La storica scuderia Ferrari è chiamata al pronto riscatto. Un week end, quello bahreinita, che di fatto ha rivelato gli attuali limiti della rossa. Una SF-23 in difficoltà sotto vari aspetti, attenzionati con cura durante gli ultimi giorni dalla nostra redazione. Come abbiamo anticipato nell’anteprima, il team di Maranello conta di effettuare un chiaro cambio di rotta.
Sebbene la prudenza in merito al rendimento resti intatta, la voglia di stupire in questo secondo round del mondiale 2023 emerge. Secondo le informazioni racimolate da Formula Uno Analisi Tecnica, infatti, il Cavallino Rampante ha tutta l’intenzione di mostrare il proprio valore a Jeddah. Per questo è stato fissato l’obbiettivo prima fila in qualifica, cercando di amministrare il degrado gomme in gara.
Ovviamente in tutto questo si deve necessariamente valutare un fatto: Red Bull, anche sulle rive del Mar Rosso, resterà l’auto da battere. Senza considerare l’Aston Martin, scuderia che non ha alcuna intenzione di mollare il colpo malgrado il tracciato arabo, almeno sulla carta, non dovrebbe garantire i vantaggi visti a Sakhir.
Grazie alle prime immagini in arrivo dalla pit lane, possiamo iniziare a farci un’idea delle impostazioni aerodinamiche. Jeddah, al contrario di Sakhir, è una pista così detta front limited. Questo fattore dovrebbe aiutare le due rosse. Prendendo in esame lo scatto dell’amico e collega Albert Fabrega, si conferma quello che abbiamo scritto durante gli ultimi giorni: i tecnici italiani tornano alla carica con l’ala posteriore monopilone a collo di cigno.
La specifica testata durante il primo appuntamento iridato è stata rinforzata per evitare cedimenti strutturali. Durante le prime prove libere verranno effettuate prove comparative, mettendo a confronto le due versioni disponibili. Quella che osserviamo in foto sarà in grado di creare carico aggiuntivo aumentando l’efficienza aerodinamica complessiva. Un aggiornamento molto indicato per questo circuito considerandone le caratteristiche
Jeddah propone una successione di curve veloci alternate a lunghi rettifili. Il coefficiente di penetrazione è quindi decisamente utile, anche per poter “giocare” con il setup e allargare la finestra relativa alla messa a punto. Un specifica più efficiente, pertanto, aumenta le velocità in rettilineo senza produrre una perdita di punti in termini di carico.
L’anno scorso Ferrari dovette scaricare molto le ali sulla F1-75 per recuperare sul dritto, mentre al contrario la RB18 godeva di un basso drag. Attualmente la SF-23 sembra essere capace di sfruttare appieno tale impostazione, potendo contare sulla potenza propulsiva della sua unità motrice dopo l’importante passo in avanti realizzato a livello prestazionale.
La scuderia di Milton Keynes prosegue con la sua politica e conferma di possedere un’ala molto versatile al pari dello scorso anno. Una specifica proposta in diversi appuntamenti 2022, segno che anche per la RB19 gran parte della downforce generata arriva dal fondo della vettura.
Come abbiamo sottolineato in più di una circostanza, rispetto al mondiale passato, l’avantreno del bolide austriaco mostra una solidità eccellente. In Arabia Saudita questa peculiarità avrà un peso molto importante considerando la presenza di molte curve veloci. Benché la RB19 abbia mostrato un buonissimo bilanciamento tra anteriore e posteriore, in talune circostanze è parsa addirittura un po’ troppo puntata sull’avantreno.
Piccola problematica riscontrata in Bahrain che, con molta probabilità, è stata corretta per questo Gran Premio. A Jeddah, la F1-75 costruiva il proprio vantaggio nel primo settore, grazie all’eccezionale trazione in uscita dalla chicane. Quest’anno i valori in campo sembrano differenti e Red Bull, in tal senso, pare aver recuperato molto terreno sulla rossa.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – Mercedes AMG F1 Team – Albert Fabrega – @AlbertFabrega