Formula 1

F1 2023: il rischio polarizzazione è concreto

Il campionato del mondo di F1 2023 ha tutti i crismi dell’esame di riparazione. Dopo le modifiche introdotte l’anno scorso, quelle che hanno portato alla delibera delle wing car, i risultati sono stati abbastanza deludenti, sebbene ci sia stato un 30% di aumento del numero totale di sorpassi. Questa evidenza, però, non si è riverberata fattivamente nella capacità di compattare a livello prestazionale il gruppo.

Le vetture della massima serie, difatti, risultano tuttora troppo sensibili all’aria sporca e dipendono ancora troppo massicciamente dal DRS, uno strumento che resta pivotale nel discorso tecnico. Nel 2023 saranno operative delle modifiche, che non possiamo definire massicce, sull’area del fondo. Le monoposto saranno sostanzialmente più alte di 15 mm per evitare il fenomeno del pompaggio aerodinamico che l’anno scorso, specie a Baku, era deflagrato in maniera piuttosto clamorosa.

Viene da sé che quello che comincerà domenica è appunto una sorta di banco di prova per capire se le disposizioni tecniche poste in essere dalla Federazione Internazionale dell’Automobile sotto indicazione e spinta di Liberty Media, possano in qualche misura riuscire ad avvicinare i valori. L’anno passato, difatti, è emerso un team egemone, ossia la Red Bull, che ha scritto diversi record della categoria. Max Verstappen ha letteralmente cannibalizzato il mondiale dopo un avvio un po’ incerto.

Il gruppo di Milton Keynes, da Imola in poi, non ha praticamente avuto più un avversario credibile: la Ferrari si è persa nelle sue difficoltà di sviluppo e in un’affidabilità precaria. Mercedes ha lottato troppo a lungo contro il porpoising e si è presentata solo sul finire della stagione in una forma accettabile per dire la sua.

Prove di partenza con Alfa Romeno, Mercedes e Alpine, test Bahrain 2023

Il midfield è rimasto molto staccato. La distanza in punti tra la vetta e il quarto posto, rispetto al 2021, si è allargata sensibilmente. L’obiettivo dei decisori per questo mondiale è tenere il gruppo centrale più vicino alla vetta. Per creare un po’ di “confusione” e per sparigliare un mazzo di carte che in questo momento sembra essere troppo esplicito per rendere il gioco avvincente.  

I team che sgomitano nelle retrovie sono preoccupati dal fatto che possa essere impossibile anche quest’anno raggiungere la cima. O quantomeno avvicinarsi a chi determina la lotta al titolo. Sulla carta dovrebbero essere Red Bull, Ferrari e Mercedes a giocarsi l’iride e le altre dovrebbero essere spettatrici non paganti. Scenario assai mesto ad essere sinceri. 

F1: il realismo di Steiner

Penso che non ci sia più una zona intermedia. Ci sono i top team e poi gli altri“. Questo il giudizio lapidario, e per certi versi triste, di Gunther Steiner. Il team principal altoatesino ha drammaticamente sottolineato quanto sia difficile per una scuderia di piccola grandezza recuperare il gap dalla vetta. Il suo pilota Nico Hulkenberg, non è di questo avviso e si è lanciato in parole di speranza per la F1:

Continuo a pensare che il centrocampo sia sempre stato stretto. Le piccole cose fanno la differenza, sia che tu sia in testa che in coda. Una giornata buona o cattiva può avere un impatto enorme. Dobbiamo solo assicurarci di fare il nostro lavoro, di sviluppare la nostra vettura in modo efficace e di ottimizzare le operazioni di gara“. Ottimismo che basta per inserirsi nella lotta buona? La storia dice di no. Certe squadre hanno raccolto scampoli di gloria in situazione particolari: pioggia, gran premi pazzi, problemi dei rivali più forti. Ma nulla che si possa paragonare a qualcosa di strutturale.

Gunther Steiner, Nico Hulkenberg e Kevin Magnuessen

F1: Aston Martin e Alpine speranze per il Circus

Chiaramente, al momento risulta difficile fare delle previsioni corrette. Dovremmo attendere non solo il Gran Premio del Bahrain, ma anche che la stagione entri più nel vivo per capire se in effetti le prime tre schiacceranno la concorrenza aprendo un solco invalicabile per tutti gli altri. La sensazione che possiamo avere dai test, quindi si parla di feeling abbastanza sommari, è che sono due le equipe che in effetti possono provare la scalata.

La prima è l’Aston Martin, di cui ha parlato un gran bene anche Leclerc in conferenza stampa. Il team di Silverstone ha messo in atto una serie di procedure, a partire dall’acquisizione delle prestazioni di un campione come Fernando Alonso, per finire alla modellazione strutturale ed organizzativa della base operativa, per cercare quantomeno di ridurre il distacco dalla terza forza che ad ora sembra essere Mercedes.

Ma c’è un altro team che spinge ed è quella Alpine che secondo qualcuno, nei test, ha giocato un po’ a nascondino se andiamo ad osservare i long run. La A523 è sembrata una macchina molto solida, parimenti alla AMR23 che ha offerto degli spunti molto interessanti soprattutto in termini di gestione delle gomme.

Lando Norris “sferza” la McLaren MCL60 durante i test del Bahrain 2023

Meno consistente, invece, sembra essere quella McLaren che dal 2021 ha avviato una pericolosa parabola discendente smarrendosi senza trovare la strada che invece aveva individuato con chiarezza nel biennio precedente. La MCL60 sembra afflitta da diversi problemi che al momento non si sa se possano essere risolti per agganciare il treno buono.

Le osservazioni di Steiner, in conclusione, non sono campate in aria. Ci deve essere speranza che la Formula Uno possa vedere un gruppo di testa più compatto per soddisfare quelle che erano le richieste iniziali di Liberty Media che, ricordiamolo, si è lanciata in una rivoluzione tecnica che doveva produrre altri effetti rispetto a quelli visti l’anno scorso.

Un’altra stagione con un team dominante e schiacciasassi, una sorta di rullo compressore come è stata Red Bull nel 2022, rappresenterebbe il fallimento totale di una politica visionaria ma che cozza con la sagacia tecnica dei capitecnici delle squadre che, la storia lo rammenta, sono sempre molti anni davanti al legislatore in termini di sviluppo e di lettura delle scappatoie di regolamenti mai totalmente incatenanti.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Haas, Alfa Romeo Racing, McLaren

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Diego Catalano