Un’altro week end incolore per la storica Scuderia Ferrari. Una vettura, la SF-23, molto lontana dalle aspettative preposte. Malgrado il cambio di impostazione e il duro lavoro messo in atto durante le ultime settimane il risultato non cambia. Anzi, secondo quanto abbiamo potuto osservare a Jeddah, l prestazioni sciorinate sono addirittura peggiori.
Da registrare la conferma di Aston Martin, un monoposto che anche in Arabia Saudita, malgrado le caratteristiche del tracciato ponessero dei quesiti sulle possibili performance, resta nettamente la seconda forza del mondiale. In crescita la Mercedes, “agilmente” davanti alla rossa. Red Bull di un altro pianeta.
L’analisi prestazionale prende corpo attraverso una info utile all’esame della gara: le gomme disponibili dopo le qualifiche. Notiamo infatti come le varie scuderie abbiano preservato una Hard nuova tranne le due Aston Martin, unico team con un solo set di Pirelli a banda bianca usata per ogni pilota. Per il resto, compound Medium nuovi per tutti.
Attraverso le simulazioni le squadre hanno individuato le gialle come mescole ideali per la corsa. Ottima performance sul giro e minori problemi di graining limitazione che, sulla Soft, poteva facilmente emergere con il pieno di carburante. Tranne che per il rischio preso da Leclerc, per questa ragione è stata scarta alla partenza a discapito dell’extra grip che poteva fornire allo start.
Molte le rosse usate per tutti i team, in previsione di eventuali Safety Car sul finire della corsa, considerando l’alta probabilità di vedere la comparsa di Bernd Mayländer su questo tracciato .
Come detto, partendo dalle retrovie, assieme ai tecnici Charles deciso di prendere il via con le Soft, essenzialmente per riuscire a guadagnare subito alcune posizioni. Questa mescola, infatti, possiede un’attivazione decisamente più rapida e facilita il compito di centrare la finestra di funzionamento corretta rispetto alla Medium. In base a quanto sarebbero durate le gomme rosse, il muretto avrebbe poi deciso se montare la gialla o bianca per il secondo stint.
Alonso è andato subito in testa alla corsa, ma nei giri successivi, complice Drs è scia, Perez lo ha superato agilmente. Avevamo detto come le velocità di punta sarebbero state fondamentali in terra saudita. Una vettura molto veloce consente di allargare le scelte strategiche in quanto ha meno difficoltà nel sopravanzare in pista l’avversario.
In Mercedes hanno scelto la Hard per la partenza. Una decisione orientata maggiormente allo sviluppo della gara “tralasciando” il guadagno di posizioni nei primi giri. La W14 possiede una velocità di punta minore, ragion per cui, pensare a strategie alternative funziona.
Tuttavia, già alla nona tornata il sette volte campione del mondo si è lamentato di non riuscire a trovare grip con la bianca. Tale scenario ha fornito un’ottima indicazione a tutti gli avversari. Infatti, dal box Aston Martin, hanno avvertito Alonso di questa scarsa performance. Tale indicazione ha messo in allerta gli strateghi che hanno valutato in maniera differente la strategia.
A seguire troviamo i passi gara che, al contempo, ci danno una chiara indicazione sul degrado. Ovviamente essendoci poca usura, l’effetto del peso rende più veloci con il passano dei giri, ecco quindi spiegata la tendenza a scendere delle linee. Perez ha realizzato uno stint ottimo che va preso come riferimento. Anche il ritmo di Alonso è molto buono. Tuttavia la linea del consumo risulta meno pendente rispetto a quella del messicano. Ciò significa che lo spagnolo è stato in grado di migliorare in quantità minore il suo passo durante lo stint, sinonimo di un degrado lievemente maggiore.
Leclerc, come Verstappen, ha sofferto parecchio traffico nella prima parte di gara. Se osserviamo la linea di tendenza di Sainz, infatti, noteremo che questa risulta decisamente più orizzontale. Il degrado, quindi, resta il principale problema della Ferrari SF-23. Infine notiamo che la traccia di Hamilton è molto simile a quella di Checo. I due hanno mostrato un consumo gomme molto simile, benché il britannico aveva le Hard e Perez le Soft.
Il primo ad effettuare la sosta è stato Stroll per montare le Pirelli a banda bianca. Il pit stop è stato indotto da una “finta” realizzata dalla Ferrari. Come avevamo detto nella giornata di sabato l’undercut non sarebbe stato molto potente, per cui un tentare l’overcut avrebbe potuto rendere di più.
Sainz è stato richiamato al giro successivo per passare dalla Medium alla Hard, copiando quindi la strategia del canadese. La bianca prevede un’attivazione più lunga per raggiugere la corretta temperatura di esercizio, fattore che ha favorito l’overcut della Ferrari guadagnando la posizione. Leclerc ha “pittato” dopo Carlos e, anch’egli, ha montato la Hard.
Pochi giri più tardi la corsa di Lance termina causando l’impiego della Safety Car. Alonso è stato favorito dalla situazione Safety al pari dei competitori che non avevano ancora effettuato il cambio gomme. Tra questi le due Red Bull e le Mercedes, contesto sfortunato che fatto perdere a Leclerc la posizione su Hamilton peraltro passato alla Medium.
Con la vettura di sicurezza in pista, l’attivazione del composto più duro è risultato un compito abbastanza difficile, specialmente per quanto riguarda l’anteriore. Inoltre, coloro che hanno scelto la gomma più dura della gamma attorno al giro 20 avrebbero potuto raggiungere il traguardo con facilità. Su questa mescola, i due bolidi austriaci hanno fatto letteralmente il vuoto.
Prendendo in esame l’immagine a seguire si evince uno scollamento netto tra le vetture di Milton Keynes e il resto della “truppa”. Per i piloti della Red Bull si nota lo stesso identico degrado, linea di Perez (gialla) si sovrappone a quella di Verstappen (blu). Hamilton e Alonso hanno iniziato lo stint girando sugli stessi tempi, ma con il passare dei giri l’Aston Martin dell’iberico ha prodotto un consumo degli pneumatici minore rispetto alla W14.
Le peggiori in questo caso sono le due Ferrari che, con le gomme a banda bianca, hanno mostrato un passo deficitario sommato ad un degrado di certo non all’altezza dei competitor. Nel finale Leclerc ha deciso di mollare il colpo, per cui il suo grafico non è del tutto attendibile. Mentre Sainz, al contrario ha migliorato il suo rendimento durante le ultime tornate riuscendo a fotocopiare i tempi di Hamilton.
Fa specie pensare che su una pista del genere, in gara, Ferrari e Mercedes abbiano avuto un passo molto simile. Risulta altresì chiaro, per di più, come le monoposto italiane siano rimaste bloccate dietro al Re Nero con la gomma gialla. Malgrado le Hard non abbiano funzionato a dovere sulla SF-23, considerando il gap velocistico in rettilineo a favore della rossa, si rimane comunque perplessi sul risultato ottenuto.
Autore e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari