Non è la prima volta che analizziamo Ferrari e Mercedes nello stesso scritto. Le due equipe in questione sono accomunate dalla stessa voglia di vincere, ma soprattutto, in questa fase, dalle difficoltà che stanno incontrando per arrivare laddove è necessario per lottare in maniera credibile per il bottino grosso. Sono diversi i focus nei quali abbiamo spiegato le ragioni delle difficoltà in cui stanno incappando la SF-23, da un lato, e la W14, dall’altro.
Vetture dal concept aerodinamico divergente ma che sostanzialmente, in Bahrain, si sono scontrate con le medesime criticità che si è riversata in un’evidenza: amministrare non perfettamente le gomme. Soprattutto all’asse posteriore, soprattutto in gara. Maranello, oltre a queste tribolazioni di carattere telaistico e aerodinamico che si riverberano sulle coperture Pirelli, ha mostrato un difetto forse ancor più preoccupante: quello relativo all’affidabilità.
Ieri, a sugello di questa evidenza, è giunta la conferma ufficiale del fatto che Charles Leclerc dovrà scontare una penalizzazione in griglia. La rossa numero 16 monterà la terza centralina elettronica stagionale. Ricordiamo, regolamento alla mano, che la sanzione non scatta solo se ne vengono adoperate al massimo due.
Insomma, il monegasco, alla seconda gara annuale, si è giocato il primo bonus. E questa cosa, chiaramente, ricaccia tutti in una specie di incubo ad occhi aperti che non fa stare sereni gli ingegneri rossi che si dicevano sicuri di aver risolto le problematiche emerse nel 2022 con un propulsore troppo fragile per essere pienamente competitivo.
Proseguendo su questo parallelismo Brackley – Maranello c’è un punto che lascia ben sperare. Ed è quello relativo alle tipologie di piste da affrontare. Anche questo tema è stato toccato diverse volte sulle nostre colonne. Sakhir è un circuito rear limited che ha acuito le problematiche delle monoposto delle scuderie oggetto di riflessione.
Il Jeddah Corniche Circuit, invece, presenta caratteristiche diametralmente opposte essendo più stressante sull’asse anteriore e molto più “tenero” sulle gomme del retrotreno. Questo stato di cose dovrebbe quantomeno contribuire a camuffare certi difetti che Ferrari che Mercedes stanno provando a correggere sui rispettivi mezzi con un piano di update che è già stato messo in cantiere.
Toto Wolff, alla vigilia del weekend di gara, ha sottolineato come la scuderia anglotedesca si approcci all’evento con un pizzico di ottimismo in più e ben conscia di essersi prodotta in un esercizio sotto le attese, due settimane fa. Il co-proprietario di AMG F1 ha ammesso che all’esordio la macchina non è stata all’altezza delle aspettative e che è già partito un massiccio programma di lavoro per riportare in asse il progetto W14.
Dopo il Bahrain, ha osservato Wolff, in seno al team ci sono state discussioni aperte e oneste dalle quali si è cominciato a pianificare un programma di ricerca di prestazioni da avviarsi già nel breve termine. Cosa necessaria per approntare uno schema di medio periodo per provare a ricucire lo strappo con chi guida il Circus.
Il clima in squadra, nonostante le inattese e deludenti prestazioni della W14, è impostato alla determinazione ad uscire dalle difficoltà. Ma l’obiettivo è quello di muoversi passo per passo e di pensare a massimizzare il pacchetto per Jeddah, una pista dove tutto può succedere grazie ad una conformazione atipica molto “amica” delle safety car.
Nonostante il layout non proprio ideale per fare test, Mercedes intende sfruttare ogni sessione per accumulare preziosi dati che saranno utilizzati per dare spinta propulsiva alla W14. Bahrain ha fatto emergere il problema degrado gomme, Jeddah darà l’opportunità di capire come il mezzo si disimpegnerà col pacchetto a basso carico aerodinamico. Ogni singolo weekend di gara, ha spiegato Wolff, rappresenta un’opportunità per saperne di più sulla vettura e per fare passi avanti.
“Questo fine settimana in Arabia Saudita impareremo di più sulla W14, sulle sue caratteristiche e i suoi limiti. Jeddah fornisce un test molto diverso dal Bahrain, e sarà interessante vedere come reagirà la macchina. Stiamo portando alcuni piccoli sviluppi alla vettura: non saranno punti di svolta, ma possono iniziare a portarci nella giusta direzione. Speriamo di migliorare rispetto al Bahrain”. Queste le parole di speranza rilasciate da Wolff al sito ufficiale della Mercedes.
Le dichiarazioni dell’ex pilota viennese sono quasi totalmente sovrapponibili a quelle rilasciate da Frédéric Vasseur nella giornata di ieri. “In Arabia Saudita avremo degli sviluppi, e la mia speranza è che faremo un salto in avanti. Il DNA di questo mondo è migliorare sempre. Se non porti degli aggiornamenti, la situazione peggiorerà perché gli altri lo faranno. Porteremmo novità a Jeddah e proveremo a portarli anche a Melbourne“.
Parole che spiegano come in Ferrari non si voglia lasciare nulla di intentato e soprattutto che si creda che la SF-23 abbia un ottimo margine di crescita. L’addio di David Sanchez, che sta per abbracciare la causa della McLaren, non preoccupa quindi il dirigente di Draveil che ritiene che sia possibile, con il duro lavoro, chiudere la distanza dalla Red Bull. Margine che, tra le altre cose, in Bahrain è stato amplificato dalle caratteristiche tipiche del circuito. Ecco le osservazioni del capo della GES:
“Non posso essere soddisfatto del Bahrain e vorrei fare un passo in avanti. Parte della spiegazione del divario sta nella pista del Bahrain. La superficie è molto aggressiva e questo amplifica tutti i parametri. Se hai una carenza di passo, devi spingere di più per tenere il ritmo e usuri tutto di più. Mi concentrerei maggiormente sulla pura prestazione che sul resto. La pista di Jeddah è completamente diversa in quanto a disegno, grip e rugosità. È una storia completamente diversa e si adatterà meglio a quanto abbiamo a disposizione”.
Oltre alle prestazioni, la gestione delle gomme e la valutazione degli aggiornamenti che saranno portati per questo fine settimana, la Ferrari ha un altro compito da svolgere ed è forse il più importante: quello che riguarda l’affidabilità della power unit.
“Alla domenica abbiamo avuto due problemi diversi. Uno è stato al mattino al momento dell’accensione e l’altro durante la gara. Sfortunatamente ha colpito per due volte la centralina. È qualcosa che non abbiamo mai incontrato in passato. Abbiamo svolto accurate analisi e spero che ora sia tutto sotto controllo. Sfortunatamente però dovremo prendere penalità a Jeddah, perché abbiamo già superato le due centraline”.
Ciò che preoccupa un po’ l’ambiente rosso è proprio il fatto che la problematica deflagrata in Bahrain non si era presentata in precedenza. Un elemento che nessuno si aspettava e che invece ha negativamente condizionato lo svolgimento della prima gara. E lo farà anche con la seconda visto che Leclerc accuserà dieci posizioni di penalità in griglia che saranno sommate alla posizione di partenza.
Il Gran Premio d’Arabia Saudita sarà quindi un banco di prova molto arduo per le speranze della Ferrari. Ma anche per quelle della Mercedes. Ecco che, come sta accadendo spesso in questo avvio di campionato 2023, i destini delle due scuderie vanno a fondersi.
Ad oggi la Red Bull sembra essere una vettura dominante e la Aston Martin, seppure si tratti di un ottimo progetto, non ha ancora quella velocità per contrastare le creature di Adrian Newey. La SF-23 e la W14 devono porsi come quei soggetti in grado di scalfire un possibile imperio per render la Formula 1 qualcosa di avvincente e non una stanca reiterazione di un modello ad un solista e nove musicisti di contorno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG