Non è il verde il colore della speranza per Mercedes, bensì il nero. Stavolta i messaggi sociali e politici c’entrano meno con la scelta cromatica, l’iniziativa ha carattere prettamente tecnico visto che quella della W14 è la tinta del carbonio che è semplicemente stato trattato per non apparire troppo opaco.
Il peso, risparmiato in diversi chili grazie all’assenza degli strati di vernice, è uno dei segreti di una vettura chiamata a rompere in maniera netta col passato che si chiama W13 e che reca con sé i ben noti problemi di porpoising e bouncing.
100 chilometri non possono bastare. Una ventina di giri di pista non saranno mai in grado di dare indicazioni o di offrire tendenze. Specie se la macchina è stata offerta ad entrambi i piloti che hanno potuto racimolare la miseria di dieci tornate ciascuno. Peraltro su una pista bagnata, un classico nell’inverno inglese, e soprattutto con una monoposto “scortata” da mezzi necessari a fare riprese da offrire ai media, ai tifosi e agli sponsor. Come potete vedere qui sotto.
A Mercedes, così come a qualsiasi atro team, i filming day interessano per motivi commerciali e per capire se il mezzo sta insieme, se fa il suo dovere e se riesce a girare senza problemi di sorta. Quello di ieri è stato uno shakedown propedeutico a momenti ben più probanti che coincideranno con i test di Sakhir che scatteranno giovedì prossimo, in Bahrain.
Tre giorni in cui bisognerà capire, prima di saggiarne potenziale e velocità, se il pompaggio aerodinamico è stato sconfitto. Solo dopo si potrà valutare se quanto visto in galleria e nelle analisi computazionali si sarà riversato efficacemente sul modello fisico.
Subito dopo la presentazione statica di mercoledì, la vettura ha assaggiato l’asfalto. Si erano diffuse voci su problemi alla power unit che avevano fatto slittare il programma di un giorno. Nulla di tutto questo. Come accaduto per la Ferrari, anche Mercedes prevedeva di fare qualche giro nel giorno della kermesse mediatica per poi lavorare l’indomani al programma completo. Il problemino, veniale, all’assemblaggio che ha causato una perdita di pressione è stato prontamente risolto. Cosa che non ha condizionato l’iniziale scaletta.
Alla fine della giornata si sono espressi i protagonisti che, tra una frase di circostanza e l’altra, hanno mostrato una certa soddisfazione circa il compimento delle operazioni in agenda. “È stato fantastico scendere in pista con la W14“, ha esordito George Russell, il primo a prendere confidenza con la nuova creatura concepita da Mike Elliott con una supervisione più attenta di James Allison che nel progetto W13 aveva giocato un ruolo più marginale.
“Faceva molto freddo ed era umido ma la macchina ha funzionato senza intoppi e abbiamo completato tutti i giri che potevamo fare. Sappiamo che i test precampionato in Bahrain saranno il primo vero banco di prova della vettura. Tuttavia, in pista ha un bell’aspetto e la sensazione all’interno della macchina è finora molto buona“.
Lewis Hamilton non si discosta troppo dalle valutazioni del collega quando afferma che la giornata è filata via liscia: “Abbiamo completato un buon programma e abbiamo ottenuto alcuni risultati utili. In generale mi sono sentito a mio agio in macchina e sono entusiasta di partire per il Bahrain“.
Andrea Shovlin, trackside engineer della Mercedes, si è concentrato sulle condizioni piuttosto ostiche nelle quali si è dipanata la “sgambata”. Una pioggia costante che non ha permesso di montare le gomme slick, una situazione che ha ricordato il debutto del 2023. Ma le analogie si fermano qui perché l’anno scorso fu subito chiaro che c’era qualche problemino che sarebbe poi esploso nei test: il porpoising.
“Abbiamo avuto un buon inizio per il programma della W14. Le condizioni non erano ottimali per le riprese o per la corsa, ma abbiamo completato i 100 km consentiti senza alcun problema ed entrambi i piloti sono stati in grado di darci una buona valutazione delle loro prime impressioni sulla vettura“.
“Il Bahrain sarà molto diverso da una Silverstone fredda e bagnata, ma tutto sembra funzionare bene. Speriamo di poter partire la prossima settimana e massimizzare i tre giorni di test pre-stagionali che abbiamo“.
L’incedere dei protagonisti del mondo Mercedes è cauto. Il 2023 è stata una botta non ancora metabolizzata perché ci si attendevano ben altri riscontri dalla pista. La W14 è una monoposto che nasce sulla filosofia concettuale della sorella maggiore.
Ne conserva il DNA, per dirla alla Toto Wolff, ma presenta altresì dei punti di rottura concettuale che si sono resi necessari per ottenere un triplo obiettivo: eliminare, o quanto meno limitare al massimo, i saltellamenti, aumentare l’efficienza generale superando la lentezza endemica in rettilineo e generare maggior downforce senza caricare oltremodo le ali.
“L’anno scorso abbiamo imparato una dura lezione”, ha spiegato Wolff a margine della cerimonia di presentazione della W14 tenutasi a Brackley. “Sapevamo che avremmo portato un pacchetto di aggiornamento per il test numero due che valeva un secondo e mezzo. Poi l’abbiamo messo in pista e non ha funzionato affatto come ci aspettavamo“.
Una doccia fredda che ha sballato tutti i piani di chi credeva di avere un rullo compressore e si è trovato un carretto sgangherato. Ci sia concessa l’immagine irriverente.
Nel 2023 Mercedes non ha fatto “giochetti”. La vettura vista in pista ieri e l’altro ieri è quella che disputerà i test e la prima parte di campionato. Ma sarà davvero così? “Quest’anno siamo andati al contrario, e quella che avete visto è in gran parte la macchina che testeremo e con la quale correremo. È di fondamentale importanza capire la piattaforma e come si comporta la vettura, piuttosto che tenere nascoste delle cose che potrebbero aggiungere un decimo o due alle prestazioni aerodinamiche“.
“Il design stretto del sidepod non è qualcosa che crediamo sia stato fondamentalmente il motivo per cui non ci siamo esibiti bene l’anno scorso. Non ci sono ‘vacche sacre’ nel nostro concetto, non è che non vogliamo seguire le idee di nessuno. Abbiamo continuato con i sidepod stretti, ma d’ora in poi si potrebbe vedere un po’ di sviluppo, che potrebbe arrivare con gli aggiornamenti. I sidepod cambieranno. Non molto presto, ma stiamo cercando soluzioni. Ma non è una parte fondamentale della performance“.
Insomma, Wolff, da scafato comunicatore e mescolatore di mazzi di carte quale è, lascia intendere che la macchina è quella vista ma che, al contempo, potrebbe mutare in una direzione diversa da quella attuale che mette al centro della filosofia aerodinamica le forme compatte. La W14 è l’unica vettura di quelle 2023 a continuare strenuamente su questo binario tecnico che l’anno passato fu mollato abbastanza in fretta dalla Williams che pure l’aveva sposato inizialmente.
D’altro canto i continui update, che si sono spinti fino ad Austin 2022, davano una chiara indicazione: Mercedes non voleva sconfessare se stessa andando alla ricerca di quel secondo e mezzo (parole di Wolff) che l’anno scorso si era smarrito tra le prove invernali del Montmelò e quelle del Bahrain, dove debuttò la “Versione B” che lasciò tutti a bocca aperta. A partire dagli stessi ingegneri della Stella a Tre Punte che speravano in ben altre performance.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG