Cominciamo l’analisi parlando di Ferrari e più nello specifico di quale configurazione aerodinamica hanno adottato. Innanzitutto è arrivata finalmente la nuova ala posteriore che avevamo visto sul finire dei test e solo per alcuni giri durante le prove libere del week-end inaugurale in Bahrain.
La nuova specifica monopilone a collo di cigno ha consentito di guadagnare alcuni punti di carico verticale e, al medesimo tempo, di limitare ulteriormente la resistenza all’avanzamento. Inoltre dobbiamo annotare anche alcune modifiche all’ala anteriore, di cui abbiamo discusso ieri.
Mentre la nuova specifica al posteriore è stata montata su entrambe le vetture, con un guadagno in termini di bilanciamento piuttosto sensibile, all’avantreno solo la numero 16 ha testato l’alettone nuovo con l’obiettivo di effettuare un compare tra le due versioni.
Il Cavallino Rampante ha iniziato le Fp1 provando la Hard e nel complesso si sono concentrati maggiormente nel ricercare la corretta messa a punto della vettura. Sono poi passati alla Soft dal secondo stint per “costruire” un miglior feeling con la pista. Sia Leclerc che Sainz hanno avuto prodotto buone sensazioni con il setup di base.
Tuttavia un po’ di sottosterzo ha fatto presenza. Carlos, infatti, ha chiesto un paio di cambia di carico sviluppabile sull’anteriore, mentre per per l’ultimo run ha provato una diversa barra anti-rollio per migliorare la rotazione della monoposto.
Il lavoro portato avanti è parso al quanto diverso dalle altre scuderie ed è chiaro che abbiamo disputato le prime due sessioni di prove libere con mappature depotenziate, forse anche per “gestire” al meglio la power unit visto che le gare son molte e le componenti a disposizione poche. Quantificheremo nell’analisi telemetrica il gap che dobbiamo attribuire all’unità di potenza.
Nel corso delle Fp3 si dovrà lavorare parecchio per riuscire a centrare al meglio la finestra operativa delle mescole Pirelli, ancora non del tutto sfruttata appieno. Red Bull porta con più facilità il compound nella working range corretta, mentre i ferraristi devono realizzare un doppio out lap per preparare la meglio la gomma.
Al box austriaco sono emerse ottime sensazioni. Verstappen ha trovato subito molto grip ed il setup iniziale della monoposto si è adattato bene alla pista. Ala posteriore da medio carico portata già in Bahrain. Un versione molto versatile che usano su piste con caratteristiche anche molto diverse.
Come sappiamo una delle loro forze è proprio la produzione di carico con il fondo vettura, capace di allargare la loro finestra di messa a punto. Tra i top team, a quanto pare, la RB19 riesce a girare con le minori altezze da terra. Max è stato infatti da subito molto veloce, malgrado anche i bolidi blue racing abbiano patito un leggero sottosterzo.
Per questa ragione i tecnici capeggiati da Adrian Newey sono intervenuti sul tirante della sospensione anteriore per abbassare la vettura da terra, avanzare il centro di pressione e correggere tale comportamento. Ottimo l’handling della RB19 durante le Fp2, tanto che il campione del mondo in carica si avvicinava parecchio ai muretti del tracciato. Segno di un ottimo feeling con la sua monoposto.
In Aston Martin si è lavorato per ridurre il carico sui due assali. Benché in Bahrain la AMR23 abbia mostrato un ottimo bilanciamento, producono meno carico attraverso il fondo rispetto a Ferrari e Red Bull, ragion per cui adottano un’ala posteriore visibilmente più carica. Salendo di potenza il maggior livello di drag potrebbe limitare le prestazioni della “verdona” in qualifica, come è successo lo scorso week-end.
Nel corso delle Fp1 anche la scuderia si Silverstone ha sofferto alcuni problemi in percorrenza della chicane tra curva 22 e 23. Inoltre, i piloti si sono lamentati di alcune vibrazioni tra la 22 e la 27 in fase di entrata. Nel complesso il bilanciamento nel veloce è buono, come ci si aspettava. Stando alle parole di Luca Furbatto la stabilità della AMR23 è ottima, condizione che trasmette molta fiducia ai piloti.
In casa Mercedes c’è ancora molto da lavorare su un circuito non molto favorevole, in quanto la W14 è ancora carente in termini di rotazione. Hamilton si è lamentato di non riuscire a trovare grip durante le Fp1, segno che c’è anche qualche problema nel centrare la finestra degli pneumatici durante l’arco del giro.
Il grafico qui sopra ci offre una chiara indicazione sull’efficienza delle vetture. Alonso, come abbiamo sottolineato in precedenza, ha meno efficienza e per questo motivo la numero 14 potrebbe essere limitata nelle prestazioni man mano ci avvicineremo alla Q3. Il dato di Leclerc è meno indicativo di quel che sembra. In Bahrain, con l’ala vecchia, la rossa aveva un dato molto simile a Verstappen. Ci aspettiamo quindi di avere un riscontro veritiero solamente nella giornata odierna, quando in casa Ferrari andranno su di potenza.
Qui sopra proponiamo il grafico delle velocità massime e minime. Nel confronto, Leclerc e Sainz al momento raggiungono le minori top speed. Situazione assolutamente non veritiera. Il vantaggio in termini di cavalli visto in Bahrain c’è, a differenza di quanto possa sembrare in questo momento. L’ala nuova non produce così tanto carico da creare una differenza così marcata. Alonso raggiunge le stesse velocità di punta dei due ferraristi. In testa a questa classifica troviamo proprio Verstappen e Perez, che non a caso occupano le prime due posizioni della classifica attuale.
A circa 20 minuti dalla conclusione delle ultime prove i team hanno imbarcato carburante, cominciando così le così dette simulazioni high fuel. Molti piloti hanno provato la Soft, mescola che si prospetta come la favorita in gara. Lo scorso anno proprio tale compound soffriva il graining causato da sottosterzo e temperatura piuttosto fresca. Tale fenomeno non ha fatto nel venerdì saudita, con un lap time abbastanza costante col passare dei girio offerto dai nuovi compound.
Prima di addentrarci nei dati relativi alle simulazioni, ricordiamo che per le prove libere non sottraiamo ai tempi l’effetto peso, in quanto è poco accurato stimare la quantità di carburante imbarcata da ogni vettura.
Osservando il ritmo gara notiamo che il degrado è meno elevato rispetto al Sakhir. Verstappen sulla Soft ha percorso 12 giri con un consumo prossimo allo zero. Il compagno di squadra Perez, con la Medium, non riesce a produrre un buon time time attack, ma con il passare delle tornate va a migliorare i propri tempi, segno che la gomma entra nella corretta finestra operativa dopo diversi passaggi.
E’ vero che in Ferrari hanno girato “depotenziati” nella giornata di ieri, ma cmq hanno realizzato il tempo di attacco in mappatura “Engine 1“, ovvero quella più spinta sull’endotermico. Potremmo quindi definire queste simulazioni non troppo significative nel loro complesso. Notiamo infatti che Leclerc, con la gomma gialla, ha fatto segnare un ottimo tempo nel giro di apertura, a livello di Verstappen con la rossa, mentre Sainz, su media, è addirittura andato sotto.
Con il passare delle tornate i tempi della SF-23 salgono per entrambi i piloti. Il degrado, però, non dovrebbe essere totalmente veritiero. Sicuramente hanno un valore di consumo della gomma maggiore rispetto ad Aston e Red Bull, ma le mappature decisamente più blande utilizzate dopo il primo giro ha inciso parecchio in tal senso.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing
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Una domanda: le mescole vengono distribuite a caso o escono dalla produzione Pirelli con il "cartellino" del destinatario ? Grazie