“Zero pod” un concetto che sulla Mercedes W14 continua ad essere presente. Tuttavia sono state apportate alcune modifiche alla vettura, per cercare di far funzionare al meglio l’impostazione aggressiva delle pance e, al medesimo tempo, limitare l’effetto porpoising.
Sotto questo aspetto va sottolineato un fattore molto importante. Osservare il pavimento di una vettura ricco di slot, increspature, lame e varie soluzioni aerodinamiche per combattere la frequenza di saltellamento non è sempre un segnale troppo positivo. L’unica soluzione radicale che a monte “sconfigge” il bouncing si ottiene nella giusta costruzione della chiglia.
Osservando la vettura tedesca durante i pre season test in Bahrain, a quanto sembra il porpoising non sembra essere più il nemico numero uno. Lo conferma lo stesso manager austriaco Toto Wolff. Resta da capire se lo studio della vettura in questa tre giorni confermerà le buone sensazioni in tal senso.
Oltre alle caratteristiche tecniche esaminate durante i giorni scorsi, quest’oggi andiamo a realizzare un focus su alcune parti molto interessanti della freccia nera. Prendendo in esame la foto seguente, notiamo come i tecnici di Brackley siano andati ad intervenire sull’ala anteriore attraverso un lavoro di fino.
Le wing-tips di ogni flap aggiuntivo sono state staccate dall’and plate stesso. I primi due flap sono fissati al “foot-plate” tramite dei piccoli sostegni metallici (verde), mentre l’ultimo è collegato attraverso due piccoli profili alari che generano un effetto downwash (profili gialli). Tale operazione mira a riposizionare la struttura vorticosa che viene generata dall’ala. Lo scopo è quello di controllare il tyre-squirt prodotto dal rotolamento della gomma.
Questo fenomeno si posiziona alla base della spalla dello pneumatico. Per non generare turbolenze inaspettate l’operazione va amministrata al meglio. Al contrario si rischia che il vortice vada a creare un effetto “in-wash” assolutamente nocivo. La sua rotazione dev’essere oraria e posizionarsi a lato dello squirt, in modo da creare un downwash che ne riduca la sua intensità posizionandolo più in basso, a lato della mescola.
Per il resto possiamo dire che viene confermata la filosofia di base dell’endplate, con la presenza di un foro nella parte bassa che lascia scoperte le wing tips. Questo aspetto serve ad incrementare la differenza di pressione per rafforzare l’intensità del vortice.
Per quanto riguarda il diffusore annotiamo un un’unica novità interessante. Il profilo del bordo d’uscita è rimasto invariato, con un raggio di raccordo tra perimetro orizzontale e verticale molto piccolo, in stile Ferrari (bordo gialla).
Sono però comparse due rientranze (frecce rosse) la cui geometria è difficile da definire. Senza dubbio hanno a che fare con l’estrazione dell’aria dal fondo. Questa è una zona molto importante dove avviene molto lavoro. Proprio ieri abbiamo parlato dello slot presente nel diffusore Red Bull.
Nella zona laterale del diffusore della Mercedes W14 continuano a fare presenza le appendici che si ancorano alle prese d’aria dei freni. Queste piccoli flap servono a generare una pressione a terra con cui controllare il tyre squirt delle gomme posteriori. Flussi d’aria con poca energia che con molta facilità vengono risucchiati dalla bassa pressione del diffusore.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Mercedes AGM F1 Team