Formula 1

Ferrari: Vasseur ha gli elementi per “sanare” la crisi

Siamo finalmente nella settimana del secondo gran premio stagionale.Lla Formula Uno sarà di scena in Arabia Saudita, sul circuito di Jeddah. Tante le storie che caratterizzeranno l’evento, ma sicuramente il momento che sta attraversando la Ferrari è degno di essere approfondito ulteriormente. 

Maranello esce da un Gran Premio del Bahrain molto sotto le aspettative. Carlos Sainz ha chiuso al quarto posto dopo una gara anonima e nella quale ha dovuto “combattere” con le gomme posteriori. Charles Leclerc, che stava ottenendo un podio, ha dovuto dire addio a 15 preziosi punti a causa di un problema alla power pnit di Maranello che ha fatto suonare più di un rumoroso allarme.

Un bilancio quindi molto negativo che stride con quello del gran premio d’apertura del 2022, quando la Ferrari aveva saputo mettere in carniere una doppietta perentoria che aveva dato speranze ai tifosi che, purtroppo, durante l’anno, sono evaporate per motivi ben noti e ampiamente analizzati dalle colonne di Formula Uno Analisi Tecnica.

Il Cavallino Rampante si approssima al successivo step che il calendario offre con maggiori speranze nonostante un momento delicato fatto di dimissioni rumorose e relativi assestamenti ancora in corso. Il circuito di Sakhir era indubbiamente uno dei più stressanti per gli pneumatici. Colpa di un asfalto molto abrasivo. Elemento, questo, che ha certamente accentuato i problemi della Ferrari SF-23.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

La Ferrari, otto giorni fa, aveva più passo di quello che ha mostrato. Una parte di esso è rimasta “in canna” a causa di una non ottimale gestione delle gomme posteriori che uscivano dalla consona finestra d’utilizzo. Una gara condotta sulla difensiva insomma. Cosa che i tecnici non vogliono replicare domenica prossima. 

E’ evidente che le condizioni particolari della pista bahreinita abbiano in qualche modo rappresentato uno scoglio invalicabile per gli uomini di Maranello che hanno dovuto tirare i remi in barca evitando di stressare oltremodo i compound per non portarli al degrado fatale. 

Per domenica prossima, quindi, gli ingegneri della Scuderia si aspettano che le caratteristiche del tracciato non sia così limitanti. Gestire meglio le gomme evitando un eccessivo degrado potrebbe rappresentare un ritrovato punto di forza per la SF-23 che potrà contare su un’altra virtù emersa durante il weekend bahreinita: la grande velocità di punta.


Ferrari: una riorganizzazione mentale prima che gestionale

Ferrari intende affrontare il GP d’Arabia Saudita con un pizzico d’ottimismo in più. Una spinta necessaria per allontanare il grigiore che si è appostato su via Abetone e che potrebbe negativamente condizionare l’azione di Frédéric Vassueur che ha il compito di ristrutturare una GES che da fuori sembra in confusione. 

Nei giorni scorsi erano circolate voci circa un Vasseur piuttosto “annoiato” dalla situazione che si era venuta a creare a Maranello. Spifferi che addirittura parlavano di un dirigente pronto a manovre eclatanti pur di dare una sferzata alla squadra. In realtà non ci risulta che stiano avvenendo chissà quali sommovimenti interni figli dell’impulsività. Il manager ex Sauber sa che ha del lavoro da fare e soprattutto ha l’appoggio della dirigenza Vigna – Elkann che ha capito che il momento è difficile e che servirà del tempo per riorganizzare e riassettare tutto l’impianto aziendale.

Il presidente della federazione internazionale con John Elkann, Piero Ferrari e Benedetto Vigna

Il più grande nemico di Fred Vasseur – e sembra paradossale – è proprio la Ferrari. Il team italiano è stato spesso sconquassato dalle correnti interne che, anziché dirigersi nella stessa direzione, hanno operato in maniera divergente. E’ risaputo che l’amministrazione della “cosa rossa” è tutt’altro che semplice; esponenti illustri e manager di primissimo livello si sono scottati quando hanno toccato il cuore pulsante della Ferrari.

Serve, quindi, una massiccia dose di cinismo e soprattutto l’imprinting culturale che Vasseur ha acquisito nella sua lunga carriera. E questa l’idea di David Coulthard che dall’esterno ritiene che il dirigente di Draveil abbia gli strumenti conoscitivi idonei per aiutare la Ferrari ad uscire da questo momento difficile. Un po’ ciò che riuscì a fare Jean Todt quando prese possesso degli uffici modenesi ristrutturando nel profondo il team e portandolo ad essere il punto di riferimento della Formula Uno.


Ferrari: l’esempio Todt come modello da seguire

Todt importò un paradigma vincente frutto delle sue esperienze pregresse. Un castello di regole e procedure, anche di verifica e controllo preventivo, che spezzavano le routine malsane che condizionavano la Ferrari. Ricordiamo tutti che servirono anni per portare Maranello a vincere e lo stesso potrebbe succedere anche oggi. Chiaro che questa sia una prospettiva che deprime i tifosi, ma bisogna essere estremamente realisti. 

In quanto straniero, Fred non deve sottostare a determinati dettami culturali. Può dire: «Ragazzi, questa è una squadra corse, io sono il capo e così voglio fare le cose»“, questo il pensiero dell’ex McLaren oggi commentatore televisivo. “Vasseur è un racer. Questo è un altro aspetto importante. Binotto era un ingegnere, Arrivabene un uomo di marketing. Fred non è distratto da questioni periferiche, è concentrato solo sulle prestazioni della vettura“.

Frederic Vasseur – Scuderia Ferrari

A volte serve un punto di vista terzo per fotografare meglio i fatti. In Italia, spesso, non si ha una percezione puntuale di cosa sia in realtà l’ambiente Ferrari. O non si riesce ad avere la necessaria lucidità per fotografare il fenomeno. Coulthard, da un punto di osservazione più lontano, riesce a scorgere elementi che sfuggono agli analisti cisalpini. Con lo stesso metodo dovrà operare Fred Vasseur per riportare la Ferrari nell’eccellenza dell’automobilismo a ruote scoperte.

Il francese sta lavorando senza sosta e soprattutto senza dar credito a voci impazzite che da sempre ammantano “l’ecosistema” ferrarista. Così come fece Todt che nella burrasca mantenne la barra dritta provando ad isolarsi dall’ambiente esterno, sta operando Vasseur che ha un esempio lampante da seguire. Ed è ciò che ci risulta stia facendo.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari

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  • al di là della figuraccia del GP io sono rimasto molto basito quando hanno provato l ala posteriore con 1 solo supporto, ala che ballava enormemente durante le prove, quello che mi chiedo, da non tecnico del settore ma da tifoso rassegnato ad altri anni di digiuno è: come è stato possibile deliberare la prova di questa ala in pista, come è possibile non avere previsto tale comportamento al simulatore?

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Pubblicato da
Diego Catalano