ahinoi, vengono alla luce con l’acqua. Attraverso l’immagine precedente (modificata in bianco e nero) scattata durante il primo shakedown a Silverstone, è possibile distinguere il fluido creato dal moto della Mercedes W14.

La prima cosa curiosa da notare riguarda la grande quantità di turbolenze sprigionata dalla gomma anteriore (freccia verde). Tale “trambusto aerodinamico” dev’essere necessariamente allontanato il più possibile dal corpo vettura, per evitare effetti nocivi che di fatto incidono pesantemente sull’andamento della monoposto.

La freccia rosa in figura mostra come il flusso venga spinto verso l’esterno. Rappresentazione grafica dell’oramai famoso effetto “outwash”, frutto delle scelte progettuali creata ad arte e di cruciale importanza per la corretta amministrazione dei flussi delle attuali wing car. Purtroppo, come detto, determinate consegne non sono visibili in questo caso, come il vortice che vive alla base delle mescole chiamato “tyre contact patch vortex”.

Osservando il fondo notiamo che nel suo perimetro è presente un moto che parrebbe essere anch’egli vorticoso. Questo moto rotatorio è generato dalla porzione di fluido che straborda dal pavimento. Già dalla passata stagione Mercedes utilizza dispositivi aerodinamici che estraevano localmente il flusso d’aria, in modo da evitare l’abbassamento del fondo in alcune specifiche zone.

Strumenti aerodinamici il cui ruolo a 360° è difficile da definire. La redazione di Formula Uno Analisi Tecnica, attraverso un chiacchierata informale con un ingegnere della Ferrari, ha compreso che la sola risultante di tali provvedimenti comprende la riduzione locale del carico aerodinamico. Non possiamo pertanto asserire con certezza se provveda a sigillare il fondo.

Mettiamo ora a confronto due vetture: W13 vs W14. Anche in questo caso dobbiamo premunirci di grande cautela, non dando affatto per scontato quello che le immagini possono raccontarci. Espletata la doverosa premessa, notiamo come i flussi vorticosi che si sviluppano sulla W14 sembrano alloggiare in una posizione più arretrata, quindi più vicina agli pneumatici posteriori.

Inoltre va senz’altro rilevato come la ruota produca anch’essa alcune turbolenze. La motivazione è presto spiegata e riguarda il ristagno del fluido che viene a cerarsi in quella precisa posizione. In altre parole, per cercare di rendere più capibile il concetto, il fluido si blocca e viene trascinato verso il basso dal moto dello pneumatico. Da qui la presenza dei dispositivi aerodinamici presenti sul fondo per ridurre le turbolenze.


Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  – Alessandro Arcari –@berrageiz

Immagini: Mercedes AMG F1 Team

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Pubblicato da
Zander Arcari