Dopo l’infrazione del tetto di spesa da parte di Red Bull è arrivata la reazione dai piani alti della F1. “Penso che sia un punto di attenzione soprattutto perché, come abbiamo discusso insieme con la FIA, ne va della credibilità dello sport. L’azione per la verifica del rispetto delle regole deve essere fatta prima piuttosto che dopo”.
Con queste parole, Stefano Domenicali, CEO del Circus, aveva richiesto a gran voce una modifica drastica delle metodologie di verifica delle eventuali errori nell’applicazione del cost cap, specie dopo le problematiche in cui è incappata la scuderia anglo-austriaca . Qualcosa di necessario per superare la lentezza che ha caratterizzato il processo negli anni scorsi generando polemiche e condizionando il naturale svolgimento delle cose sportive.
È la Federazione Internazionale l’organo tenuto alla verifica della corretta applicazione delle norme da parte delle squadre. Il caso è scoppiato nel 2021, l’anno in cui la Red Bull è “inciampata” in una violazione minore dopo aver superato l’importo stabilito dalle regole finanziarie. Tutti i team dovevano presentare i conti delle spese effettuate tra il primo gennaio 2021 ed il 31 dicembre dello stesso anno entro il 31 marzo del 2022, la data del “Full Year Reporting Deadline“.
L’anomalia in questo processo è che i risultati dell’audit siano stati pubblicati diversi mesi dopo, ad ottobre. Solo in quel periodo, tra l’altro, i team hanno ottenuto i certificati di conformità, quindi hanno capito se erano o meno caduti in fallo. Tempi biblici che non si sposano con uno sport veloce, dinamico e che muta di giorno in giorno.
“Stiamo discutendo di questo con la FIA per assicurarci che il controllo e la certificazione vengano fatti molto prima”, ha spiegato il dirigente imolese. “Se alcune squadre sono fuori regola, deve essere ratificato in modo corretto e nel più breve tempo possibile. Per essere più credibili. Vediamo altri sport che stanno depotenziando il regolamento finanziario con un tempo troppo lungo per una reazione. Questo non va bene“.
Dopo l’errore valutativo del 2021 in Red Bull aleggia la paura che anche nel 2022 possa esserci stata qualche falla nella perfetta applicazione dell’impianto normativo che sta alla base del budget cap. Il gran capo di Milton Keynes, Christian Horner, ha dichiarato di non poter essere “sicuro al 100%” che la sua squadra non abbia superato il limite di costo anche nella stagione 2022. Una ricaduta che avrebbe del clamoroso e che per qualche verso potrebbe dipendere dal quel lento processo di revisione di cui si è lamentato Domenicali.
I timori di Horner derivano dal repentino aumento dell’inflazione che ha colpito il Regno Unito. Ricorderete che la Federazione Internazionale, per limitare il diminuito potere di spesa delle compagini, aveva concesso un 3,1% in più del totale del cost cap che è arrivato a 145,5 milioni di dollari. Ma proprio questa concessione potrebbe essere stata un elemento che ha generato confusione, un’ulteriore variabile in un processo già di per sé molto complesso.
L’economia fluttuante, quindi, come spauracchio. “Non puoi mai essere sicuro al 100% di aver operato nei limiti. Ma dopo il primo anno di una serie di regolamenti molto complicati, siamo fiduciosi di essere all’interno del budget cap“.
Il fatto paradossale è che né Red Bull né gli altri team sanno se si sono mossi nell’alveo delle regole. E tale condizione perdurerà fino alla fine del processo di revisione. Che potrebbe terminare ancora una volta in autunno, a meno che la FIA non recepisca le indicazioni offerte da Liberty Media. “Finché non hai il certificato di conformità, ha spiegato Horner ad AMuS, niente è sicuro al 100%. Ma sarei molto sorpreso se non fossimo pienamente all’interno del tetto“.
Una piccola incognita si aggira quindi sui capannoni di Milton Keynes. Una questione che speriamo non esploda e soprattutto che, dovesse riverificarsi, venga affrontata, valutata e definita in tempi accettabili. D’altro canto è il principio del giusto processo a stabilire che un giudizio non può essere reiterato oltre certi limiti temporali.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing